La calata dei cattolici sulla laica Parigi di Aldo Cazzullo

Trecentomila giovani da tutto il mondo mandano in tilt la macchina organizzativa della curia Trecentomila giovani da tutto il mondo mandano in tilt la macchina organizzativa della curia La calata dei cattolici sulla laica Parigi Per la visita del Pontefice PARIGI DAL NOSTRO INVIATO Piero è arrivato allo Charles de Gaulle da Roma in un'ora e mezzo d'aereo. Piotr alla Gare de l'Est da Cracovia dopo tre notti di treno, complice un guasto sulla linea, a Nancy. Sono fra i 300 mila giovani calati ieri su Parigi da 160 Paesi, per aprire le Giornate mondiali della Gioventù e per accogliere il Papa, dopodomani. Piero ha una maglietta grigia con la scritta Emporio Armani, un berretto da baseball, le cassette di Jovanotti e l'albergo al Quartiere Latino prenotato. Piotr sistemerà il suo sacco a pelo nel convento delle Carmelitane, che durante l'anno sono votate al silenzio e alla clausura ma di fronte all'onda di piena dei giovani (e alla scarsa mobilitazione dei fedeli francesi) sono state invitate dalla curia a aprire le porte del monastero. Piero e Piotr sono i membri delle due delegazioni più numerose, l'italiana e la polacca. Trentamila italiani sono arrivati a Parigi nel weekend, altrettanti ieri, e saranno forse centomila alla Messa del Papa, domenica prossima. La Gare de l'Est è un immenso bivacco di chitarre, zaini monumentali, croci di legno, divise di boyscout, borse-frigo piene di aranciate, tamburelli, radio portatili che alternano i Salmi agli acuti di Placido Domingo (non lo ascolterà anche il Papa, domenica?). Piotr è spaesato e affamato. Fruga nel «sac du pélerin» che gli hanno dato ma trova solo una mappa di Parigi, un biglietto del metrò, qualche ticket-restaurant e un libretto di preghiere: il pane del pellegrino che cercava è un sandwich di pollo che l'ambulante vende a 25 franchi, 7500 lire, il guadagno giornaliero di sua madre, maestra d'asilo a Liszki, periferia di Cracovia. Fuori portata anche il mercatino sacro: spille, magliette e foulard con il simbolo del|e Giornate, una Tour Eiffel 'stilizzata a forma di croce, e ed con le voci del coro di Santa Cecilia, Dee Dee Bridgewater e Andrea Bocelli, tutti attesi domenica. Il ricavato servirà a pagare il viaggio a Piotr e a migliaia di suoi coetanei, tra cui tremila africani. Continuano a arrivare i treni speciali. Gruppi di ragazzi guidati da sacerdoti trafelati e sudatissimi si siedono per terra con le bandierine vaticane gialle e bianche e i vessilli nazionali, per farsi riconoscere dalle volontarie in maglietta verde e minigonna che dovrebbero indirizzarli agli alloggi ma non ci si raccapezzano più. Davanti alla sala d'aspetto ci sono 90 americani del Vermont, imbufaliti perché li hanno sistemati in una parrocchia di Montreuil, un'ora di metrò dal centro. Sessanta ragazze di Saida, nel Sud del Libano, raccontano della settimana passata in Alsazia, con le mucche pezzate e i campanili a punta, e non sanno che ieri l'aviazione israeliana ha colpito la loro città e fatto 5 morti. Venti tedeschi, arrivati in Tgv da Francoforte, hanno scelto un camping strategico, a Eurodisney. Attorno all'edicola ridacchia un gruppo di svizzeri: a loro è andata ancora meglio, dormiranno nella casa vuota di una famiglia di buoni cattolici in vacanza, che prima di partire hanno affidato le chiavi al parroco di Saint-Pierre de Montmartre. A Montmartre andrà anche Piotr, al convento delle carmelitane di rue du Chevalier-de-laBarre, dietro l'abside del Sacro Cuore, tra le bancarelle delle crèpes e i ritrattisti. A suor Alexandre, nera delle Antille, l'idea di aprire il convento ai giovani non dispiace. Spiega che dovranno condividere i suoi ritmi e i suoi silenzi: eucarestia alle 8, un'ora di conversazione, un altro officio alle 14,45, alle 17 i vespri, alle 20 compieta. Suor Alexandre si chiama così in onore di Alessandra di Rudinì, ex amante di D'Annunzio e fondatrice di questo mo¬ nastero neoromanico, con il portale di ingresso in mattoni bianchi, le bifore, il giardino con la grande statua della Madonna. Scalza, chiusa nel saio marrone, dice che le 21 consorelle parleranno volentieri della vita contemplativa e daranno una mano per le traduzioni. In questo luogo consacrato al silenzio si parla, oltre al francese, lo spagnolo, il tedesco, l'inglese, il russo e, grazie a una novizia polinesiana, anche il dialetto dell'isola Wallis. Fuori dal convento, uno sportello della parrocchia vende ai pellegrini fai-da-te i badge che danno diritto ad avvicinare i luoghi dove passerà il Papa. Il pacchetto per l'intera settimana, comprensivo di buoni pranzo, costa 250 mila lire. Per il weekend ne bastano 50 mila, anche meno per la sola messa di domenica. Ieri sera, Piotr e Piero si sono ritrovati al rock-café aperto dai francescani al Trocadero. E' uno dei punti di ritrovo gestiti da frati: ci sono anche un caffè letterario alle Tuileries, un caffè teatrale al Panthéon e un cybercaffè, ovviamente alla Défense. Stasera potranno scegliere tra un dibattito organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio, uno spettacolo di mimi offerto dalla delegazione cinese, un concerto gospel e una serata di musiche peruviane. Oggi pomeriggio, però, tutti precettati - compresi 400 vescovi - per la grande messa al Campo di Marte dell'arcivescovo di Parigi Jean-Marie Lustiger. Aldo Cazzullo Per far fronte ai nuovi arrivi sarà aperto anche un monastero delle suore di clausura Volontari cattolici in posa alla Torre Eiffel ieri a Parigi Qui accanto, un giovane con un grande crocifisso nel metrò