Linea morbida contro gli albanesi

L'opposizione accusa il governo: «Chiacchierone e demagogo, non riuscirà a cacciare gli irregolari» L'opposizione accusa il governo: «Chiacchierone e demagogo, non riuscirà a cacciare gli irregolari» Linea morbida contro gli albanesi // Viminale: per le espulsioni non sarà necessaria la forza ROMA. E adesso che cosa succederà, dopo che il ministro del'Interno, Giorgio Napolitano, ha dichiarato che i diecimila albanesi - che diventeranno irregolari il 31 agosto saranno rimpatriati? La linea che il governo si è data è quella di un approccio deciso ma morbido: si dovrà fare opera di convincimento, affinché tutti gli interessati al provvedimento (circa diecimila), accettino di rientrare in patria senza atti di forza. Questi ultimi comunque potranno esserci ma solo in casi limitati e a fronte di palesi resistenze. Fonti del Viminale però fanno sapere che non sarà necessario ricorrere a tanto, in quanto tutti profughi sapevano fin dall'inizio che la loro presenza in Italia andava considerata come una ospitalità momentanea a scopo umanitario. L'operazione rimpatrio comunque non preoccupa più di tanto le forze dell'ordine, in quanto 6500 albanesi sono già stati rinviati al loro Paese in questi mesi, quasi 1400 sono rientrati negli ultimi giorni di giugno, esiste insomma una macchina «oliata» e già collaudata che consente un rimpatrio senza traumi. Di quelli ancora presenti in Italia, 2700 si trovano nei campi di accoglienza e sono quindi pienamente sotto controllo. 5800 sono fuori ma comunque in luoghi conosciuti e quindi facilmente rintracciabili dai carabinieri o dalla polizia. Il problema vero di dove andarli a pescare, si pone solo per circa 3000 profughi che, clandestinamente, hanno abbandonato le sedi loro assegnate e hanno fatto perdere le tracce di sé. Un problema certamente, ma non allarmante come fanno sapere dal Viminale: si tratta pur sempre di un numero estremamente circoscritto, e anche per questi la «latitanza» sarà solo questione di tempo. Gli animi dunque, al ministero dell'Interno, sono quantomai sereni, e perfettamente in linea con quanto detto più volte dal ministro Napoli¬ tano: «L'immigrazione non è una emergenza». Nonostante questa esibita tranquillità però, le opposizioni non credono alle «buone intenzioni», specie in materia di espulsioni, anzi dal Polo ieri sono giunte al governo accuse di essere sostanzialmente chiacchierone e demagogo. Chiacchierone lo è per il leader dell'Ucd, Raffaele Costa, in quanto ha «sbandierato» la sua ferma intenzione di rimpatriare gli albanesi irregolari, pur sapendo che non ha né avrà alcuna capacità di farlo. Raffaele Costa invita «gli italiani a conservare come reliquia una copia dei quotidiani di ieri che annunciavano, come verità di fede, la decisione di Prodi e Napolitano di espellere dall'Italia gli albanesi e gli altri extracomunitari irregolari. Chi conserverà il giornale avrà, tra soli 100 giorni, la prova documentale che il vertice Prodi-Napolitano (quello di Fiumicino di domenica scorsa - ndr) è stato davvero un incontro tra vacanzieri disturbati nel loro riposo da un milione di extracomunitari». Demagogo, invece, il governo lo è per la lista Pannella, perché la legge suh'immigrazione attualmente in discussione non fa che allargare agli extracomunitari la logica dello Stato assistenziale già dichiarata fallimentare. «Per integrare milioni di persone di culture differenti all'interno del nostro sistema economico e sociale - afferma una nota - è necessario abbattere l'impianto di questo Stato sociale, fondato su meccanismi parassitari e assistenziali che condannano milioni di italiani alla disoccupazione e milioni di non italiani alla clandestinità». Anche le regioni hanno fatto sentire la loro voce di protesta. A parlare è stato l'assessore veneto Franco Bozzolin (ccd), secondo il quale «se il governo non è ,^ J in grado di controllare i flussi migratori» le regioni sono disarmate e possono solo subire «i problemi di ordine pubblico che ne conseguono, con gravi ripercussioni sul sistema della sicurezza sociale delle popolazioni». L'arcivescovo di Lecce, (terra che ha fortemente subito l'impatto degli sbarchi clandestini), Cosmo Francesco Ruppi, «auspica» che il governo faccia sul serio quanto promesso per le espulsioni (ma non dimostra di crederci troppo) e il sindacato di polizia Lisipo è ancora più scettico: sui rimpatri si vedrà se Prodi e i suoi ministri fanno sul serio o no. Raffaello Masci gpdi sé. Un problema certamente, ma non allarmante come fanno sapere dal Viminale: si tratta pur sempre di un numero estremamente circoscritto, e anche per questi la «latitanza» sarà solo questione di tempo. Gli animi dunque, al ministero dell'Interno, sono quantomai sereni, e perfettamente in linea con quanto detto più volte dal ministro Napoli¬ aee Costa invita «gli italiani a conservare come reliquia una copia dei quotidiani di ieri che annunciavano, come verità di fede, la decisione di Prodi e Napolitano di espellere dall'Italia gli albanesi e gli altri extracomunitari irregolari. Chi conserverà il giornale avrà, tra soli 100 giorni, la prova documentale che il vertice Prodi-Napolitano (quello di Fiumicino di domenica scorsa - ndr) parassitari e assistenziali che condannano milioni di italiani alla disoccupazione e milioni di non italiani alla clandestinità». Anche le regioni hanno fatto sentire la loro voce di protesta. A parlare è stato l'assessore veneto Franco Bozzolin (ccd), secondo il quale «se il governo non è ,^ J nistri fanno sul serio o no. Raffaello Masci ARRIVI SUL TERRITORIO NAZIONALE 16.964 NULLA OSTA PROWISORI RILASCIATI 10.425 DOAAANDE Dl ASILO 1.685 PRESENTI NEI CENTRI Dl ACCOGLIENZA 2.446 ALLONTANATISI DAI CENTRI CON PREAWISO 5.806 ALLONTANATISI DAI CENTRI SENZA PREAWISO 3.066 RIMPATRIATI 6.517 RIMPATRIATI CON L'ASSEGNO DEL GOVERNO 449 RESPINTI DAL 1° LUGLIO 464 LE REGIONS DOVE SONO PIU' NUMEROSI PUGLIA 700 TOSCANA 360 EMILIA ROMAGNA 350 MARCHE 320 ABRUZZO 300 LAZIO 200 CALABRIA 180