A Bonn nuovo ottimismo

A Bonn nuovo ottimismo A Bonn nuovo ottimismo «Scenderà la disoccupazione» BONN. Mentre a Francoforte la Borsa trema - con l'indice Dax che, nella scia del tonfo di Wall Street, scende al minimo di 3965,31 per risalire in chiusura a 4078,60 - e mentre un fronte euroscettico sempre più eterogeneo assedia il Cancelliere Kohl, il governo federale spande una ventata di ottimismo su un Paese deluso e spaventato dalle incognite dell'Euro: la situazione economica e il mercato del lavoro sono destinati a migliorare a breve termine, annuncia il ministro dell'Economia Guenter Rexrodt, che conferma una crescita del 2,5% nell'anno in corso (e del 2,53% nel '98), esclude «rischi d'inflaziono», e garantisce una «inversione di tendenza» sul fronte che più di ogni altro allarma Kohl e i suoi ministri, la disoccupazione arrivata al record storico di 4 milioni e 300 mila senza lavoro. In autunno, secondo le stime di Rexrodt, il numero degli iscritti alle liste di collocamento smetterà di crescere grazie al buon andamento di una congiuntura alimentata - per la verità - soprattutto dall'ottimo traino dell'export. A fine anno, tuttavia, i disoccupati non scenderanno ancora sotto la soglia critica dei 4 milioni. Proprio domenica, inoltre, l'associazione degli industriali Diht lanciava l'allarme sulle prospettive a breve e medio termine del principale motore della crescita: quest'anno, un marco troppo forte indebolirà le esportazioni - prevede il Diht - facendo perdere alle aziende tedesche una consistente quota del mercato mondiale. Le incognite più gravi, per un Paese angosciato dalla «morte del marco», provengono tuttavia dal blocco delle grandi riforme alle quali il Cancelliere - costretto a un improvviso contrattacco televisivo per difendere il progetto di moneta unica europea - affida un rilancio consistente e duraturo dell'economia: il fisco e le pensioni. Dopo il no del Bundesrat, la Camera regionale controllata dall'opposizione socialdemocratica, al progetto del governo per il «Fisco del Duemila», e dopo un nuovo sì del Bundestag, il Parlamento federale nel quale Kohl ha una risicata maggioranza, il dialogo fra governo e opposizione ristagna e la disponibilità a un compromesso resta minima. Ieri Wolfgang Schaeuble, capogruppo Cdu e delfino del Cancelliere, ha escluso di rinegoziare la riforma fiscale con l'opposizione; anche se qualche concessione all'Spd potrebbe essere fatta prima della nuova seduta del Bundestag, il mese prossimo, soprattutto sulla fascia superiore delle aliquote, che scenderebbero dal 53% al 45% invece che al 39%. Ma sul finanziamento degli sgravi (pari, secondo questa ipotesi, a una quindicina di miliardi di marchi) permangono divergenze anche all'interno della maggioranza, dove i liberali escludono un au¬ mento della benzina e sembrano disposti ad accettare un ritocco dell'Iva soltanto se servisse a finanziare anche la riforma delle pensioni. E' su questo sfondo ricco di incertezze e di contrasti che Kohl gioca una decisiva battaglia per la moneta unica e l'Europa. Davanti a sé, il Cancelliere ha ormai un doppio fronte, che attraversa maggioranza e opposizione: da una parte il probabile sfidante nella corsa elettorale dell'anno prossimo, il socialdemocratico Gerhard Schroeder; dall'altra il leader bavarese Edmund Stoiber, che come la stragrande maggioranza del suo partito, la Csu scomoda alleata di governo, chiede apertamenteun rinvio della moneta unica se quest'ultima non darà «le stesse garanzie di stabilità del marco». Nonostante le rassicuranti previsioni di Guenter Rexrodt, i conti pubblici proprio non riescono a tornare, a Bonn: e a farne le spese, alle prossime elezioni, potrebbe essere Helmut Kohl. Emanuele Novazio ti ministro dell'Economia Rexrodt

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