I tre comandamenti della Farnesina

Finora nessun danno ai millesettecento italiani presenti nel Paese in fiamme I tre comandamenti della Farnesina Evitare la città costiera, Nairobi eie vie verso il mare ROMA. Arriva il vademecum della Farnesina per gli italiani ancora decisi a passare le loro vacanze in Kenya mentre inizia la pioggia di ripensamenti fra le centinaia di italiani in procinto di partire per Nairobi. Il ministero degli Esteri, sentita la nostra ambasciata a Nairobi e l'unità di crisi, ha definito i «tre comandamenti» da osservare per chi desidera evitare guai fra un safari e bagno nell'Oceano. Il primo suggerimento riguarda Mombasa, la città al centro degli scontri, che desta le maggiori preoccupazioni. «Bisogna evitare la permanenza nella città - si legge nel testo - dove da alcuni giorni si registrano in periferia violenti scontri tra la popolazione locale e gruppi di immigrati». Il secondo «comandamento» invita invece ad «evitare di utilizzare la strada che porta da Mombasa a Malindi, perché corre in prossimità dell'epicentro degli scontri». Chi dovesse percorrerla potrebbe incorrere in attacchi e sequestri. Infine, attenzione anche per chi sceglie di soggiornare a Nairobi. «Evitare le zone del centro e i quartieri adiacenti all'Università - conclude la nota - che sono già stati al centro di violente manifestazioni di piazza». La nota località turistica di Malindi viene invece definita «del tutto tranquilla», unica meta tradizionale dei percorsi estivi ancora al riparo dalle sommosse di questi giorni. Anche il ministero degli Esteri di Bonn ha avvertito formalmente i tedeschi dei pe- ricoli di un viaggio in Kenya, esortando i turisti a «evitare di abbandonare i complessi alberghieri soprattutto a Mombasa e Nairobi, adeguandosi rigorosamente alle indicazioni dei tour operator». Di italiani in Kenya comunque ve ne sono ancora parecchi. Secondo Ugo Astuto, della nostra ambasciata a Nairobi, il loro numero di aggira sui 1700, di cui ben 1500 si trova nei centri di Malindi e Watamu a Sud di Mombasa. Nella «città ad alto rischio» i connazionali presenti sono invece oltre duecento. «A questi connazionali suggeriamo - sottolinea Astuto - di rimanere rigorosamente nei loro alberghi, soprattutto nelle ore notturne, perché gli episodi di violenza continuano» senza essere delimitati in un'area particolare. Gli avvertimenti della Farnesina e dei tour operator (che hanno offerto destinazioni alternative) hanno convinto ieri 170 passeggi (su 269) a non salire sull'aereo dell'Air Europe che avrebbe dovuto portarli da Fiumicino a Mombasa. Poche ore prima su un altro volo 138 su 217 avevano rinunciato alla vancanza. Il numero delle rinunce viene previsto da alcune agenzie specializzate con punte del 70 per cento dei casi. Le organizzazioni turistiche affermano di aver ricevuto numerose telefonate di richiesta di informazioni, seguite spesso da un cambiamento della destinazione dal Kenya ad altre mete esotiche, dalla Tanzania al Messico, al Mar Rosso. Ma con le tante rinunce arrivano anche le polemiche. L'associazione «Sos Turismo» - che tutela i viaggiatori - pone il «problema dei rimborsi» per chi decide di restare a casa all'ultimo momento seguendo i consigli della Farnesina. Vi è tuttavia ancora un consistente gruppo - almeno il 30 per cento dei già prenotati che è deciso a partire, sfidando rischi ed ammonimenti. «So bene che vi sono dei problemi a Mombasa - ha detto ieri una napoletana che è salita sul volo dell'Air Europe - ma parto lo stesso». Diverso invece il caso del napoletano Gennaro Prisco che «non può non partire» perché il 23 agosto a Malindi è in programma il suo matrimonio, [m. mo.] | Finora nessun danno ai millesettecento italiani presenti nel Paese in fiamme Militari kenyani trasportano un cadavere e (nella foto piccola) due fratellini sfuggiti all'incendio della loro casa [foto ansa-reuter) Due su tre rinunciano al decollo da Fiumicino per paura di essere coinvolti nelle violenze

Persone citate: Gennaro Prisco