LA NUOVA LEGGE E GLI ALBANESI

LA NUOVA LEGGE E GLI ALBANESI RISPOSTAARUSCONl LA NUOVA LEGGE E GLI ALBANESI CARO direttore, seguo sempre con interesse gli interventi di Gian Enrico Rusconi, e desidero cogliere l'occasione del suo articolo appena pubblicato come editoriale da «La Stampa» per qualche precisazione e considerazione. Non so quali fossero «le aspettative» a cui non avrebbe corrisposto il mio incontro di domenica col presidente del Consiglio. Intrattenendomi con giornalisti di tutte le testate in occasione del tradizionale «giro di Ferragosto», avevo già reagito alle enfatizzazioni, nel senso di chiarire che si sarebbe trattato di un breve incontro di lavoro per fare il punto su alcune delle scadenze più vicine di politica interna. Nessun solenne «vertice»; scambio di vedute su più punti e non solo sul tema dell'immigrazione. E così è stato, come abbiamo poi riferito ai giornalisti. Comunque, concordo col professor Rusconi sulla complessità del confronto che si profila in Parlamento attorno a un disegno di legge sull'immigrazione di cui pure - come égli osserva - è difficile contestare la portata innovativa rispetto alla normativa esistente, la visione d'insieme e l'equilibrio. Il tema è facile da suscitare opposte preoccupazioni e da prestarsi a facili strumentalizzazioni. Ho in questi giorni ripetuto fino alla noia quel che la collega Turco ed io già dicemmo il 26 giugno concludendo la discussione nella commissione Interno della Camera: e cioè che il governo è aperto a ogni utile contributo, a ogni modifica del disegno di legge che ne migliori norme e formulazioni senza colpirne scelte caratterizzanti e logica complessiva. Ciò vale nel rapporto con i gruppi di maggioranza e anche con quelli di opposizione: alla domanda, più volte reite- Giorgio Napolitano CONTINUA A PAG. 14 SESTA COLONNA

Persone citate: Gian Enrico Rusconi, Giorgio Napolitano, Turco