Ma un giornale deve tacere le cattive notizie?

Ma un giornale deve tacere le cattive notizie? LETTERE AL GIORNALE: IL LUNEDI' DI O.ti.B. Ma un giornale deve tacere le cattive notizie? Ogni tanto arrivano lettere di piemontesi che non vivono più a Torino e che chiedono spiegazioni e magari pretendono rettifiche, non accettando le cronache che leggono su questo giornale. Un giornale deve comunicare solo le informazioni buone e rincuoranti e nascondere quelle cattive? Ho ricevuto oggi due lettere del genere. Il primo lettore si raccomanda a me perché faccia avere a Marco Neirotti una sua accorata protesta. Io. d. b.] Due anime per una città «Ho letto con rabbia l'articolo "La lunga notte del branco" pubblicato domenica 3 agosto. E' certo il signor Neirotti di quello che ha scritto? Non è anche lui vittima di allucinazioni dopo un film di violenza visto alla televisione? Mi auguro di leggere presto qualche altro suo scritto dove racconterà che tutte le scene descritte erano solo immaginarie. Ho 65 anni, ho lavorato a Torino 18 anni, ricordo con rimpianto le belle serate d'estate passeggiando con la "fidanzatina" in riva al Po, o le lunghe camminate alla ricerca di un bar dove avevano coni gelati meravigliosi. Tutti uscivamo di casa, alla sera. Piccole orchestre allietavano i passanti in corso Vittorio, negli eleganti déhors dei bar alla moda. L'unica guerra era quella dei bambini che giocavano tra loro, seguiti dai rimproveri dei nonni preoccupati per i loro schiamazzi. Ovunque si respirava un clima di serenità e di gioia di passare qualche ora piacevole. Ora, se Torino oggi è come la descrive Neirotti: violenza, degrado, ricettacolo di ogni genere di delinquenti di tutte le Nazioni (da noi accolti con squisita fratellanza), centro per lo spaccio di ogni tipo di droga, luogo dove si tollera che alcune disgraziate tossicodipendenti vengano "usate" come schiave dagli spacciatori, mi vergogno come piemontese di avere un capoluogo così e lo addito all'esecrazione di tutta l'Italia e di tutte le nazioni civili. Vi ringrazio per l'ospitalità». Luigi Temporini, Viverone (Bi) Gentile Signor Temporini, lei aggiunge tra virgolette un'invocazione al mio collega: «Signor Neirotti, ci dica che non è vero...». Non credo che Neirotti possa smentirsi. Quindi la prego, gentile Signor Temporini, di rileggersi quello che ha scritto Neirotti all'inizio dell'articolo che l'ha tanto addolorata: «I grandi viali tagliano una città che in notti come questa si fa sentire doppia. C'è un'anima bianca, quella che si sveglia, che va e viene dal lavoro, che parte per le vacanze e guarda impaurita e disorientata quell'altro mondo fatto di risse in riva al fiume, di gente che adesso si spara nella schiena sotto i portici accanto alla stazione. E c'è l'altra anima, quella scura, a volte miserabile, a volte strafottente, che usa coltelli e pistole per restare disperatamente attaccata a un angolo di strada, a un pezzo d'asfalto che può voler dire sopravvivenza, oppure soldi oppure ricchezza...». Neirotti le ha anticipato la risposta, gentile Signor Temporini. Torino paga il fatto di essere una grande città. Tutte le grandi città sono in pericolo ma bisogna lottare anche quando ci si torna, come racconta un tori¬ nese all'estero ma fedele alla patria, [o. d. b.] Una rimpatriata bestiale Caro Signor Del Buono, indirizzo a lei questa lettera perché mi auguro che il mio caso serva direttamente o indirettamente al maggior numero di persone, oltre a essere un legittimo sfogo personale. Sono un torinese che vive da oltre 30 anni nel Regno Unito ma vengo con regolarità a Torino per ragioni professionali e per legami di famiglia. Premetto che viaggio (o meglio viaggiavo) in un'auto Wauxhail Astra amaranto, diesel, guida destra naturalmente, targata J949FGO; e non si tratta di una vettura di lusso ma di un mezzo di trasporto e di lavoro. Qualche tempo fa, in pieno giorno, avevano cercato in Piazza Solferino di scassinare la portiera dal lato sinistro, senza successo, ma rovinando completamente la serratura. Per fortuna il lato destro guidatore era a posto e potevo aprire e chiudere la vettura. Alcune settimane fa, posteggio la vettura nei pressi dell'Hotel Turin Palace per ritrovarla con la gomma anteriore destra tagliata intenzionalmente da un coltello o punteruolo. Il gommista mi ha anche detto di non stupirmi troppo perché tale gesto vandalico pare essere abbastanza comune della zona di via Sacchi!! (no commenti la polizia che ci sta a fare?). Non è finita. Sabato 26 luglio alle 6 del mattino in pieno giorno la macchina è stata rubata dall'interno di un cortile in zona Crocetta dove era posteggiata con cancello chiuso, apribile solo con telecomando e chiave specifica Il danno arrecatomi da questo furto va ben oltre il valore materiale dell'auto; infatti conteneva tanti strumenti di lavoro per me preziosi, ma di nessuna utilità commerciale, assolutamente insostituibili perché raccolti in anni e anni di attività. Lascio, poi, immaginare i problemi logistici e il costo che questo furto mi causa in vista del ritorno nel Regno Unito, oltre ad avermi rovinato la vacanza che mi accingevo a fare in Umbria con la famiglia. ITALIA IL BEL PAESE... Si', NELLA DICITURA SUL FORMAGGIO! P. S. Come se non bastasse: avendo avuto una 127 in prestito, l'ho posteggiata alle 8,30 in via Prati, tutto regolare, stri- sce blu, Parking Vaucher da lire 1500 compilato ed esposto sul cruscotto, per trovare una multa di oltre 58.000 lire in quanto via Prati è zona a traffico limitato ed ero fuori orario. Per di più nel pagare la multa (il mattino stesso) hanno accettato solo pagamento in contanti (niente assegni, niente Eurochèques). Sfido chiunque venga da fuori Torino per quanto ligio, osservante della legge e intelligente, a ottemperare a questa balordata della Ztl! Più flessibilità e più buon senso da parte di tutte le Autorità preposte non gua¬ sterebbero. Nel Regno Unito, se si paga subito una multa c'è anche un incentivo (sconto) e si usa comunque la carta di credito. Sergio Treves Esher (Regno Unito) Riflessione dovuta Come deve comportarsi un giornale davanti all'incremento di cattive notizie? Trascurarle, non sottomettendole al pubblico per non inquietarlo e preoccuparlo? Insomma, comportarsi come se i fatti in questione non si fossero neppure verificati? O raccontare al pubblico come stanno andando le cose per non illuderlo con Tot timismo ed esporlo poi a scoperte paurose? Non so quale sia la solu zione migliore. Comunque, credo che non sia il giornale a dover decidere. E' solo il pubblico che può fare la sua scelta. Il giornale può raccontare le favole più belle _ consolanti, ma la realtà resta quella che è. Anzi, se tutti non facciamo uno sforzo, rischia di peggiorare. Io. d. b.]