«Il Koh-i-Noor deve tornare in India»

«Il Koh-i-Noor deve tornare in India» ASIA La disputa per il diamante si aggiunge alle polemiche per la visita della regina al Tempio d'Oro «Il Koh-i-Noor deve tornare in India» La richiesta del premier del Punjab imbarazza Londra LONDRA NOSTRO SERVIZIO E' il pezzo centrale della corona della regina madre, in bella mostra tra i gioielli esposti alla Torre di Londra. Dal celebre diamante soprannominato «montagna di luce» sprizzano scintille di tensione tra Inghilterra e India, due mesi prima della visita ufficiale della regina Elisabetta. Ieri il premier del Punjab, lo Stato che fu costretto a cederlo all'impero britannico nel 1849, ha detto chiaro e tondo che il posto del Koh-i-Noor è in un museo del suo Paese. La richiesta cade in un momento delicato delle relazioni con Londra. Proprio ieri il primo ministro indiano Inder Kumar Gujral, intervistato dal settimanale «The Observer», aveva mandato a dire alla sovrana che farebbe bene a non scomodarsi a visitare Amritsar, città sacra dei sikh e luogo di un orrendo mas¬ sacro compiuto dagli inglesi nel 1919. Molti indiani sperano che Elisabetta chieda scusa per quei terribili fatti. Bisognerà vedere se adesso lei deciderà che è più diplomatico cambiare programma. Come la strage di Amritsar, la città del Tempio d'Oro in cui centinaia di civili furono sterminati in un parco, il Koh-iNoor è un simbolo dello sfruttamento imperiale. Insieme con il premier del Punjab, Prakash Singh Badai, altri prominenti politici indiani ne chiedono la restituzione. Il cinquantesimo anniversario dell'indipendenza indiana, celebrato la settimana scorsa, rende più urgente e spinosa la questione. Il braccio di ferro internazionale potrebbe farsi più duro. Il mese scorso il «Sunday Telegraph» ha scoperto una cosa inaspettata tra i conti «dormienti» resi pubblici dalla Svizzera. Una cassaforte di Zurigo appar¬ tenuta al'ultimo marajah Duleep Singh potrebbe contenere la prova che il Koh-i-Noor era stato estorto con l'inganno dagli inglesi: si dice che vi siano custoditi segreti trattati di Stato. Se così fosse, il diamante avrebbe improvvisamente molte più probabilità di essere rimpatriato. Il marajah Duleep Singh, figlio di Ranjit, il famoso «leone del Punjab», aveva dovuto firmare all'età di 8 anni un trattato che cedeva il suo regno agb inglesi. Secondo il termine usato dall'Enciclopedia Britannica, il diamante fu «acquisito» con l'annessione dello Stato. Duleep Singh venne in esilio in Inghilterra, dove diventò un beniamino della regina Vittoria. Nell'età adulta divenne violentemente antiinglese e cercò invano di riconquistare il suo regno. Nel 1852 il Koh-i-Noor, che in origine era di 186 carati, fu tagliato ad Amsterdam e portato a poco più di 106. La commemorazione del massacro del tempio di Amritsar è l'altra questione che crea tensioni con l'Inghilterra. Il primo ministro Gujral ha detto: «Come governo, abbiamo suggerito agli inglesi che sarebbe molto meglio se la regina non visitasse Amritsar». Comunque ha aggiunto: «E' una visita di buona volontà e non vogliamo aggiungere storicamente nulla che possa creare risentimento... Credo che l'India sia abbastanza grande, e abbiamo l'eredità di Gandhi che ci fa Il celebre diamante Koh-i-Noor incastonato sulla corona della Regina Madre Il gioiello è esposto nella Torre di Londra

Persone citate: Elisabetta, Gandhi, Kumar, Prakash Singh Badai, Ranjit, Singh, Vittoria