In Val Pellice le ultime sei vacche Savoiarde

In Val Pellice le ultime sei vacche Savoiarde In Val Pellice le ultime sei vacche Savoiarde Scomparse dappertutto antiche razze bovine, equine, caprine forestali che la pratica selvicolturale ha ridotto geneticamente uguali. La biodiversità è a rischio non solo per le specie naturalmente presenti nell'ambiente alpino, ma anche per talune piante coltivate e per alcuni animali domestici. Non dobbiamo infatti dimenticare che su questa base naturale di biodiversità si è innestato il lavoro di selezione svolto dall'uomo. Alle risorse genetiche agricole è dedicata una recente ricerca svolta dalla Fondazione Pro Specie Rara di San Gallo (Svizzera) su incarico della Cipra, la Commissione Internazionale per la Protezione delle Regioni Alpine. Lo studio ha evidenziato la scomparsa definitiva di due razze bovine, 14 ovine, 5 caprine. Altre sono a rischio. Tra le razze bovine lo studio segnala i casi della Burlina, della Grigia di Val d'Adige, della Pusteria, della Tarma. La razza Burlina, detta anche Binda, Boccarda, Pezzata degli altipiani, risulta essere presente in poco più di 200 capi in Veneto (Treviso, Vicenza, Altopiano di Asiago). La Grigia di Val d'Adige, presente anche con i sinonimi di Ultinger ed Etsctaler deriva dalla Grigia alpina ed è diffusa in Val d'Ultimo e Val d'Adige con poco più di 20 esemplari ed è dunque in situazione molto cri¬ tica. Poco più rosea la situazione della Pusteria, diffusa in tutte le aree laterali della valle da cui prende il nome (altre denominazioni locali sono Pezzata Rossa Norica, Pustertar Schecken, Pustertalen Sprinzen, Moeltaler Rind), ma che stenta a raggiungere i 60 esemplari. La situazione più critica se la aggiudica tuttavia la razza Tarina o Savoiarda che nel nostro Paese sopravvive in soli 6 capi in Val Pellice. Se dai bovini passiamo agli equini, la razza in maggior sofferenza è sicuramente il cavallo Samòlaco che sopravvive in meno di un centinaio di esemplari nella zona di Chiavenna in pro¬ vincia di Sondrio. In difficoltà nella penisola (circa 100 capi) ma diffuso anche in Austria e Slovenia il cavallo di razza Norica. Tra gli ovini il maggior rischio lo corrono la pecora Brianzola (20 esemplari), la Steinschaf (40), la Bellunese, la Ciuta, la Garessina, la Tacòla, la Villoesser (meno di 100 capi), la Carsolina (150), la Sampeirina (200), la razza Brogne (600 pecore), la Alpagota e la Frabosana (un migliaio di esemplari), la Pecora di Cortena (2000 capi), la Brentegana (3000 pecore). Quasi estinte, in purezza, le razze Savoiarda, la Val Badia, la Livo, la Carnica. Per i caprini le situazioni di maggior difficoltà di conservazione sono denunciate da razze come la Lafrisa Valtellinese, la Locale 4 Corna, la Roccaverano, la Sempione, la Tibetana, la Valdostana, la Vallesana, l'Istriana, la Grigio Alpina, la Bomina e la Bionda dell'Adamello. Quanto alle varietà vegetali allevate sull'arco alpino lo studio della «Pro Specie Rara» evidenzia alcuni casi che richiedono particolare attenzione: le more di gelso, le noci del Piemonte, alcune varietà di vite, di ortaggi, di fagioli, di patate, nonché di cereali, in particolare segale, orzo, grano autunnale e mais. In abbandono coltivazioni come lino, canapa e molte specie di piante medicinali. Oggi, davanti al processo di cosmopolitismo delle specie coltivate che porta alla standardizzazione del patrimonio genetico, dobbiamo preoccuparci anche della salvaguardia del germoplasma delle specie coltivate e delle razze allevate e dunque della biodiversità in campo agricolo. Fortunatamente qualche iniziativa concreta è già stata messa a punto anche su stimolo dell'Unione Europea che ha previsto, nei suoi programmi di intervento, specifici sostegni a questo settore. Non solo, ma molti parchi e aree protette hanno predisposto raccolte viventi di germoplasma, con la coltivazione di varietà tipiche ma in via di abbandono e con l'allevamento di razze bovine, equine, ovine, caprine che corrono il rischio di estinzione. In campo naturale infine diventa strategico salvaguardare, più che le singole specie, soprattutto gli habitat in cui vivono. Quindi non può che essere salutato con favore il progetto europeo Corine nel quale si inseriscono le iniziative di Bioitaly, con il censimento di biotopi che andranno a costituire la Rete Natura 2000. Walter Giuliano

Persone citate: Binda, Corna, Gallo, Walter Giuliano