Un Ferragosto nero per Wall Street

La Borsa Usa cambia strada e sui mercati mondiali è ritornata la paura dei tassi tedeschi e americani La Borsa Usa cambia strada e sui mercati mondiali è ritornata la paura dei tassi tedeschi e americani Un Ferragosto nero per Wall Street Perde il3,11% e trascina tutte le piazze aperte MILANO. La correzione di rotta, alla fine, c'è stata. Proprio a Ferragosto, quando parte dei listini europei è chiusa ma a New York si lavora a pieno ritmo. E' stato un venerdì nero, per dollaro e Borsa. La moneta Usa è arretrata ai livelli di fine luglio (1798 contro la lira), a pochi giorni dal comitato della Federai Reserve, al via da martedì, che dovrà decidere se aumentare o meno i tassi. Ma il vero campanello d'allarme è arrivato dalla Borsa Usa. Wall Street ha lasciato sul campo il 3,1 % sotto una pioggia di vendite, trascinando sotto le Borse europee aperte (da -4,49 a Amsterdam a 2,53 di Londra, al -1,87 di Francoforte). Certo, dall'inizio dell'anno resta un guadagno del 19%, ma la rapidità del cambiamento di rotta è destinata a lasciare il segno. Soprattutto in attesa della riapertura, domani, dei hstini. Che accadrà? Facile che le Borse chiuse venerdì, Parigi e Milano su tutte, dovranno digerire in avvio gli effetti della gelata. Ma poi? «Credo - spiega il professor Giacoino Vaciagc - che dopo un avvio condizionato da Wall Street i mercati si renderanno conto della congiuntura diversa dell'Europa. Dopo il primo nervosismo penso che le Borse avranno andamenti diversi». Non dissimile il giudizio del presidente onorario del Forex, Ernesto Paolillo, (gestore, alla Popolare di Milano, dei capitali di Ronaldo) che prevede che «se il dollaro si manterrà sotto le 1800 lire, le Borse del vecchio Continente troveranno finalmente una nuova spinta al rialzo, perché il mercato capirà che è cambiata la filosofia». Bando all'emergenza, insomma, anche se i punti interrogativi ci sono. Eccome. Per la prima volta dopo tre anni, i tassi Usa sembrano orientati a risalire; dalla Germania arrivano segnali dello stesso tenore, dopo il rialzo dell'inflazione segnalato dalla Bundesbank. Ma riuscirà la timida ripresa europea a reggere a una stretta tedesca? E Greenspan riuscirà, con una frenata, a correggere la corsa della locomotiva Usa senza far deragliare l'intero convoglio? Per quanto riguarda le valute, una frenata del dollaro è senz'altro giustificata dal deficit Usa della bilancia dei pagameti (e da un debito estero di 700 miliardi di dollari); ma a sostenere la valuta Usa sono, oltre all'attesa di rialzi dei tassi («ma non credo - replica Paolillo che i dati sulla ripresa giustifichino una stretta») i giganteschi flussi di capitali in arrivo da Tokyo. Altri problemi per l'Europa. La Bundesbank, comunque, sembra, per ora, in grado di respingere eventuali attacchi al marco ma nuove incertezze sull'Euro e su Maastricht potrebbero mettere a dura prova le parità tra le valute europee. E le Borse? A legger la cronaca di un venerdì difficile sui giornali Usa è proprio il caso di dire che la sorte dei mercati, in questo Ferragosto da brivido, corre sul filo di una lama. Tra le cause del tonfo del 3,1% accusato dall'indice Dow Jones, non c'è soltanto il ripiegamento del dollaro, ma anche l'annuncio, da parte della Gillette, della previsione di un calo degli utili a fine anno. Non è questa una (sgradita) novità di poco conto, per i guru di Wall Street. Innanzitutto, perché la Gillette non è il primo colosso a confessare, dopo anni di utili d'o¬ ro, una correzione dei profitti. Pochi giorni fa un'analoga doccia fredda l'ha riservata la Coca Cola, tradizionale termometro degli umori dell'industria Usa di consumo. Secondo, e più importante, perché la corsa di Wall Street nel '97 è stata giustificata soprattutto dalla corsa degli utili: +10% in media, rispetto ad un anno fa. I conti della Gillette sono l'avvisaglia di un cambiamento di rotta? Finora, tecnologia e costo del lavoro hanno favorito i buoni risultati delle «corporations». Ma, altro segnale negativo per i guru americani, il duro braccio di ferro all'Ups segnala che i tempi stanno per cambiare: per la prima volta da molti anni, i 185 mila dipendenti del colosso delle poste, si battono per aumenti salariali e sicurezza del posto di lavoro. Su Wall Street, insomma, incombe aria di ribasso, come conferma lo stesso Paolillo. «Il ribasso di venerdì - ha spiegato - è il segno di una progressiva, continua, imminente discesa del mercato americano che negli ultimi sei anni non ha mai smesso di correre, raggiungendo livelli francamente eccessivi». Discesa, ma non crollo. «Il mercato continuerà a scendere ma non lo farà tutto in una volta: non dobbiamo aspettarci crolli improvvisi». Quel che dobbiamo attenderci è, però, una costante e progressiva fuoriuscita di quattrini da Wall Street a caccia di buoni guadagni. E una parte di quei capitali potrebbe concentrarsi su Piazza Affari dove, tra poche settimane, arriveranno le offerte Telecom, Ambroveneto e Autostrade. Ma queste considerazioni, pur valide, lasciano il tempo che trovano sul breve e brevissimo termine. Qui vale ancora il vecchio motto per cui «se Wall Street sternuta, l'Europa prende il raffreddore». [u. ber] Il presidente della Fed Alan Greenspan

Persone citate: Alan Greenspan, Ernesto Paolillo, Greenspan, Paolillo