Un business dietro i piromani

Terrore e turisti in fiiga sul Monte Faito. Nessun dubbio sull'origine dolosa: si indaga nel mondo degli appalti Terrore e turisti in fiiga sul Monte Faito. Nessun dubbio sull'origine dolosa: si indaga nel mondo degli appalti Un business dietro i piromani Napoli, tre arresti per gli incendi NAPOLI. Ferragosto di fuoco in Campania dove l'emergenza è riesplosa in questo fine settimana soprattutto in provincia di Napoli e di Salerno. E con le fiamme divampano anche le polemiche sull'origine dolosa dei focolai che si susseguono. Nessuno mette in dubbio che dietro a quanto sta accadendo vi sia la mano dell'uomo, mentre più difficile appare capire quali siano gli interessi che alimentano la «fabbrica» degli incendi. Di sicuro, la Costiera amalfitana continua a bruciare, vanno in fumo alberi e macchia mediterranea sul Vesuvio, mentre sul Monte Faito si è sfiorato il dramma: una barriera infuocata ha lambito ville ed alberghi, costringendo i turisti alla fuga. Individuare i responsabili dello scempio appare difficile. Venerdì sera i carabinieri hanno sorpreso sul fatto ed arrestato tre pastori, i fratelli Cannine, Ciro e Antonio Bosco, che stavano appiccando le fiamme in una zona di fitta vegetazione sui Monti Lattari, nel Napoletano. Gli investigatori ritengono che mirassero a distruggere un'area boschiva per consentire il pascolo delle pecore. Ma in molti altri casi è quasi impossibile individuare i piromani e gli obiettivi che li muovono. Come per l'incendio che il giorno di Ferragosto ha seminato il terrore sul Faito, dove lo scorso anno scomparve la piccola Angela Celentano. I focolai sono divampati in punti diversi nel primo pomeriggio e le fiamme si sono ben presto estese fino a sfiorare case e strutture alberghiere. Sono stati impiegati fino all'imbrunire elicotteri e Canadair, ma prima che la situazione tornasse sotto controllo chi ha potuto è fuggito via, mentre altri hanno vissuto ore di paura. Chi c'è dietro la distruzione dei boschi del Faito? I carabinieri ricordano gli arresti di «stagionali» eseguiti in passato nella zona: lavoratori precari addetti alla sorveglianza e interessati alla prosecuzióne degli incarichi. E qualcuno fa notare che alla distruzione segue la «bonifica» con il ricorso, in tempi ristretti, a ditte incaricate di rimuovere massi e prevenire frane. Un cocktail di interessi muove del resto anche i piromani che stanno mettendo in ginocchio la Costiera amalfitana. Venerdì gli incendi hanno provocato la chiusura della provinciale che attraversa il valico di Chiunzi (riaperta poi nella tarda mattinata di ieri) con situazioni di crisi a Ravello, dove le fiamme hanno minacciato alcune abitazioni. Ed il giorno seguente nuovi focolai tra Cetara e Maiori, nella Valle delle Ferriere a ridosso di Amalfi, a Pogerola. Il fuoco si sviluppa quasi sempre di sera, quando è impossibile utilizzare mezzi aerei, in aree impervie. Dalla prefettura di Salerno è partito un appello a tutti i cittadini affinché collaborino alla cattura dei piromani che, però, hanno gioco facile: basta conoscere bene la montagna, utilizzare candelotti a lenta combustione e l'impunità è assicurata. Tuona contro la mancanza di prevenzione il presidente della commissione Agricoltura della Camera, il verde Alfonso Pecoraro Scanio che chiede l'intervento di Romano Prodi e parla di una situazione «gravissima ed ingestibile» degli incendi «in gran parte del territorio nazionale». Quel che sta avvenendo in Campania per Pecoraro Scanio dimostra che «nonostante le tante parole sul federalismo, le regioni si dimostrano peggiori dello Stato centrale» e che «nessuna iniziativa di prevenzione seria è stata realizzata». «A questo punto insiste il deputato dei verdi - è importante che vi sia un intervento diretto del governo centrale». Ma il presidente della Regione Campania, Antonio Rastrelli, parla di «un disegno criminale doloso»: «Bisogna prendere misure conseguenti ed evitare che al dolo si aggiunga anche la beffa del premio». Rastrelli preannuncia «rigidissimi criteri selettivi» nelle forme di indennizzo e di finanziamento. «Il bosco va difeso perché la natura è preziosa - sottolinea - ma la mano dell'uomo travolge tutto e in certe condizioni neppure l'Aeronautica militare americana potrebbe fare molto». Mariella Cirillo E' emergenza incendi anche in Abruzzo Un agente del Corpo Forestale al lavoro Un elicottero della Forestale impegnato nello spegnimento dell'incendio sul Monte Faito

Persone citate: Alfonso Pecoraro Scanio, Angela Celentano, Antonio Bosco, Antonio Rastrelli, Lattari, Mariella Cirillo, Pecoraro Scanio, Romano Prodi