L'auto nel canale diventa una trappola di morte

E' finita nell'acqua dopo aver urtato una vettura durante un sorpasso. Polemiche per la strada senza guard-rail E' finita nell'acqua dopo aver urtato una vettura durante un sorpasso. Polemiche per la strada senza guard-rail Lauto nel canale diventa una trappola di morte Annegano padre, madre e trefigli piccoli vicino a Venezia VENEZIA. Padre, madre e tre figli piccoli, morti annegati in un canale dopo l'uscita di strada della loro vettura. Una famiglia distrutta, nella notte di Ferragosto, mentre cercava di arrivare in tempo a Jesolo per lo spettacolo dei fuochi artificiali. Lo avevano chiesto proprio i bambini, Cristiano di 7 anni, Stefano di 4 e Andrea di 3, alla mamma Rosanna, 30 anni, maestra elementare, e al papà, Paolo Grigolon, 40 anni, veterinario di Santo Stino di Livenza: «Portaci a vedere i fuochi». Il padre aveva telefonato agli amici che stavano già nella città balneare: «Stiamo arrivando». Aveva quindi caricato tutti sulla Bmw famigliare e, nella notte che si faceva minacciosa di lampi e tuoni, aveva imboccato la provinciale: una strada tutta curve, stretta, poco illuminata e senza guard rail, ma di solito meno intasata della più sicura statale Jesolana. Una corsa contro il tempo, perché erano ormai le 21 e lo spettacolo pirotecnico stava per cominciare. Così, probabilmen- te, il veterinario pigiava sull'acceleratore. A un tratto si imbatte in una Fiat Uno che procedeva più lentamente e azzarda il sorpasso poco prima di una curva. Ma è costretto a rientrare rapidamente perché sulla carreggiata opposta arriva un'altra vettu¬ ra. La Bmw urta il muso della Uno e Paolo Grigolon perde il controllo: trenta metri percorsi sul ciglio della strada, poi il tuffo nel canale, due metri più sotto. L'auto, che aveva il tettuccio aperto, sprofonda rapidamente. Il conducente e la moglie forse sono tramortiti dallo schianto. I figli stanno accovacciati nel sedile posteriore. L'autista della Uno, Stefano Danieli, 19 anni, di Meolo, si tuffa in acqua per cercare di salvare le persone a bordo. Sfonda a pugni un finestrino, riesce a estrarre i due genitori e il figlio più grande: respirano ancora, ma stanno rantolando. Moriranno poco dopo, durante il trasporto all'ospedale. Intanto, da una delle case lungo quel tratto di strada qualcuno telefona alla polizia. Arrivano anche due autoambulanze e i vigili del fuoco. Mentre si tenta la disperata corsa all'ospedale per i tre già estratti dal canale, i vigili recuperano il corpo di un altro figlio, il più piccolo. Della quinta vittima si accorgeranno soltanto una volta riportata la vettura con la gru sulla sede stradale. E adesso quella strada pericolosa finisce sotto accusa. «Ora diranno che mio fratello correva», commenta amaro Filippo Grigolon, che è stato informato della tragedia soltanto la mattina dopo. I genitori, il medico condotto di Santo Stino e la mo¬ glie, usciti di buon mattmo, non sapranno nulla fino a mezzogiorno. I suoceri, in vacanza sull'altopiano di Asiago, addirittura soltanto in serata. «Diranno che correva, che gli piacevano le auto, che amava la velocità. Ma su quel tratto di strada nessuno ha mai pensato di mettere un guard rail: costava troppi soldi o troppa fatica. Adesso provvederanno di sicuro: adesso che ci sono i morti, che mio fratello e la sua famiglia non ci sono più». «Quando abbiamo chiesto alla Provincia di intervenire ci hanno risposto che non c'erano fondi», racconta il sindaco di Eraclea, Alberto Angeloni. E quella strada, pur con qualche miglioria, è rimasta stretta e dissestata. «Quest'ultimo gravissimo episodio conferma che non si può più rinviare: i soldi li trovino, lo andremo a chiedere subito all'amministrazione provinciale». E a Santo Stino di Livenza, in occasione dei funerali, ci sarà il lutto cittadino. Mario Lollo L'auto della famiglia annegata nel canale in provincia di Venezia

Persone citate: Alberto Angeloni, Filippo Grigolon, Mario Lollo, Padre, Paolo Grigolon, Portaci, Stefano Danieli

Luoghi citati: Asiago, Eraclea, Jesolo, Meolo, Santo Stino, Santo Stino Di Livenza, Venezia