Bossi: col Papa polacco la Chiesa arretra

«Giovanni XXIII era un gran Lombardo, con Wojtyla si è tornati a investire nella politica» «Giovanni XXIII era un gran Lombardo, con Wojtyla si è tornati a investire nella politica» Bossi; col Papa polacco la Chiesa arretra «Ipreti sono l'altra bretella del regime» PONTE DI LEGNO DAL NOSTRO INVIATO Giovanni XXm, che era il Papa buono, da lassù perdonerà di certo. «Un Gran Lombardo», lo santifica Umberto Bossi dal suo laico castello. Mica come il Polacco. «Papa Roncalli disse che erano finiti gli interessi della Chiesa per la politica, invece il Papa Polacco ha portato la Chiesa ad investire nel potere temporale, nello Ior dei Marcinkus, nella politica...». Evviva il Gran Lombardo, abbasso il Polacco: «Con lui la Chiesa ha preso la strada del gambero». Sempre da lassù, il bergamasco Giovanni XXU.I dovrà perdonare anche questa: «I fedeli padani, nella Bergamasca, vanno in chiesa con il fazzoletto verde. Lo fanno per ammonire l'officiante: non devi imbonire con il razzismo e il colonialismo di Roma! Nelle chiese ci sono funerali con la bandiera della Padania e c'è chi si fa" seppellire nella nostra bandiera: se rinasceranno rinasceranno padani». Il Vaticano, l'ultimo mal di pancia di Bossi: il «Nazionalclericalesimo» che viaggia con il «Nazionalsocialismo» e il «Nazionalsindacalesimo». Pausa. E' il giorno dopo Ferragosto, e chi arriva da queste parti, in fondo alla Valcamonica, dovrebbe aver per la testa vacanza e riposo. Fuori dal castellotto dove Bossi passa l'agosto da sette anni, vacanza e riposo si rivelano una nutrita folla di padani, famigliole in devoto pellegrinaggio, mamme e papà e bimbi chi in camicia, chi in foulard, chi il cappellino, il marsupio, la cintura, la bandiera verde. Una folla che tenta di scrutare il riposo del Padano, ma non può perché al cancello c'è un'altrettanto nutrita folla di fotografi, cameramen, giornalisti di radio e televisioni e quotidiani. Per metà pomeriggio si attende il risvéglio del Padano, e allora la folla sciama a gruppetti nel paesone, sì ricompone al bar Qlirapic, chissài che sia venuto a giocare a calciobalilla?, oppure all'Hotel Mirella dove l'aspetta Erminio Boso verde fin nei mutandoni. Il Padano non ha gran voglia, lui sì che vorrebbe riposare. Ma i pellegrini premono, i cronisti pure, prego, avanti a piccoli gruppi come alla visita di leva. Fine della pausa. «Berlusca dice che in agosto parlano solo le seconde file, ma come mai siete tutti qui da me?». Il cardigan sopra la canottiera, Bossi ha buon gioco e sfotte. E' che dopo il «povero pirla» a Berlusconi magari ce n'è per qualcun altro. Giovanni Paolo II, il Polacco, l'ha schivata, ma Berlusconi resta nella medesima posizione: «Pentito per averlo definito così? La verità è la verità, le mie parole sono la radiografia del presente». Con i giornalisti che entrano a scaglioni, Bossi può recitare la parte del tranquillo signore di Padania che ha già visto il futuro: «Ormai sono un vecchio del mestiere». E il futuro, «ma quante volte devo ripeterlo?», è nella na scita della Padania a settembre con tanto di elezioni il 26 ottobre «Finirà la palude e da Roma non potranno più far finta di niente Alzano la voce perché non hanno la forza, ma se la hanno la usino...». Per le elezioni si preparano le liste: la destra padana di Vito Gnutti, la sinistra di Marco Formentini, l'ambiente di Boso, i cattolici di Giuseppe Leoni... Il Padano in Valcamonica si ricarica. Il Vaticano, dunque: «I fedeli padani stanno mandando segnali forti». L'«Esercito di Franceschiello», che sarebbe tutto un truppone guidato dal «Caporal D'Alema» con il seguito del «sindacato strapagato», dei «Vescovoni sulle giumente» e del «Conductor Berluscons con gli occhiali scuri, a testa bassa, nelle retrovie, agganciato alla mangiatoia del grande magnamagna del Par- tito Stato». A questo Esercito si è appena unita un'altra vecchia conoscenza, De Petrus. «In politica le contraddizioni si pagano, lo so bene io che mi sono dovuto alleare con Berlusconi per le elezioni e per il governo. La candidatura di Di Pietro nell'Ulivo, per D'Alema, è una gran bella contraddizione che si assomma a tutte quelle che lo portano al Nazionalsocialismo. Di Pietro è l'emblema della contraddizione nell'Ulivo, e non mi stupirei se l'ultima inchiesta contro di lui arrivasse da sinistra. E' chiaro, no? Così se lo levano dalle scatole e risolvono la contraddizione più evidente». Da Ponte di Legno, a chiunque, Bossi è sempre pronto ad elencare «quanto bolle neDo stomaco della Storia». La politica, la sua politica, resta sempre la solita: vedere l'effetto che fa. E va di lusso se fila via liscia come per la vicenda delle elezioni di Venezia, mezzo Polo ad inseguirlo per un'alleanza ad effetto, mezzo Polo che si dimentica secessioni e adunate sul Po, e lui che si mette in tasca a costo zero lo scioglimento del consiglio provinciale di Vicenza. Gli hanno chiesto se era in programma un vertice con Berlusconi, appunto per Venezia, e lui pensava a un altro scherzo di Gnutti, come quello delle 200 statue di cemento, con Bossi a cavallo, già ordinate e pronte per la consegna. Formidabile anche quest'agosto, per Bossi. Altri politici pagherebbero pur di avere tutto questo seguito di tv e microfoni e taccuini. Per registrare anche quest'ultimo botto: «Se esercito o polizia si muovessero contro di noi si scoprirebbe che sarebbero in molti a togliersi la divisa per mettere il fazzoletto verde al collo». Giovanni Cerruti «Il caporal D'Alema guida l'Esercito di Franceschiello: un truppone con al seguito vescovoni sindacato strapagato e il Berluscons» «Il futuro è nella nascita della Padania a settembre e con le elezioni il 26 ottobre» «Il cavaliere dice che in agosto parlano solo le seconde file, ma come mai siete tutti qui da me?» VHP In alto da sinistra il sole padano, il cinghiale; fra i simboli «lumbard» la ruota. Sotto, il carroccio A fianco, il rito dell'ampolla Il leader della Lega Bossi e Papa Wojtyla

Luoghi citati: Ponte Di Legno, Roma, Venezia, Vicenza