Curzi: «lo non mi ritiro Ribellatevi a Tonino»
Curzi: «lo non mi ritiro Ribellatevi a Tonino» L'ex direttore di Telekabul candidato al Mugello Curzi: «lo non mi ritiro Ribellatevi a Tonino» ROMA. L'Ulivo insiste sulla candidatura di Di Pietro? «E allora io, cari compagni, insisto e mi candido al Mugello». Così, Alessandro Curzi, in un editoriale per Liberazione, il quotidiano di Rifondazione comunista, conferma la sua decisione, spiegandone il perché. «Chi ha voluto imporre una candidatura per più di un verso equivoca - scrive Curzi - fidando nelle sue capacità di governare ogni evento (e anche l'aspirante senatore) non sembra voler rimettere in discussione la sua scelta». Di fronte a ciò, l'ex direttore del Tg3 non solo non si tira indietro ma, annuncia, si prepara «al lavoro e alla lotta»: «La battaglia sarà difficile». Nell'editoriale, Curzi ripercorre le tappe della vicenda e ricorda che la sua autocandidatura è nata a seguito della «decisione autoritaria di alcuni dirigenti del Pds di imporre Di Pietro quale senatore dell'Ulivo nel Mugello». Questo, a suo giudizio, «deve trovare una ribellione democratica aperta e organizzata». Per due motivi ben precisi: la persona del candidato e la scelta del collegio. «Non mi riferisco ai comportamenti dell'ex pm di Mani pulite - scrive Curzi - benché i suoi repentini abbandoni, sia dalla magistratura che dall'incarico governativo, non siano stati mai chiariti». «Mi riferisco - prosegue Curzi alla cultura che esplicitamente Di Pietro incarna: il disprezzo della politica e dell'agire politico; l'autopartitismo generico e volgare; la convinzione che un uomo, in virtù del suo carisma e non già delle sue idee e dei suoi programmi, possa proporsi come il protagonista di cambiamenti radicali, ottenendo un suggello plebiscitario. Né si dà segno di aver abbracciato un nuovo costume culturale, partendo da un'occasione presa al volo. Un collegio senatoriale resosi libero, un collegio la cui caratura democratica e fl forte sentire progressista assicurano, al d; fuori o, meglio, senza bisogno di battaglia elettorale, la vittoria certa». [r. int.)
Persone citate: Alessandro Curzi, Curzi, Di Pietro
Luoghi citati: Roma
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