Destinazione Sarajevo per gli alpini volontari

La missione della Taurinense Destinazione Sarajevo per gli alpini volontari In Bosnia Unterò comando brigata «Soldati di leva non sono penalizzati» La missione della Taurinense Tornano in Bosnia gli alpini della Taurinense per garantire, assieme agli altri contingenti Nato, il regolare svolgimento delle elezioni. Dall'altro giorno, uomini e mezzi del 3° Reggimento hanno cominciato a lasciare la caserma «Berardi» a Pinerolo: la fetta più consistente del reparto decollerà lunedì da Caselle destinazione Sarajevo. Tutti alpini volontari che sostituiranno le penne nere di leva della brigata Julia, da due mesi nell'ex Jugoslavia. A Pinerolo, ieri mattina alla cerimonia di saluto del contingente con il vescovo della diocesi mons. Pietro Giachetti ed il sindaco Alberto Barbero, c'era anche Pasquale De Salvia, comandante del 4° Corpo d'armata alpino. Una vigilia di Ferragosto ulteriormente surriscaldata per lo Stato Maggiore dell'Esercito dalle polemiche innescate dal generale Luigi Manfredi, predecessore di De Salvia e oggi senatore di Forza Italia, sulla «penalizzazione dei giovani piemontesi, liguri e valdostani ai quali i reparti della Taurinense sono ormai vietati a causa della presenza di soldati professionisti». «La scelta dei volontari era inevitabile per poter affrontare le missioni all'estero; le truppe alpine rischiavano di essere tagliate letteralmente fuori da questi tipi di interventi, se non avessero deciso di trasformare la Taurinense in una brigata di professionisti. Ma l'alpino di leva non sparisce». De Salvia snocciola qualche cifra: «Su un organico di 20 mila uomini, il corpo d'armata alpino disporrà di 3 mila soldati volontari, quindi per la leva ci sarà ancora grandissimo spazio». Non per i ragazzi di Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta che finivano nelle caserme di Torino, Rivoli, Fossano, Cuneo, o Boves come sostengono alcuni parlamentari in un'interrogazione al ministro Andreatta. «In queste regioni come in Il generale Pasq ale De Salvia gran parte del Nord, dobbiamo fare i conti con una percentuale altissima di giovani che sceglie il servizio civile, senza dimenticare la natalità nelle valli ormai ridotta a cifre modeste». Inevitabile dunque il ricorso al serbatoio del Sud Italia? «Stiamo facendo di tutto per convincere molti giovani a scegliere questo mestiere; alcuni risultati si stanno vedendo, ad esempio molti ragazzi della Julia che hanno concluso la loro missione in Bosnia hanno chiesto di raffermarsi ancora per un anno». Taurinense «brigata di proiezione», cioè pronta a impieghi rapidissimi, e con personale addestrato ad operazioni di «peace keeping» sempre più richiesti in ambito internazionale. «Alla brigata Julia spetteranno invece compiti nel quadro della cooperazione con altri Paesi Nato - aggiunge De Salvia - mentre la Tridentina manterrà le sue caratteristiche di impiego nazionale». Una rivoluzione nelle truppe alpine che ha significato una perdita minore in termini di uomini e reparti rispetto ad altre specialità dell'Esercito: «Certo non esistono più né l'Orobica, né la Cadore, ma si è trattato dell'eliminazione di comandi brigata: gran parte dei loro reggimenti continua a vivere» spiega De Salvia. La Taurinense si prepara a sciogliere il battaglione Mondovì; sabato 30 agosto a Cuneo ci sarà la cerimonia che precederà di due giorni quella d'ingresso neh" «organico» della brigata piemontese del 9° reggimento di stanza all'Aquila, che non farà più parte della Julia. A metà set tembre, in Bosnia si trasferirà l'intero comando della Taurinen se, guidato dal colonnello Ar mando Novelli: quasi certamente toccherà agli alpini concludere la missione italiana nell'ex Jugoslavia, ai primi del '98. Guido Novarìa Il generale Pasquale De Salvia A metà settembre in . Bosnia si trasferirà l'intero comando della Brigata Taurinense. Quasi certamente saranno gli alpini a concludere la missione italiana nella ex Jugoslavia ai primi del '98