Fachiri in un fiume di spine

Europei di nuoto: oggi a Siviglia nelle acque del Guadalquivir di scena i fondisti azzurri Fachiri in un fiume di spine Europei di nuoto: oggi a Siviglia nelle acque del Guadalquivir di scena i fondisti azzurri Mille peripezie per raggiungere ilpodio SIVIGLIA DAL NOSTRO INVIATO Il Guadalquivir offre oggi le sue torbide acque ai temerari del fondo e del gran fondo, disciplina fra le meno conosciute in campo natatorio, ma di certo la più massacrante. Stamane cominceranno le ragazze della 25 km, quindi nel tardo pomeriggio toccherà agli uomini della 5 km. Domenica stesso programma, ma invertito tra settore maschile e femminile. Che cos'è il gran fondo? Semplice: una scommessa temeraria che sfiora la follia. Ci si tuffa in acque anche fredde e limacciose, poi si combatte contro tutto, avversari, correnti, relitti galleggianti, pesci e vegetazione, - nuotando magari per più di cinque ore senza un attimo di sosta, senza mai un appiglio. Perché impegnarsi in una simile disciplina? «Per misurarsi con se stessi e scoprire i propri limiti», dice Fabio Fusi, ex ranista di talento prima di dedicarsi con altrettanto successo alle grandi distanze. Oggi l'azzurro diserterà la 5 km che pure è a lui congeniale: ha infatti preferito risparmiarsi per la maratona dei 25 km di domenica, lasciando spazio nella gara più breve ai compagni Luca Baldini, Stefano Rubaudo e Fabio Venturini. Per la 25 km donne l'Italia punta su Gaia Naldini, Susanna Quaglierini e Valeria Casprini, quest'ultima già terza nei 5 mila agli Europei di Vienna '95. Fra i sei azzuri in gara oggi, po- trebbe saltar fuori la prima medaglia italiana di questa rassegna continentale di Siviglia. Ieri, però, nessuno di loro pensava al podio. Erano concentrati sulle insidie del percorso: quell'acqua così scura e fangosa del Guadalquivir, quei pesci morti incrociati durante gli ultimi allenamenti, le secche vicino alla boa di virata... Meglio un sopralluogo in più sul tracciato di gara, per ridurre al minimo gli imprevisti, anche se nel gran fondo non ci si spaventa di nulla. E infatti l'aneddotica di questi atleti d'acciaio è ricca e curiosa. Ai Mondiali di Perth '91 capitò per esempio che i concorrenti della 25 km fossero frettolosamente ripescati dalle barche d'appoggio perché attaccati dagli squali. Un paio di anni fa, in Argentina, l'az¬ zurra Casprini si trovò la rotta sbarrata da una mandria di bovini che stava guadando il fiume di gara; mentre Fusi, in mare aperto, dovette evitare un wind-surf ribellatosi ad un bagnante inesperto. Nell'acqua salata c'è poi il terrore delle meduse. I fondisti si presentano alla partenza cosparsi di oh e pomate: grasso di foca o di balena nella stagione fredda, crema protettiva contro il sole in estate. Ma, dopo lo sparo dello star, bastano pochi metri per dimenticare freddo o caldo. E si inganna il tempo cantando o ripassando la strategia di gara. Nella 25 km, poi, c'è l'accompagnatore sulla barca d'appoggio che diventa un punto di riferimento indispensabile, il referente di criptici messaggi fatti di smorfie, ammiccamenti, sbuffi, sorrisi. E' lui a cogliere gli appelli dell'atleta e a passargli ogni 20-30 minuti i rifornimenti: carboidrati, sali, vitamine, aminoacidi ramificati più eventuali antinfiammatori e antidolorifici. Alla fine della gara ci si può ritrovare con 5 o 6 chili di meno e comunque si esce dall'acqua stremati. Ovviamente fanno parte del clan azzurro medici e biologi nutrizionisti, oltre a uno psicologo. «Lo psicologo ha un bel lavoro da svolgere, perché se non sei un po' svitato ii gran fondo non lo fai proprio», è il commento finale di Fusi. L'autoironia è una dote importante in questi giovani paladini dello sport estremo. Giorgio Vìberti Valeria Casprini un'azzurra di punta per la gara dei 25 km di fondo che si disputa oggi a Siviglia nelle acque del Guadalquivir e che sarà seguita dalla prova maschile sui 5 chilometri

Luoghi citati: Argentina, Italia, Siviglia, Vienna