FACCE DA RECORD Gebre e i due kipketer tre storie da raccontare

Tre africani hanno rilanciato l'atletica-show nella fantastica notte di Zurigo FACCE DA RECORD Gère e i due Kipketer tre storie da raccontare Tre africani hanno rilanciato l'atletica-show nella fantastica notte di Zurigo LA FORZA DEI MEETING MILIARDARI SE l'atletica aveva concluso le gare iridate di Atene facendo storcere il naso a chi ne misura la qualità in base ai record, la notte magica di Zurigo ha riconciliato i più. Tre primati in meno di 80': un'impresa senza precedenti che consolida la fama del meeting più ricco e più famoso al mondo. Gebrselassie e i due Kipketer hanno lasciato il Letzigrund con un bel gruzzolo: l'etiope, a un ingaggio cu 75 mila dollari, ne ha aggiunti altrettanti per il record (50 mila previsti e 25 mila come bonus ad personam) più il lingotto d'oro da un chilo: circa 300 milioni di lire, ai quali si aggiungeranno i premi previsti dai contratti con gli sponsor. Poco meno ha intascato Kipketer «il danese» mentre Wilson Boit, il meno famoso dei tre, ha dovuto «accontentarsi» di un ingaggio sui 20 mila dollari più i 50 mila del record e il lingotto. La metà degli altri Ma bastano tutti questi soldi per spiegare i primati? Facendo un paragone con i Mondiali, dove un record avrebbe fruttato 50 mila dpjlari (in aggiunta al 60 mila per tutti i" vincitori: quindi come cifre non ci si discosta molto) occorre rilevare la diversa mentalità che caratterizza le gare. Nelle prove iridate l'obiettivo è vincere. Questo spiega, e giustifica, tattiche nemiche della qualità dei risultati. Tanto più che anche tra connazionali spesso c'è rivalità: i selezionati rappresentano, infatti, il meglio di una nazione e ciascuno difficilmente è disposto a rinunciare alle proprie chances. Nei meeting, dove gli organizzatori devono stimolare al massimo la qualità per soddisfare il pubblico pagante e cercare di strappare, l'anno successivo, contratti televisivi migliori, si fa di tutto per favorire il risultato. E se per i concorsi o lo sprint giocano un ruolo decisivo le condizioni del momento, le corse lunghe permettono di predisporre gare sul ritmo, con le quali si creano presupposti per i record. Può darsi che i soldi siano la molla per qualcuno, ma non sono tutto. Gebrselassie era sincero l'altra sera quando spiegava che lui pensava a battere Komen e basta. Ma la gara era stata impostata così veloce che, alla fine, il primato se lo è trovato servito sul piatto. Giorgio Barberis WILSON BOIT, LA BELLA NOVITÀ' Quando ad Atene il prof. Gabriele Rosa e un caro e antico esperto di atletica come Ottavio Castellini presentarono Wilson Boit Kipketer come possibile sorpresa dei 3000 siepi in molti ritennero che peccassero di ottimismo. Il ragazzo, 24 anni il prossimo 6 ottobre, era reduce da una serie di buone gare, nelle quali aveva confermato il buon diritto a rappresentare il Kenya nella specialità dove più schiacciante è il suo dominio, ma Moses Kiptanui era uno degli «intoccabili», il pretendente più logico a confermarsi per la 4a volta campione del mondo. E invece Wilson Boit, occhi che scrutano l'interlocutore quasi anche lui volesse scoprire qualcosa del privato di chi gli sta di fronte, ad Atene ha vinto. «Era l'obiettivo, sapevo di potercela fare - ricordava l'altra sera - e per questo sulla pista di Zurigo mi sarebbe bastato ripetermi, arrivare ancora primo, battere ancora Kiptanui che per noi keniani rappresenta tantissimo. Al record non ci pensavo». Tattica diversa da quella dei Mondiali: seguito il «maestro» che invece al primato ci puntava, anziché limitarsi alla volata negli ultimi 200 metri come ad Atene, Wilson è andato in testa a due giri dalla fine per poi guadagnarsi, con un ulteriore cambio di ritmo, quei 3-4 metri che lo hanno reso imprendibile: 7'59"08 il tempo, il secondo di sempre sotto gli 8', un decimo in meno del limite di Kiptanui. Una sorpresa, che è anche una conferma. «Appartengo alla tribù Keijo - racconta - e la mia famiglia è numerosa: siamo otto fratelli e tre sorelle. Queste vittorie possono cambiare la nostra vita così come la mia è cambiata quando, 9 mesi fa, ascoltando il consiglio di Tanui mi sono unito al Fila Team del dr. Rosa. Ora dovrò raddoppiare gli sforzi perché non sarò più la "novità" e Kiptanui farà di tutto per riprendersi il record che gh ho tolto». [g. bar.] WILSON, L'ANTIPATICO «DANESE» Se nell'atletica c'era un primato da battere era quello degli 800. E non perché fosse il più vecchio, risalendo al 1981, ma per le qualità mostrate da Wilson Kipketer - quello che ora viene ribattezzato «il danese» per distinguerlo da Wilson Boit Kipketer il siepista - negli ultimi anni. Un atleta che, da solo, riesce a percorerre quattro volte l'anello indoor in un tempo di l'42"67, all'aperto non può che far meno di l'41"73. Si tratta solo di trovare l'occasione giusta. E il Danese l'occasione l'ha avuta e sfruttata al Letzigrund, chiudendo in l'41"24, dopo che poco più di un mese fa a Stoccolma era riuscito incredibilmente a pareggiare al centesimo il limite del baronetto Coe. «Tutto è stato perfetto: il clima, le lepri, l'ambiente. Ma non voglio parlare del record né della possibilità di migliorarlo ancora» questo l'unico commento di Wilson che poi, ribadendo la fama di antipatico, ha disdegnato ogni successiva intervista. D'altronde, è abitudine di Kipketer, 27 anni il prossimo 12 dicembre, banalizzare ogni risposta, quando proprio non può sottrarsi. «La mia vita non vi riguarda e nell'atletica vale solo quello che faccio in pista» ha specificato un giorno lasciando così tutti nel dubbio se la sua scelta di trasferirsi dal Kenya in Danimarca all'inizio degli Anni Novanta, fu dettata dall'amore, oppure anche da altri motivi. Certo è che non soltanto da sei anni ha avviato la pratica per diventare cittadino danese - e per questo, non avendo ancora il nuovo passaporto, gh è stata impedita la partecipazione all'Olimpiade che è governata da leggi differenti da quelle dell'atletica internazionale - ma anche che non mostra alcuna simpatia per i suoi ex compatrioti. Al punto che ad Atene ha abbracciato il cubano Tellez e lo statunitense Kennah perché, alle sue spalle, erano riusciti a escludere Konchellah dal podio. Un personaggio difficile, dunque, questo Wilson Kipketer. Senza però nulla togliere alle sue qualità dì campione vero. [g. bar.] Il piccolo boss etiope - Neftenga, come lo hanno ribattezzato in Patria - ha impartito l'ennesima lezione ai keniani, sfottendoli anche quando ha ricordato che erano state «ottime lepri» per lanciarlo verso la vittoria e il miglioramento del record dei 5000 che già gli apparteneva con 12'44"39. Il tempo di 12'41"86, non cercato perché l'obiettivo era battere Komen, dice molto di Gebrselassie, contro il quale è sempre più difficile trovare una tattica vincente: neppure provare a fiaccarlo con continui attacchi, come accadde sulla pista di Atlanta, è stato sufficiente per averne ragione. E' uscito dalla pista con le vesciche ai piedi, distrutto ma primo. E ad Atene, con Tanui e Hissou quasi in soggezione, per lui è stata una passeggiata. «Questo record è importante, forse il più importante - ripeteva l'altra sera Neftenga, gh occhi furbi che guizzavano ovunque sprizzando gioia -: non me l'aspettavo. Sapevo di star bene, di poter fare una buona gara. Ma rispetto Komen e sapevo che batterlo non sarebbe stato facile». Così lo ha seguito come un'ombra per piazzare una prima botta a 600 metri dall'arrivo. L'ultimo giro lo ha corso in 55", i 200 finali in 26": difficile pensare che, correndo a ritmo di NEFTENGA, IL PICCOLO GRANDE BOSS primato, si possa fare meglio. «Il mio sogno - confessa - è di essere l'atleta dell'anno: ho vinto nell'inverno e nell'estate il titolo mondiale, ho fatto record indoor e all'aperto. Basterà? Prima di chiudere correrò ancora un paio di volte, sicuramente a Bruxelles venerdì 22 agosto». Il resto lo aggiunge il suo manager, Jos Hermens: sulla pista dell'Hysel Gebre sarà al via dei 3000 con nel mirino il limite (7'59"18) di Kiptanui. Vincente fin dalla prima comparsa intemazionale, quando a 19 anni (è nato il 18 aprile 1973) vinse due titoli ai Mondiali juniores, già nella stagione successiva Gebrselassie si confermava a livello assoluto col titolo iridato dei 10.000 e l'argento sui 5000. Lo scorso anno uscì malconcio dall'Olimpiade: proprio a Zurigo rimediò una secca sconfitta da Komen. Tornò allora a casa, per mutare addirittura assetto di corsa, lui che grazie alla leggerezza (è alto 1,64 e pesa 53 kg) a tratti sembra volare. E quando, dopo essersi anche sposato, è tornato in pista per le indoor aveva risolto tutti i problemi. «Grande come Abebe Bikila? - conclude -, Non scherziamo. Lui è un mito, io solo dopo il successo di Atlanta ho avuto festeggiamenti particolari tornando in patria». [g. bar.] NATI SULLA VERANDA Ai bambini keniani viene dato, alla nascita, un nome che si riferisce alle circostanze stesse del momento in cui è venuto al mondo: questo spiega il ripetersi di nomi che, in realtà, sono appellativi. Ecco qualche esempio: Kipketer nato sulla veranda Kipkoech nato all'alba Kiptanui non ha pianto alla nascita Kibet nato a mezzogiorno Kipsang nato all'aperto Kiplagat nato al tramonto Kipkorir nato poco prima dell'alba Kiprono nato quando il bestiame a sera viene riportato nel recinto nassa CINQUE ANNI DI VITTORIE E PRIMATI 1992 16/20/9 Seul Campione del mondo junior sui 5000 e 10.000 1993 22/8 Stoccarda Campione mondiale dei 10.000 1994 4/6 Hengelo Record mondiale 5000 12'56"96 1995 28/5 Kerkrade Miglior pr. mondiale 2 miglia 8'07"46 5/6 Hengelo Record mondiale 10.000 26'43"53 8/8 Goeteborg Campione mondiale dei 10.000 16/8 Zurigo Record mondiale 5000 12'44"39 1996 27/1 Sindelfingen Record mondiale indoor 5000 13'10"98 4/2 Stoccarda Record mondiale indoor 3000 7'30"72 29/7 Atlanta Campione olimpico dei 10.000 1997 20/2 Stoccolma Record mondiale indoor 5000 12'59"04 9/3 Parigi Campione mondiale indoor dei 3000 31/5 Hengelo Miglior pr. mondiale 2 miglia 301 "08 4/7 Oslo Record mondiale 10.000 26'31"32 6/8 Atene Campione mondiale dei 10.000 13/8 Zurigo Record mondiale 5000 12'41 "86