Le scuse del Sinn Fein per il sangue versato

L'apertura dopo il dibattito tv (il primo) con gli unionisti, che continuano a rifiutare la trattativa Le scuse del Sinn Fein per il sangue versalo ULSTER L'apertura dopo il dibattito tv (il primo) con gli unionisti, che continuano a rifiutare la trattativa // numero 2 del braccio politico dell'Ira cerca di salvare il negoziato LONDRA NOSTRO SERVIZIO A un mese dall'inizio dei colloqui di pace in Nord Irlanda, il Sinn Fein ha ammesso in pubblico: «Noi repubblicani riconosciamo le sofferenze di cui siamo stati responsabili». E' il più grosso ramo d'olivo piazzato sulla soglia di casa degli unionisti dal numero due del partito, Martin McGuinness. Proprio lui l'altra sera, in un dibattito televisivo senza precedenti sulla Bbc, era stato accusato di essere «il padrino dei padrini» dell'Ira: il deputato unionista Ken Maginnis gh' aveva detto in faccia quello che pensava. La manovra conciliatoria del Sinn Fein segue quella discussione fuori dai denti. McGuinness sostiene che né il governo britannico né i leader unionisti hanno mai fatto altrettanto: nessuno dei due, a suo dire, ha mai riconosciuto la sua parte nella storia violenta dell'Ulster. Adesso che ha ottenuto la garanzia di sedersi al tavolo delle trattative se il cessate il fuoco dei terroristi terrà nel tempo, il Sinn Fein le sta tentando tutte per mettere a loro agio i protestanti. Non vogliamo imporre un'identità a nessuno, ha assicurato mansueto McGuinness: «Una nuova Irlanda unita sarà una guida più sicura nel futuro che il tenue legame con l'Inghilterra, la quale abbandonerà la comunità unionista se le farà comodo». In passato il Sinn Fein non ha mai condannato un solo attentato dell'Ira. Nell'inverno '96, quando i terroristi misero fine alla tregua, qualche esperto commentò che Adams, dopo una bomba, non poteva comunque dire altro che di «sentirsi rattristato»; se per caso si fosse dissociato, l'Ira lo avrebbe fatto fuori. Oggi le parole di McGuinness suonano come un'offerta di scuse riferita in generale alle violenze repubblicane nella storia recente dell'Ulster: sono la cosa più esplicita di cui il Sinn Fein si sia rivelato capace. Anche Gerry Adams ha trovato note mielate per persuadere gh unionisti, che per ora non ne vogliono sapere, a partecipare ai colloqui: secondo lui, il vero signifi¬ cato del primo dibattito alla Bbc tra McGuinness e il suo oppositore Ken Maginnis, numero 2 dell'Ulster Unionist Party, è proprio il fatto che il dibattito c'è stato. Adams ha sollecitato i protestanti a «non restare in corridoio o in un'altra stanza o altrove ma a fare quello che ha fatto Maginnis in tv: discutere il loro punto di vista seduti a un tavolo». Ma nello studio della Bbc il deputato unionista non aveva affatto raccolto l'invito del suo rivale a ritirarsi insieme «in una stanza qui accanto per discutere le nostre paure». L'atmosfera dietro le quinte era gelida. Prima di comparire fianco a fianco davanti alla telecamera, McGuinness e Magin¬ nis non si erano neppure salutati. In diretta, l'unionista aveva preso il suo opponente per la giugulare: «Mi chiedono di sedermi al tavolo con Martin McGuinness, che è il leader dell'Ira, che è stato il capo dello staff ed è il padrino dei padrini. Credo che sia la prima volta che una cosa del genere succede in una democrazia occidentale». Il vice di Gerry Adams ha sorriso e risposto che l'Ira non era seduta lì: «Respingo nel modo più assoluto queste accuse. L'unica cosa per cui sono stato condannato è un alterco con un soldato inglese per la strada quando avevo 19 anni. Ma mettiamo da parte le recriminazioni. Voglio dare credito a Maginnis per essere venuto qui, è stata una cosa coraggiosa da parte sua». Il deputato unionista aveva anche messo il Sinn Fein con le spalle al muro sul principio del consenso, finora rifiutato dai repubblicani, per cambiare lo status della provincia. «Non c'è mai stata democrazia in Nord Irlanda», ha obiettato il rivale repubblicano. I due si sono lasciati senza stringersi la mano, ma il ministro per il Nord Irlanda, Marjorie Mowlam, ha interpretato la presenza di Maginnis come un segnale di speranza. Forse, dopotutto, «il 15 settembre tutti si siederanno intorno a quel tavolo». Maria Chiara Bonazzi Martin McGuinness, n° 2 del Sinn Fein

Persone citate: Adams, Gerry Adams, Maria Chiara Bonazzi, Marjorie Mowlam, Martin Mcguinness

Luoghi citati: Inghilterra, Irlanda, Londra, Nord Irlanda, Ulster