L'amara festa del libero Pakistan

Cinquantanni fa la partenza degli inglesi e la dolorosa partizione, tra i due Paesi una fioca speranza di dialogo L'amara festa del libero Pakistan Cinquantanni fa la partenza degli inglesi e la dolorosa partizione, tra i due Paesi una fioca speranza di dialogo E da mezzanotte l'India celebra l'indipendenza ISLAMABAD. La creazione del Pakistan, nel 1947, fu la «realizzazione del sogno di milioni di musulmani del subcontinente indiano». Lo ha detto il primo ministro pakistano Nawaz Sharif, aprendo la notte scorsa in Parlamento le celebrazioni per il 50° anniversario dell'indipendenza. A Karachi, la festa è stata turbata da un grave incidente: la polizia ha caricato con i manganelli una folla turbolenta di migliaia di persone accorse a rendere omaggio alla tomba del padre della patria, Mohammed Ali Jinnah; molti tra la gente hanno reagito togliendosi le scarpe e lanciandole contro gli agenti; un poliziotto ha sparato ad altezza d'uomo, uccidendo due giovani. Mentre cresceva il tumulto, altri agenti hanno cominciato a sparare in aria per disperdere la folla, alcuni civili armati hanno fatto lo stesso. Nella confusione una pallottola ha colpito un agente del corpo dei Ranger, che è in fin di vita. Si contano altri feriti, in numero imprecisato, colpiti da pallottole o da sassi. Sono poi intervenuti in massa centinaia di Rangers appoggiati da autoblindo e hanno disperso la folla. Pakistan e India nacquero dalle ceneri dell'impero britannico nell'agosto 1947. La data fissata, 14 agosto, fu giudicata non propizia dagli astrologi indiani, che costrinsero le autorità a spostare di 24 ore la dichiarazione di indipendenza. Sharif ha ammesso che «molti pensano che ci sia poco da celebrare» in un Paese nel quale quest'anno la violenza politico-religiosa ha fatto 400 morti, un quarto dei quasi 140 milioni di abitanti vive nella povertà estrema e la frontiera con l'India è una delle più tese del mondo. H primo ministro ha detto che il Pakistan vuole migliorare le relazioni con l'India ma che non è «disposto a cedere» sul problema del Kashmir, il territorio conteso tra i due Paesi. I due Paesi hanno combattuto tre guerre dal 1947 e il confine che hanno in comune rimane una delle zone più «calde» del mondo. Sharif ha affermato che è tempo di mettersi alle spalle le ragioni del conflitto pur ribadendo che Islamabad non potrà cedere sulla questione del Kashmir, la regione indiana dove vive il maggior numero di musulmani. Nuova Delhi accusa il Pakistan di sostenere la locale guerriglia armata, le cui attività negli ultimi anni hanno provocato 15 mila morti. Il Pakistan chiede che l'India conceda alla popolazione di autodetermihare il suo futuro, se rimanere parte dell'India a maggioranza hindu oppure mettersi sotto la sovranità del Pakistan. Nel marzo scorso, dopo 4 anni di assenza di relazioni, sono ripresi i colloqui tra i due Paesi. Un industriale alla guida di un povero Paese agricolo che dispone della bomba atomica, Sharif ha lanciato ai concittadini un appello a rimboccarsi le maniche in vista dell'arrivo degli agognati crediti del Fondo monetario internazionale (Fmi). «Abbiamo restituito disciplina al sistema finanziario ed evitato il pericolo della bancarotta, gettato acqua sul fuoco della corruzione e sosituito la disperazione con la speranza nel futuro - ha detto il premier, il cui governo ha appena introdotto leggi speciali antiterrorismo che attribuiscono poteri senza precedenti alla polizia ed introducono i processi per direttissima - rispetto i diritti dei cittadini, ma i diritti di 140 milioni di persone non possono essere sacrificati per quelli di poche centinaia. Considero mia prioritaria responsabi¬ lità salvaguardare i diritti dei milioni». L'introduzione della nuova legge antiterrorismo è stata definita da un giornale «la morte di uno Stato democratico nel giorno del suo compleanno». L'India, a mezzanotte, festeggerà i 50 anni dell'indipendenza con una cerimonia al Forte Rosso di New Delhi. Alle parole di Gujral seguiranno le registrazioni del famoso discorso pronunciato a Calcutta 50 anni fa dal padre della patria, il «Mahatma» Gandhi e l'ancor più celebre discorso del «flirt con il destino» con cui il premier Jawaharlal Nehru salutò alla mezzanotte del 14 agosto 1947 la dipartita della carrozza del governatore britannico Lord Mountbatten. [e. st.] Il premier islamico Nawaz Sharif ammette: oggi c'è poco da celebrare Ressa al mausoleo dijinnah a Karachi La polizia spara sulla folla: due morti / -v^~ I . V-:. PAKISTAN / ^^^^^PP ,-...<-' DELHI H V -V/Cv.* ■ •; ' * KARACHI : Xf>V"*?UR • \ KAMPUR ^AHMEDABAD ^ \1 CALCUTTA v] INDIA r ('BOMBAY OCEANO INDIANO bangiÀdesh^% GOLFO DEL BENGALA SRI LANKA In alto, Il premier pachistano Sharif A sinistra sempre il premier mentre rende onore alla bandiera

Persone citate: Gandhi, Jawaharlal Nehru, Lord Mountbatten, Mohammed Ali, Nawaz Sharif