L'ALTROVE DEL TEMPO di Aldo Cazzullo

I/ALTROVE DEL TEMPO I/ALTROVE DEL TEMPO SOTTO gli sguardi ostili di uomini che camminano a coppie con le destre intrecciate, ma stringendo un Kalashnikov nella sinistra; davanti a una ciotola maleodorante di «hilba», il piatto nazionale, una sbobba immangiabile a base di fieno greco; sobbalzando su una jeep lungo una pista a strapiombo sul nulla, nelle mani di un autista inebetito dal khat che mastica da 12 ore; fuggendo sotto una pioggia di pietre e sputi perché avete guardato con eccessiva curiosità un gruppo di ragazzi all'uscita di scuola; rivoltandovi nel sacco a pelo sul pavimento in terra battuta di un fonduk, deliziosi e scomodissimi caravanserragli, classificati non per stelle ma per lenzuola, dove l'infido gestore vi avrà dato la camera riservata un tempo agli armenti. Arriverà sempre, durante un viaggio nello Yemen, il momento in cui vi chiederete cosa siete venuti a fare in uno dei Paesi più inospitali del mondo, dove le donne sono invisibili e gli uomini minacciosi (e armati), il pericolo possibile, la disavventura probabile, la dissenteria certa. Però, al villaggio successivo, o magari dietro la curva, arriverà quasi sempre la risposta. Di fronte all'ombra dei grattacieli - non di vetro e acciaio, ma di pietra e fango che si allunga nel deserto; tra i vicoli medie.ali che non na- Aldo Cazzullo CONTINUA A PAG. 8 TERZA COLONNA

Luoghi citati: Yemen