Il pretore: i circoli privati sono locali pubblici

Il pretore: i circoli privati sono locali pubblici Sentenza destinata a far discutere dopo il ricorso contro le contravvenzioni elevate dai vigili urbani Il pretore: i circoli privati sono locali pubblici «Il rilascio della tessera è un espediente per eludere gli obblighi» Un circolo privato di via Valeggio 15, l'Akhenathon, è stato multato per due volte dai vigili a distanza di pochi giorni, fra il gennaio e l'inizio del febbraio 1992. L'ammontare delle sanzioni: 5 milioni. Il presidente Alberto Peyrot non paga. Si arriva all'ingiunzione di pagamento nel 1995 e, in risposta, al ricorso al pretore. La causa si discute nei mesi scorsi e finalmente, ai giorni nostri, la sentenza: le multe devono essere pagate, e con gli interessi maturati nei 5 anni trascorsi. Piccola storia sin qui, ma, dal momento che la polizia municipale aveva elevato le contravvenzioni sulla base della normativa che regola l'attività dei pubblici esercizi, il pretore Vincenzo Toscano è stato chiamato a decidere su una questione di interesse assai più rilevante: i circoli privati devono essere considerati locali pubblici o possono sottrarsi ai vincoli di legge stabilite per questi ultimi? Il magistrato è sta¬ to chiaro: «Il rilascio, contestuale al pagamento del dovuto, di un tesserino che trasforma lo spettatore in socio costituisce un semplice espediente per eludere l'obbligo di munirsi della prescritta licenza e di rispettare le prescrizioni di legge, tendenti a tutelare la sicurezzza delle persone che affluiscono in ambienti destinati a pubblici spettacoli, con conseguente esercizio di un'attività imprenditoriale in frode alla legge». Toscano cita più sentenze della Cassazione e la giurisprudenza penale ormai consolita in materia di osservanza del Testo unico leggi di pubblica sicurezza (T.U.L.P.S.). Va da sé che la sua decisione diventa importante in sede civile, soprattutto perché pone severe restrizioni alla definzione e all'attività dei circoli privati: «Devono dimostrare di non perseguire fini di lucro». Secondo il pretore, nel 1992 l'Akhenathon non aveva questa finalità e si sot¬ trasse anche al ' regime fiscale previsto per i locali pubblici. «I vigili urbani - ricorda Toscano nella sentenza - furano attivati dalle lamentele dei cittadini sull'eccesso di rumore, provenienti dal locale e dalle adiacenze». Nel corso di un primo sopralluogo della polizia municipale, verso le 22 del 24 gennaio 1992, risultarono presenti nel circolo 87 persone, di cui 11 prive della tessera di socio. I vigili tornarono un'ora dopo e contarono 155 soci, a fronte di 99 posti a sedere autorizzati in base alla capienza dei locali. Altra verifica: molte tessere erano state rilasciate quella sera stessa. Ulteriore accertamento: l'Akhenaton avrebbe avuto migliaia di iscrizioni annue. Almeno 35 mila, secondo la polizia municipale. Toscano prende atto che il presidente Peyrot ne ha ammesse 5 mila. Tante, troppe, conclude il pretore, per un circolo privato: «I di¬ rigenti dell'Akhenathon hanno posto l'accento sugli scopi culturali associativi, in materia di musica, di fotografia, di viaggi... Fra quanti si iscrissero la sera stessa dell'intervento dei vigili urbani molti si sono dichiarati semplici avventori, presentatisi nel circolo per bere qualcosa e fare qualche gioco». Per il pretore la contraddizione è evidente. «Dall'istruttoria emerge chiaramente - conviene il magistrato - lo scopo dei responsabili del circolo di far intervenire nei locali quante più persone possibili. Soprattutto giovani. Al fine di consentir loro di consumare, previo pagamento, cibi e bevande, anche alcoliche e superalcoliche, con grande beneficio delle casse sociali di un'associazione senza scopo di lucro e i cui guadagni devono essere destinati alla realizzazione degli scopi sociali». Fra cui, nel 1992, spiccava l'interesse culturale per i safari fotografici. lai. ga.]

Persone citate: Alberto Peyrot, Peyrot, Toscano, Vincenzo Toscano