Davis senza capitano una tragedia piccola di Gianni Romeo
P P IL NO DI PIATTI =1 Davis senza capitano una tragedia piccola MANCA un mese alla semifinale di Coppa Davis con la Svezia (Norrkòping, 19/21 settembre) e la squadra azzurra è senza capitano. Ieri è caduta l'ipotesi che sembrava più percorribile: Riccardo Piatti ha risposto con un fermo «no» all'invito per subentrare al dimissionario Panatta. Piatti ha spiegato la sua posizione attraverso un fax inviato da New Haven, Stati Uniti, dove segue i suoi Furlan e Caratti. Il tecnico ripercorre le tappe della crisi, critica il presidente Galgani e non risparmia Panatta. Nel suo scritto ricorda «le vicende di questi anni penosi per chi ama il nostro sport... fino ai deludenti colloqui con Galgani, relativi a una mia disponibilità per il settore tecnico, che fui costretto a negare per l'assoluta mancanza di serietà e di prospettive di ricostruzione, dopo anni di totale sbando sotto la direzione di Panatta». Ricorda «i quattro anni di lavoro al centro di Riano diretto solo nominalmente da un Panatta che non c'era mai» e conclude suggerendo di assegnare il ruolo di capitano a un gentleman di grande prestigio come Pietrangeli. Le dimissioni di Panatta prima e del presidente Galgani poi hanno tolto il coperchio al pentolone del tennis ribollente di umori e lo sfogo di Piatti ne è un esempio eloquente. Al suo posto ci saremmo limitati a scrivere «no, grazie», senza far seguire commenti e denunce, proprio per non entrare ora nel coro di chi spara quando l'esercito è in fuga. Le sue parole hanno subito provocato la dura reazione di Bertolucci: t ccherà a lui? Panatta: «O era falso prima o è falso adesso; o ci sono interessi dietro o bisogna chiamare la neuro». Ma per altri versi se c'è una persona che ha diritto di dire la sua è proprio Piatti, che ha lavorato sempre duramente, ha tenuto in piedi molto del nostro tennis, ha pagato in proprio. Ed ha fatto bene, dal suo punto di vista, a dire di no, proprio per non continuare a pagare. Panatta ormai era (anzi è) un eroe per come aveva saputo ribaltare certi pronostici; in Svezia si va verso una sconfitta già scritta e Piatti sarebbe diventato il fratello scemo. Inoltre avrebbe dovuto gestire situazioni imbarazzanti, perché avrebbe potuto selezionare giocatori da lui stesso allenati a scapito di altri. E infatti proprio Nargiso ieri ha detto che la rinuncia di Piatti «è dimostrazione di coerenza e serietà, visto che allena quattro o cinque giocatori che sono nel giro della Nazionale. E dunque non poteva fare le sue scelte in modo sereno». Ha dunque ribadito il suo rifiuto Panatta, non si è reso disponibile Pietrangeli, ha detto di no Piatti. Che succederà? Che si finirà per scegliere Bertolucci, il quale essendo dipendente Coni dovrà dire «obbedisco». Una tragedia? Certo, con Panatta saremmo stati più tranquilli. Ma lo saremmo ancora di più se Furlan e Gaudenzi giocassero bene come un anno fa. In questa situazione tecnica, pensare a un miracolo in Svezia è davvero utopia, e non perché manca il capitano. Gianni Romeo eo^J Bertolucci: toccherà a lui?
Luoghi citati: Riano, Stati Uniti, Svezia
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