Noi disokkupati da telenovela

Tv d'autunno, corsa alle situation-comedy all'italiana: scendono in campo «i resti di Avanzi» Tv d'autunno, corsa alle situation-comedy all'italiana: scendono in campo «i resti di Avanzi» Noi da telenovela ROMA. Uno stanzone con tanto di tavolo, letti, frigorifero, la poltrona, la televisione, la cucina, più una finestra che s'affaccia sull'ingorgo stabile della Tangenziale romana che da via Salaria mena a San Giovanni. In quest'appartamento, ma che dire?, in questo monolocale periferico di trenta metri quadrati, completamente accessoriati e perfino dotati di un qualche garbo estetico, i «Resti di Avanzi», cioè quelli che non hanno fatto né faranno «11 Pippo Chennedy show», stanno girando la loro prima sit-com: «Disokkupati», scritto proprio così, con quel k che un tempo, sul finire degli Anni Settanta, era riservato a Cossiga in senso di spregio. Sceneggiata da Linda Brunetta e Valentina Amurri, quelle di «La tv delle ragazze» al lavoro dall'alba al tramonto, destinata ad andare in onda su Raidue dal 6 ottobre prima del Tg2 e quindi in perfetta coincidenza con quel mostro macina ascolti che è il Tgl, diretta da Franza Di Rosa, anche lei mitica regista del gruppo storico, con costumi e scene di Anna Fadda, un'altra delle ex «Ragazze» di Raitre, «Disokkupati» nasce nella primavera del '94, e sembra già un secolo, in piena vittoria elettorale di Berlusconi. L'idea viene a Pier Francesco Loche, restato senza lavoro dopo il fallimento di uno spettacolo teatrale che tutti quelli della «Tv delle ragazze», compresi i fratelli Guzzanti e la Dandini, avrebbero dovuto fare e non hanno mai fatto. Loche pensa a una serie comica su quelli, e sono tanti in Italia, che senza lavoro campano abitualmente. Titolo del soggettino: «Un milione di posti di lavoro», dallo slogan con cui il cavaliere di Arcore aveva vinto le elezioni. Anche se l'idea appare buona, quel titolo spaventa e nessuno, nella Rai di Letizia Moratti, osa far proprio il progetto che finisce perciò nel cassetto di Bruno Voglino, l'uomo satira della terza rete, il quale, nel settembre scorso, con la Rai ulivista appena insediata, lo consegna nelle mani del direttore di Raidue Carlo Freccerò che se ne dichiara entusiasta. E finalmente, con la supervisione della struttura Cinemafiction di Sergio Silva, a luglio si comincia a girare. Più che una storia, come nelle vere sit-com, ognuna delle quaranta puntate previste, che potrebbero addirittura diventare ottanta se il risultato fosse entusiasmante, racconta una situazione. E più che una situazione, il confronto-scontro tra personaggi fortemente caratterizzati. Dunque, c'è un pensionato al minimo della pensione, l'attore Paolo Ferrari, interprete teatrale finissimo passato alla storia della tv per aver tentato di rifilare a casalinghe riottose due fustini al posto di uno. Questo pensionato per arrotondare le entrate subaffitta i suoi trenta metri quadrati a tre gio- vani in cerca di prima occupazione, i quali, però, non trovando che fare, finiscono per vivere sulle sue spalle. Il primo di questi giovani è Pier Francesco Loche-Ignazio Settimo Porcu, dottore commercialista sardo, da quindici anni in attesa di un lavoro corrispondente al suo titolo di studio, per il momento amministratore della piccola comunità con la qualifica di pension-manager e, in quanto disoccupato, molto occupato. Il secondo è Adolfo MargiottaSperanzo Zannataro, con frequentazione scolastica incerta, meridionale meridionalissimo con l'ossessione del posto fisso, indispensabile per sposare la ragazza di sconvolgente bellezza con cui è fidanzato dalla culla e che fedele l'attende al paese. Il terzo è una terza, Sabina Impacciatore-Caterina, una inventiva, convinta che il lavoro basta crearselo, fedele al motto: «Sii imprenditore di te stesso», accanita lettrice della rivista mensile «Miliarder» che le suggerisce idee geniali destinate a concludersi nel nulla. Al gruppetto si aggiunge l'assistente sociale Francesca Reggiani che a nome del Comune di Roma, un giorno dopo l'altro, distribuisce opuscoli con le mille proposte del sindaco in grado di risolvere ogni problema, il tassista Stefano Masciarelli fermo giorno e notte nell'ingorgo della Tangenziale da cui legge e commenta il giornale, il «sola» Antonio Catania, fi- gura romana tipica di imbroglione, che gira le case proponendo imprese ad alto rischio per fregare ai gonzi qualche lira, più una tv sempre accesa su televendite e spot che invitano al consumismo sfrenato. Sitcom anomala, con pubblico e risate vere, alcuni «sganci» sul varietà a base di canti e balli, e molta attualità fresca letta e commentata, il grosso di «Disokkupati» si girerà giorno per giorno, per rispettare l'andamento della cronaca. Alla fine dell'impresa, comunque, Linda Brunetta e Valentina Amurri, le autrici, hanno deciso che cambieranno mestiere: non più quello di sceneggiare storie per la tv, ma quello di consulenti per la ricerca di un mestiere. Il popolo dei disoccupati, tristemente numeroso, è invitato a mandare lettere per raccontare la propria esperienza: più in là sarà a disposizione per loro anche un sito Internet. Simonetta Robiony Protagonisti Loche, la Reggiani & C quaranta puntate, raddoppiabili, da ottobre su Raidue prima del tg Mediaset risponde a tono sfornando una valanga di «fiction» che avranno per protagonisti Dorelli e là Goggi, Gerry Scotti e Delia Scala Torna la coppia Vianello-Mondaini Reggiani & C doppiabili, rima del tg Pier Francesco Loche è l'ideatore della serie «Disokkupati» Mediaset risponde a tonuna valanga di «fiction»per protagonisti DorelGerry Scotti e DelTorna la coppia Vianel1 Francesca Reggiani: in «Disokkupatiè un'assistente sociale innamorata del sindaco Rutelli Noi Pier Francesco Loche è l'ideatore della serie «Disokkupati» o sfornando he avranno e là Goggi, a Scala o-Mondaini Francesca Reggiani: in «Disokkupati» è un'assistente sociale innamorata del sindaco Rutelli A sinistra Gerry Scotti: farà una sit-com con Delia Scala a destra Proietti nella serie «Il commissario Rocca»

Luoghi citati: Arcore, Comune Di Roma, Italia, Roma