Il casto bacio di Lady Diana le montagne sentinelle del pianeta

La franchezza è sempre benvenuta AL GIORNALE // casto bacio di Lady Diana, le montagne sentinelle delpianeta C'era più passione fra i leader dell'Est A poche ore dal fortunato e miliardario scatto, giornali e televisioni di tutto il mondo hanno parlato del bacio di Lady Diana. Nulla di male, certo, e, soprattutto qui da noi, forse è meglio perdersi in queste leggere amenità che non doversi occupare di un nuovo misterioso giallo di Ferragosto, come avviene da parecchi anni. Ciò che nella storia stupisce, però, è che non sia stato fatto notare che la foto diffusa, più che un bacio (che, per carità, non pretendevamo alla Hayez), pare mostrare un normalissimo abbraccio, del tutto simile a quello che avviene magari con nostra cognata quando non la vediamo dallo scorso Natale. Non vi era certo passione d'amore, ma forse... erano baci più baci quelli che usavano scambiarsi - ricordate? - all'aeroporto i capi di Stato dei Paesi dell'Est comunista. E, comunque sia andata, l'apostrofo rosa è stato soprattutto quello del bravo fotografo italiano, che con un paio ancora di scoop del genere potrà ottimamente combattere l'inflazione. G. Robbiana, Tortona Inquietanti segnali dalle vette Dalle alte montagne - sentinelle del pianeta - arrivano importanti segnali. Le foto recenti mostrano un K2 molto meno innevato del gigantesco iceberg ripreso nel 1909 da Vittorio Sella. Kurt Diemberger, ri-scalatore del Broad Peak (1984) 27 anni dopo averlo conquistato (1957), scrive: «Dove allora usavamo bastoncini da sci, adesso c'è da arrampicare lungo una cresta affilata... dappertutto il ghiaccio si è ritirato o addirittura è sparito». L'Alpamajo, Cervino delle Ande, ha cambiato profilo per il crollo di enormi masse nevose. I ghiacciai delle Alpi si ritirano di 30 metri in un anno, frazione infinitesimale nella storia della Terra... Ogni estate, puntualmente, riecco le tragedie del Monte Bianco e il rituale commento che le attribuisce a «imperizia», «imprudenza». Commento inadeguato se consideriamo che molte persone prudenti sulle vie normali, e molti scalatori esperti al termine delle vie più difficili, sono stati colpiti da cadute di sassi e/o di masse nevose nelle ore più fredde della giornata, come non sarebbe avvenuto 20 o 10 anni fa. Volendo scongiurare altre perdite dolorose è forse il momento di gridarlo sui tetti: «Badate che la montagna non è più come prima, è arrivato l'effetto serra!». Renzo Molinari Albissola Marina (Sv) Un video al posto dell'altare Apprendo la notizia che la Cei ha dato il nulla osta per portare il catechismo su Internet. Sono alquanto stupito e preoccupato dell'argomento. Io che, cattolico praticante, mi chiedo se ad annunciare il Vangelo debba essere il computer o la persona che, stupita dall'incontro con Cristo, testimoni la sua esperienza. Se andremo avanti di questo passo arriveremo, la domenica mattina, ad ascoltare la S. Messa di fronte a un video e non a un altare. E io, che sono organista del mio paese, dovrò acquistare qualche speciale apparecchio per accompagnare i canti delle Celebrazioni...? Paolo Usellini Romagnano Sesia (Ve) A posto con la gola o con la coscienza? La tentazione di rispondere al signor Sortino è stata più forte della voglia di ignorare la sua lettera annoverandola tra le tante puerili provocazioni che i non vegetariani fanno ai vegetariani, forse per difendere la loro posizione di mangiatori di carne (di cadaveri). Vegetariano è chi si nutre di soli cibi vegetali e non fa uso della carne: se avesse letto lo splendido articolo di Guido Ceronetti sui suoi 40 anni di vegetarismo se ne sarebbe accorto. Si parla di carne e si sottintende il pesce. I vegetariani non mangiano nulla che sia stato vivo, sulla terra, in cielo o nell'acqua: il diritto alla vita è uguale per tutti. Anziché indignarsi per un piatto di pesce che non troverebbe sulle tavole di un animalista al ritorno da una manifestazione dovrebbe porsi delle domande sul comportamento di persone che vivono con cani e gatti adorandoli, ma restano indifferenti di fronte alle raccapriccianti vetrine delle macellerie: non ucciderebbero il loro compagno a 4 zampe, ma considerano legittimo che la vita possa essere tolta ad altri animali in tutto e per tutto simili ai loro. I vegetariani preferiscono sentirsi a posto con la coscienza piuttosto che con «la gola», non si illudono che il loro modo di nutrirsi possa evitare al regno animale ogni possibile morte e sofferenza, ma fanno scelte che tengono conto, allo stesso modo, dei diritti umani, non umani e dell'ecologia. La saluto, con un pensiero di Lev Tolstoj: «Noi riusciamo a mangiare tranquillamente la carne perché separiamo i due momenti, l'uccisione e il consumo, e ci rifiutiamo di stabilire il rapporto. Ben poche persone sensibili riuscirebbero a nutrirsi di carne, se dovessero uccidere personalmente gli animali che mangiano o anche solo assistere all'uccisione. Ma i macelli vengono costruiti lontani dal nostro sguardo». Luisa Mondo, Torino Non c'erano eroi in via Rasella Desidero rispondere al ragazzo quindicenne Fabrizio Anselmo di Imperia - La Stampa del 2 agosto in merito alla condanna di Priebke (e vale anche per il sig. Mario Colonna di Roma, vedi La Stampa dell'8 agosto). Giuste le sue considerazioni, però c'è un fatto ancora più grave, e cioè gli «eroi» di via Rasella sono loro che hanno sulla coscienza i 330 morti delle Fosse Ardeatine. E' ben noto che c'era il modo di evitare la rappresaglia e la fucilazione di questi 330 innocenti, e cioè che gli attentatori dovevano consegnarsi e confessare il loro eroismo. Ma nessuno si è fatto avanti, nessuno ha avuto quel poco di coraggio necessario a confessare l'atto criminale. Hanno preferito nascondersi e lasciar fucilare 330 poveri innocenti. E questi li chiamano eroi! Giuseppe Giraudo, Mondovì L'Italia in Somalia già negli Anni 50 Ho letto su La Stampa dell'I 1 agosto il commento di Aldo Rizzo sulla fine della missióne dell'Italia in Albania («Missione Alba, più luci che ombre»). Tra l'altro, egli dice: «... un'operazione pohtico-mihtare, che resta comunque la prima avviata e portata a termine sotto la guida dell'Italia». Mi permetto di ricordare che, prima di questa, altra importante operazione internazionale l'Italia ha iniziato e portato a termine: l'amministrazione fiduciaria della Somalia, che nel 1950 l'Onu affidò all'Italia e che l'Italia portò a com pimento nell'arco dei dieci anni previsti, ricevendo ampi consensi, Furono gettate }e basi del nuovo Stato somalo con un'Assemblea legislativa elettiva, un governo efficiente, un esercito, forze di polizia e altri servizi, tra i quali in particolare la giustizia e il sistema scolastico, ben organizzati. Quando nel 1959 ebbe termine il mandato fiduciario, i somali ave vano uno Stato che prometteva di durare; e durò per oltre un decennio. Ma poi sopravvenne la dittatura di Siad Barre con la disastrosa rivendicazione territoriale dell'Ogaden nei confronti dell'Etiopia per conseguire la riunione delle cinque Somalie (ex italiana, ex francese, ex britannica, Ogaden, Oltregiuba: donde la stella a cui' que punte della bandiera somala) e la catastrofe che conosciamo e di cui ancora oggi risentiamo le conseguenze. Mario Pignatelli, Cagli (Ps) L'estate dell'indifferenza A Torino un gruppo di giovani si diverte a vedere un marocchino che affoga, a Trieste i bagnanti della domenica prendono 3 sole (sembra quasi un film grottesco americano tipo Weekend con il morto) a un passo da un cadavere coperto solo da un telo, a Bari a una povera donna in coma nella propria auto dopo un incidente alcuni ignoti rubano la borsetta con soldi: sono alcuni segnali aliar manti dell'indifferenza che sem bra contraddistinguere l'estate del '97. Ma gli italiani non erano quelli tutti anema e core, pronti a farsi in quattro per il prossimo? A che cosa è dovuto questo cambiamen to antropologico del carattere na zionale? Se andiamo avanti così, come diceva Celentano in una sua canzone, «chissà come finirà». Amilcare Ponchielli, Viterbo