Dollaro e Borse sull'altalena di Zeni

Piazza Affari cede quasi un punto e mezzo. L'economia Usa non scuote Wall Street Piazza Affari cede quasi un punto e mezzo. L'economia Usa non scuote Wall Street Dollaro e Borse sull'altalena Il biglietto verde ritorna sotto quota 1800 MILANO. Giù il dollaro, sotto l'I,83 marchi e sotto le 1800 lire, giù le Borse con Wall Street prima su e poi giù che condiziona, nell'altalena, Parigi (-2,5%), Londra (-1,4%), Zurigo ' 2,2%), Francoforte (-1,9%) e, naturalmente, Piazza Affari (-1,38%). Giornata nervosa, convulsa, contraddittoria, quella di ieri sui mercati finanziari tutti condizionati dalla croce e delizia di sempre: l'andamento dei tassi, i tassi che contano, quelli tedeschi e quelli americani. Di mattina, è dalla Germania che arrivano brutte notizie. La Bundesbank, nel suo bollettino d'agosto, lancia un paio d'avvertimenti, attenzione, lascia intendere, d'ora in avanti l'andamento del cambio verrà seguito con molta attenzione, e contemporaneamente verrà tenuta sotto stretta osservazione l'inflazione (salita all'1,9% a luglio). Il messaggio è chiarissimo: se il dollaro salirà troppo nei confronti del marco la Buba interverrà così come interverrà nel caso di nuovi aumenti dei prezzi e lo strumento d'intervento sarà quello classico dei tassi, una stretta monetaria. Sui mercati, il messaggio arriva come uno schiaffo, le Borse scendono tutte e il marco recupera punti preziosi sul dollaro passando (in meno di un'ora) da 1,86 a 1,84 e sulla lira (da 976 a 979). E alle 14 dagli States arrivano i dati sull'andamento dell'economia americana, quelli sui prezzi alla produzione e sulle vendite al dettaglio di luglio. Tutti si aspettano una fiammata, l'inflazione che sale, le vendite che crescono forte, due segnali che potrebbero confermare l'eccessivo surriscaldamento dell'economia Usa e rendere quindi obbligata la contromossa della Federai Reserve: un aumento dei tassi. Invece succede il contrario, i prezzi scendono dello 0,1% a luglio (contro una previsione di +0,1%) e le vendite salgono dello 0,6%, meno dello 0,7% previsto. Come dire, l'economia americana va bene senza (per ora) aumentare spinte inflazionistiche. Così, alle due del pomeriggio, sfuma la preoccupazione di una stretta della Fed e i mercati cominciano a vedere meno nero. I Bond, i titoli di Stato Usa, registrano immediatamente la soddisfazione dogli operatori e strappano verso l'alto, i Btp italiani non sono da meno, in dieci minuti recuperano 50 centesimi portandosi a 135,77. E le Borse? Le Borse recuperano compensando, per un attimo, la paura di stretta che viene dalla Germania con il sollievo americano: Londra contiene il ribas¬ so a -0,7%, Parigi a -1,3%, Piazza Affari dal -1% recupera fino a -0,63%. E quando, alle quattro del pomeriggio, apre Wall Street in rialzo prima di 25 punti, poi di 60, e scattano i blocchi automatici, sembra arrivata l'ora della svolta. L'illusione dura trenta minuti, dalle quattro alle quattro e mezzo, quando Wall Street, all'improvviso, passa dal toro all'orso, da un eccesso di rialzo a un eccesso di ribasso: giù di 60 punti di colpo. Minuti frenetici e una spiegazione che passa di bocca in bocca: Wall Street teme un ribasso deciso del dollaro che, un po' per i messaggi della Bundesbank e un po' per lo sfumare delle paure di inflazione interna, continua a perdere colpi sul marco, giù, sotto l'I,85, sotto l'I,84, addirittura l'I,83. In giro, tra gli analisti, cominciano a circolare analisi positive per il marco: il peggio per la moneta tedesca è passato, fa sapere l'autorevole Dri McGraw-Hill, e tra i cambisti comincia a circolare una voce che dice che Kohl e Chirac avrebbero proposto a Blair il rinvio dell'unione monetaria per far entrare nell'Euro anche la sterlina. Niente di vero, solo una «bufala», ma basta e avanza per far scendere di più titoli di Stato (i Btp a 135,29) e le Borse. Così, mentre il marco sale (e la lira che conquista quota 1794,25 sul dollaro), Wall Street cade, perde fino a 70 punti, poi si risolleva in parte (chiude conb 32 punti di perdita), e trascina le Borse europee che chiudono tutte in perdita, compresa Piazza Affari dove, a giudicare dai su e giù e dai circa 1300 miliardi di scambi, non sembrava proprio Ferragosto. Armando Zeni Il presidente della Fed, Greenspan

Persone citate: Bond, Chirac, Greenspan, Kohl

Luoghi citati: Francoforte, Germania, Londra, Milano, Parigi, Usa