Maastricht «La Germania sarà in regola» di Marco Zatterin
Maastricht Maastricht «La Germania sarà in regola» MILANO. La situazione non è allarmante, c'è qualche tensione sul fronte delle entrate, ma alla fine il governo tedesco ce la farà senza problemi ad entrare nel club della moneta unica. Parla così Hannen Lehment, direttore per gli affari internazionali dell'Ifw di Kiel, uno dei principali centri di studi economici della Repubblica federale. «Nelle nostre ultime previsioni per la Germania - spiega al telefono - abbiamo indicato il rapporto fra deficit e pD per il '97 al 3,2 per cento, dunque appena sopra il livello richiesto dal Trattato di Maastricht per il passaggio all'Euro. Non escludiamo la possibilità che il risultato posa essere lievemente migliore, ma per ora non possiamo dirlo. Riteniamo comunque che sia possibile scendere sotto il 3 per cento nel 1998». Quindi non pensa che la Germania avrà problemi con l'Uem? «Se i parametri non verranno misurati con eccessivo rigore, penso che la lieve differenza non impedirà la partecipazione tedesca. E questo a maggior ragione se si considera che le previsioni per l'anno venturo sono positive». Il ministro Waigel sembra un po' nervoso... «Vediamo in effetti alcuni pericoli sul fronte delle entrate fiscali. Alcune stime diffuse nei mesi scorsi oggi sembrano difficili da realizzare. Forse si è peccato un poco per eccesso». Lei però non è pessimista... «Siamo ottimisti per quando riguardo il ciclo produttivo, pensiamo ad una crescita reale del 2,5 per cento quest'anno e del 3 per cento nel 1998. Non di meno ci sono problemi da risolvere, a partire dalla disoccupazione che migliora con grande lentezza. E poi le incertezze sulla manovra correttiva di bilancio e su quanto questa potrebbe incidere sulla pressione fiscale». Alcuni operatori si attendono un aumento dei tassi in Germania. E' una buona scommessa? «Non credo che accadrà. E' vero che l'inflazione è lievemente cresciuta, ma questo è dovuto all'aumento dei prezzi delle importazioni - e dunque si tratta di un fenomeno transitorio e all'aumento di alcuni prezzi amministrati deciso dal governo. Non c'è stata tuttavia alcuna ripercussione sui salari, che quest'anno sono più bassi rispetto allo scorso anno mentre i contratti per il '98 sono già fatti. Non vedo pericoli su questo fronte, come non ne vedo per la massa monetaria che si muove nell'ambito degli obiettivi fissati dalla banca». Il bavarese Stoiber dice che c'è un piano per rinviare l'Uem. «Non so se ci sia. Ma mi sembra normale che qualcuno pensi a cosa fare, e come farlo, nel caso in cui non si riuscisse a partire dal 1999. Cosa che, alla fine, non credo sarà necessaria. L'Uem partirà con un largo gruppo di Stati». A questo punto, il cancelliere Kohl teme di più le difficoltà economiche o il voto del '98? «Il suo peggior nemico è la possibilità che l'Unione monetaria non cominci in tempo. Si è battuto con impegno per portare l'Europa verso la moneta unica. Se non andasse bene, sarebbe per lui il colpo peggiore. E credo che per questo la moneta unica non sia meno importante dell'essere rieletto. Il suo posto nella Storia dipende più dall'integrazione europea che dalla conferma alla cancelleria». Marco Zatterin
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