I segreti dell'operazione Olimpia

15 Il presidente del Coni ha scritto ad Atene per ricucire lo strappo tra Nebiolo e il ministro ellenico I segreti dell'operazione Olimpia Così Roma cerca appoggi alla candidatura RETROSCENA LA DIPLOMAZIA EI GIOCHI ML 2004 LROMA A polemica al vetriolo fra Primo Nebiolo, presidente della federazione internazionale dell'atletica, ed il ministro degli Esteri greco Tehodoros Pangalos a margine dei mondiali di atletica di Atene ha messo a dura prova la tela diplomatica con cui l'Italia sta sostenendo la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2004. Ieri è stato il presidente del Coni, Mario Pescante, a ricucire con Atene inviando una lettera di «complimenti per l'organizzazione dei mondiali di atletica» a Lambis Wikolaou, membro ellenico del Ciò, per scacciare i «venti di tempesta all'orizzonte» fra i due Paesi. La lettera che di fatto smentisce le critiche di Nebiolo agli organizzatori greci - è stata giudicata con favore alla Farnesina, perché «chiude l'incidente che non è mai stato politico ma solo sportivo». Ed in effetti ad Atene la lettera ha avuto grande risalto sui media, contribuendo a rasserenare il clima, culminato nell'accusa rivolta dal ministro Pangalos a Nebiolo di «essere un duce» e all'Italia di «avere problemi di mafia». «Uno scontro aperto fra Roma e Atene avrebbe rischiato di mettere fuori gioco entrambe le città - spiegano al Ciò - in pole-position per l'assegnazione delle Olimpiadi, che verrà decisa a Losanna il 5 settembre dai 104 delegati del Comitato olimpico internazionale». Nebiolo invece è assai perplesso sulle dieci righe scritte in francese dal presidente del Coni: «Pescante non c'entra nulla con la Federazione internazionale dell'atletica leggera e Nikolaou non era coinvolto nell'organizzazione dei mondiali. Forse l'unico motivo di quella lettera sono delle gentilezze personali che Nikolaou ha fatto a Pescante». E di «gentilezze», secondo Nebiolo, gii ellenici «ne hanno fatte molte durante i mondiali invitando al mare i membri ospiti del Ciò per dieci e più giorni con tanto di barbecue serali, panfili e ricevimenti». Per Nebiolo infatti «Atene ha fatto di tutto per strumentalizzare i mondiali di atletica a vantaggio della propria candidatura olimpica e mi ha scelto come nemico pubblico per osteggiare, con Nikolaou in prima fila, la concorrenza italiana. Scalfaro dovrebbe darmi una medaglia». A consolare Nebiolo per ora ci ha pensato Chirac, assegnandogli proprio ieri a Parigi la Legion d'Onore. La corsa per i Giochi del 2004 è senza esclusione di colpi. Fra le cinque finaliste (con Roma e Atene ci sono anche Buenos Aires, Città del Capo e Stoccolma) la temperatura è incandescente a poco più di venti giorni dalla scelta che verrà presa a Losanna. Le indiscrezioni danno Roma e Atene «in finalissima» ma, in caso di impasse, potrebbe spuntarla Stoccolma. In palio non c'è solo il prestigio dei Giochi ma un business che - fra diritti tv, incassi, turismo ed appalti - si valuta in migliaia di miliardi. Che all'Italia farebbero molto comodo per far rientrare i costi del Giubileo. L'«operazione Giochi» della diplomazia italiana è iniziata dall'indomani della nascita del governo dell'Ulivo a sostegno dell'iniziativa del sindaco di Roma, Francesco Rutelli. «Per Prodi, Veltroni e Dini fu una delle prime cose su cui si impegnarono, incontrandoci» ricorda Nebiolo. E le promesse non sono state vane. Palazzo Chigi non ha perso occasione per sostenere Roma 2004 «in più di cento incontri». Prodi, a margine del G-7, ne parlò con Clinton ed il canadese Chretien. Con i finlandesi, schierati con Stoccolma, preferì invece un diplomatico silenzio. Ma il contri- buto più importante lo ha dato col Messico, Paese-chiave dello schieramento latino-americano. Trattandosi di diplomazia, l'«0perazione Giochi» passa soprattutto per la Farnesina. Dini aveva più volte rassicurato il sindaco Rutelli. Poi, in vista di Losanna, la Farnesina si è messa in moto ed ha istituito una task force «Giochi» agli ordini dell'ambasciatore Sergio Cattani. Una circolare ad hoc è stata inviata a tutte le ambasciate affinché prendessero contatto con i membri del Ciò ed i rispettivi governi. Il tentativo è quello di guadagnare in primo luogo i voti degli africani (18 su 104) quando - come si sente dire alla Farnesina - la candidatura di Città del Capo verrà meno. La strategia delle nostre feluche verte infatti sul sistema di votazione: quando una città non passa, i suoi voti sono a disposizione per la votazione seguente. Rino Serri, sottosegretario agli affari africani, ha portato acqua al mulino di «Roma 2004» a margine del vertice dell'Oua ad Harare e quindi a Nairobi. Sul Continente Nero punta anche Carla Mazzuca, presidente del comitato interparlamentare per i Giochi (150 adesioni) e senatore di Rinnovamento italiano. «I Paesi chiave - dice - sono Costa d'Avorio, Uganda, Marocco, Senegal». Proprio la Mazzuca ha organizzato, a fine luglio, l'incontro al Senato nel quale Dini si è «personalmente impegnato con Pescante a sostenere Roma 2004». Una settimana dopo Lambertow riceveva alla Farnesina Rutelli, Pescante e Ranucci, presi¬ dente del comitato di «Roma 2004». La campagna di promozione guarda anche al mondo arabo. Si è mosso perfino Scalfaro, che ha chiesto aiuto ai sauditi durante il recente incontro a Gedda con re Fahd. Subito dopo Dini ha parlato con gli algerini mentre l'offensiva sulla stampa straniera del comitato interparlamentare corteggia AlHayat, il più prestigioso quotidiano arabo, con sede a Londra. Il terzo fronte è l'America Latina. Patrizia Toia, sottosegretario agli Esteri per le Americhe, ha perorato la causa capitolina in Venezuela e Paraguay mentre all'Argentina ha pensato Veltroni in persona chiedendo, anche qui, sostegno se la candidatura di Buenos Aires dovesse venir meno. Si tratta insomma di una operazione a tappeto, che scommette sul Terzo Mondo ed assomiglia molto a quella con cui Paolo Fulci promuove la riforma «made in Italy» del Consiglio di Sicurezza. Nella speranza che abbia maggior successo. Maurizio Molinari L'Italia fa pressioni su tre fronti: con i Paesi africani, arabi e dell'America Latina La Farnesina ha inviato una circolare a tutte le ambasciate. I colloqui di Scalfaro e Veltroni Da sinistra, Primo Nebiolo, il ministro greco Tehodoros Pangulis e il presidente del Coni Mario Pescante