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Stanno preparando la loro fèsta dì laurea. DELLA TERZA «Basta con i cronicari» No dal pioniere delle «adozioni» E ASCOLI PICENO bravi furbi! Noi le case di riposo le vogliamo far chiudere e loro vogliono invece farci sopra i soldi. Proprio un'idea malsana, e mi stupisco che venga da una città come Bologna». Il nonno d'Italia Giovanni Beghini, l'ottantacinquenne ex partigiano fondatore di un'associazione per far adottare nonni alle famiglie in cambio di pensione ed eredità, boccia duramente l'idea dell'assessore Flavio Del Bono. «Queste persone, dei bisogni degli anziani non hanno capito niente - tuona arrabbiatissimo -. Ci occorre il calore di una famiglia, non il lager di una casa di riposo dove oltre ad essere recluso adesso vogliono toglierti anche i beni. Sai che allegria!». Beghini risponde dalla sua camera d'albergo a Grottammare, ormai divenuta un centro per lo smistamento di richieste di affidamento per anziani. E parla senza tanti giri di parole. Domanda: a Bologna dicono che i costi per tenere gli anziani nelle case di riposo sono enormi e che hanno problemi di bilancio. Il «supernonno» non si tira indietro: «Quell'assessore è un illuso e sembra quasi che a Bologna non sappiano come va il mondo - risponde -. Se anche il Comune diventasse erede per pagare le spese di cura e di assistenza, troverebbe soltanto le briciole. A ripulire il vecchietto ci hanno già pensato i parenti. Quando un anziano viene scodellato in una casa di riposo, stiano tranquilli che già non ha più una lira. Non credo proprio che sia questa la strada per risanare il bilancio dei servizi sociali». La strada da percorrere secondo Beghini? Naturalmente quella tracciata dalla sua associazione. «Faccio io una proposta al Comune di Bologna - dice -: noi abbiamo nove offerte di famiglie per ogni nonno adottabile. Statisticamente, sette sono richieste di brava gente, che non vuole approfittarsi di una situazione di debolezza. Il Comune di Bologna ci indichi gli anziani autosufficienti che sono nelle sue case di riposo, e noi li sistemiamo. Pensate che risparmio per la municipalità. E se poi vogliono continuare ad aiutarci, ne mandiamo loro alcuni non autosufficienti che per forza di cose hanno bisogno di andare all'ospizio: li mandiamo però tutti con un buon patrimonio. Se ci stanno, così si può fare sicuramente del bene». L'associazione di Beghini sta operando d'intesa con il vescovo di San Benedetto del Tronto per trasformare le case di riposo della zona in residenze per non autosufficienti. Gli altri? Sono tutti destinati ad essere affidati a famiglie. Jerry Paladini «Se si applicasse la ricetta bolognese resterebbero solo le briciole» «Ci occorre il calore degli affetti, non il lager di un ospizio»