«E' il pregiudizio il killer dei gay» di Gabriele Beccaria
«E7 il pregiudizio il killer dei gay» Vendola: «Nonostante i numerosi delitti, le indagini sono carenti» «E7 il pregiudizio il killer dei gay» Grillini: «Per lo Stato restiamo cittadini di serie B» O, non credo proprio che a Roma ci sia un Andrew Cunanan in circolazione», dice Franco Grillini, presidente dell'Arcigay. «Altrimenti non avrebbe scelto lacci, coltelli o corpi contundenti per uccidere, ma si sarebbe armato di una pistola, come l'assassino di Gianni Versace. 118 gay ammazzati a Roma in 7 anni sono probabilmente vittime di un killer ben più subdolo: la vergogna, la vergogna dei "vecchi". E di quelli ce ne si può fregare: sono vite di serie B per tutti, anche per lo Stato». Secondo Angelo Pezzana, il fantasma del serial killer è l'alibi perfetto per coprire la discriminazione di cui gli omosessuali sono tuttora oggetto (l'ha scritto in un intervento ieri su «La Stampa») e Grillini rincara la dose: «Sé avessero ammazzato 20 ebrei, la reazione istituzionale sarebbe stata ben diversa. Invece sono mesi che noi dell'Arcigay chiediamo un incontro urgente con Giorgio Napolitano e non succede nulla di nulla: abbiamo una serie di proposte - dalle campagne di prevenzione contro i rischi degli incontri occasionali a un libro bianco sui delitti - e ci piacerebbe sapere che cosa ne pensa il ministro dell'Interno. Ma tanto quei gay ammazzati sono "vecchi finocchi" che non interessano nessuno». Spiega Grillini: «Dico "vecchi" perché le vittime sono ultraquarantenni, che in genere hanno il terrore di dichiararsi e vivono la propria condizione in clandestinità: cercano il maschio prostituto, dimenticandosi o facendo finta di ignorare che è uno che si prostituisce per disperazione e per miseria, raramente perché omosessuale. Un tipo di individuo allo sbando, con capacità di autocontrollo vicina allo zero, che può uccidere per un raptus, dopo una lite per esempio: perché tenta una rapina a casa del cliente oppure per questioni di prestazione, come avvenne con l'assassinio di Pier Paolo Pasolini». «Penso che abbia ragione Pezzana a puntare il dito contro "l'errore fatale di portarsi a casa uno sconosciuto", ma è un monito che si scontra con gli atteggiamenti di "vecchi" che non cambiano e non riescono a cambiare e che, anzi, come raccontano "Salò o le 120 giornate di Sodoma" e il "Portiere di Notte", creano l'inconscia alleanza vittimacarnefice». L'ombra del serial killer, quindi, si allontana e svanisce per il deputato di Rifondazione Nicki Vendola, che vede «nell'invenzione del mostro il tentativo quasi metafisico di individuare il Nemico, mentre - sottolinea - il Nemico è un altro, l'accoppiata isolamento-pregiudizio: purtroppo, posso dire che gli omicidi contro i gay non attivano tutto l'impegno delle forze dell'ordine che altri delitti invece attivano. Finora mi sembra che il lavoro investigativo sia stato un po' carente, mentre succede che a volte siano molto più solerti i controlli dei locali omosex, ai limiti della vera e propria persecuzione». «Da parte sua - aggiunge - la comunità omosessuale fa opera di prevenzione e sensibilizzazione, come dimostra la campagna perii "safe sex", ma non dimentichiamo che la maggior parte dei gay non si lascia coinvolgere da alcuna forma di vita organizzata». Un errore, questo, che rimprovera anche il consigliere del Comune di Milano Paolo Hutter: «E' l'isolamento sociale che favorisce questi omicidi. Se tanti rendessero le loro esistenze più trasparenti...». Gabriele Beccaria IL FANTASMA DEL «MOSTRO» DI ROMA Paolo Hutter «Se si rivela la propria condizione si scoraggiano gli assassini» | Una manifestazione di gay
Luoghi citati: Comune Di Milano, Pezzana, Roma
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