Grand Hotel un futuro da «Amarcord»

Il sodalizio, che ha scelto come nome il film di Fellini, riunisce l'attuale proprietario, il gestore storico e il Comune Il sodalizio, che ha scelto come nome il film di Fellini, riunisce l'attuale proprietario, il gestore storico e il Comune Grand Hotel/ un futuro da «Amarcord» Rimini, c'è l'intesa per una nuova società digestione I RIMINI L Grand Hotel di Rimini ha di nuovo un'anima sola. Dalle tre, che nello scorso autunno si sono date battaglia a colpi di carta bollata, ne sboccia una nuova. Porta un nome suggestivo: «Amarcord». E' quello della società che ricompone la frattura fra i tre proprietari: il commendator Pietro Arpesella, memoria storica del santuario della vacanza a Rimini e titolare del Palazzo dei Congressi, Andrea Facchi, l'imprenditore sanmarinese che l'ha «sfrattato» dalla hall dell'albergo, e il Comune di Rimini, che possiede il giardino e la dependance. Ieri poco dopo mezzogiorno, la prima uscita ufficiale del nuovo «triumvirato» che deciderà sul futuro del Grand Hotel. Fuori dal cancello il «caso Rimini» rimbalza perfino sulle cronache straniere. Sulla terrazza dei balli, invece, il simbolo della Rimini spensierata e felice si rimette insieme per ri- lanciare la sfida. «Da qui, dal Grand Hotel, può ricominciare una nuova stagione per Rimini», ripetono a turno Andrea Facchi, Giuseppe Chicchi e Pietro Arpesella. I nuovi timonieri, tutti riminesi, dopo una lunga gestione «forestiera», hanno appena siglato la nascita della nuova società. In omaggio a Federico Fellini hanno deciso di chiamarla «Amarcord», come il celebre film ispirato al regista dai ricordi d'infanzia della sua città. In questi giorni di passio¬ ne per «Rimini capitale del turismo», un tuffo nel passato che ha anche il valore di un buon auspicio. Il Grand Hotel da ieri ha nuovamente un futuro davanti a sé. Dopo aver rischiato di annegare in un mare di carta bol¬ lata, il complesso tanto caro al Maestro può guardare con entusiasmo agli anni Duemila. Può tornare, come ha sempre fatto fin dal 1908, quando è stato inaugurato, a trainare il movimento turistico della città. I tre soci si son messi d'accordo anche per questo. Con la firma hanno gettato alle spalle tutte le cause legali che si trascinavano da anni dopo il fallimento della società del finanziere Vincenzo Cultrera e la costituzione di «Rimini '82» fra duemila azionisti. Adesso si pensa al al rilancio. Andrea Facchi, 80 anni, imprenditore di origine bresciana, ma residente da anni nella Repubblica di San Marino, sarà l'amministratore unico dell'«Amarcord» e avrà una quota del 70 per cento nella nuova società. E' lui che annuncia da ottobre un corposo pacchetto di investimenti: si comincia col ripristino delle cupole andate in fumo nell'incendio divam¬ pato negli anni Trenta per arrivare al varo di un roof-garden di ottocento metri quadrati sul tetto dell'albergo. Progetti che illuminano lo sguardo del commendatore Arpesella, prima proprietario e poi gestore del Grand Hotel. Per anni quei sogni li aveva accarezzati, a vuoto. Alla bella età di 90 anni, quando le vertenze giudiziarie avevano ormai spento anche gli ultimi entusiasmi, ecco arrivare la nuova stagione. Lì, accanto, il sindaco Giuseppe Chicchi, che per conto del Comune conferirà alla società i beni comunali del giardino e della dependance del Grand Hotel, tira fuori un sorriso. E non è poco, considerando i tempi che corrono. E così passa anche in secondo piano la novità di un Comune che diventa socio di un albergo a cinque stelle. Albergo? Forse più un monumento. Franco Cicognani mmm IL RILANCIO DELL'ALBERGO Si chiude una lunga vertenza giudiziaria Via agli investimenti Federico Fellini e, a fianco, il Grand Hotel di Rimini