Riesce a metà il blitz a Capri

Riesce u metà il blitz a Capri Solo in 20 hanno manifestato nella piazzetta dopo ore di tensione con la polizia nel porto di Napoli Riesce u metà il blitz a Capri Turisti snobbano il corteo dei disoccupati NAPOLI. Il sole picchia duro e Capri sembra sempre più lontana. Non trascinano valigie, non seguono ordinati il capo comitiva, e neppure consultano una guida per assaporare l'incanto dell'isola. Sono 150, uomini e donne che innalzano uno striscione, quello di mille cortei: «Il silenzio degli innocenti colpevoli soltanto di non avere santi in paradiso». E bambini, che si guardano intorno spauriti e stanchi. Sul molo Beverello, nel porto di Napoli, va di scena la protesta dei disoccupati, decisi a sbarcare come lo scorso anno nella celeberrima Piazzetta, per ore bloccati invece a terra dalla polizia che non consente partenze di massa senza biglietto. Loro reagiscono con arrembaggi solitari, rabbiosi tuffi nelle fetide acque, il temporaneo «sequestro» di un traghetto per Ischia. L'estenuante trattativa finisce alle 2 e mezzo del pomeriggio quando, dopo una colletta che coinvolge tutti, passeggeri, giornalisti e fotografi compresi, 60 «paganti» salgono a bordo con un annuncio ironico e inquietante: «Stasera si dorme al Quisisana». Ma la rivoluzione non è sbarcata a Capri: vip e anonimi vacanzieri hanno assistito con tranquilla indifferenza all'arrivo degli iscritti all'Unione disoccupati napoletani, che hanno mantenuto la promessa fatta alle forze dell'ordine: lassù nella piccola piazza che guarda Marina Grande ed è il tempio del lusso e del superfluo, sono approdati soltanto in 20 e nell'esclusivo albergo in cui una camera costa quasi quanto uno stipendio, non hanno messo piede. E il sindaco Costantino Federico, quello che ha voluto le telecamere in Piazzetta, dopo aver atteso l'invasione polemizzando con i commercianti tentati dalla serrata e lanciando battute («Ma perché devono preferire sempre noi? Perché per una volta non scelgono di manifestare a Ischia, Amalfi o a Positano?»), alla fine ringrazia i pacifici disoccupati che non hanno paralizzato l'isola e si produce nella provocazione quotidiana: «Sono pronto ad istituzionalizzare l'appuntamento - propone - è chiaro però che questo non porterà neanche un'ora di lavoro in più, ma soltanto pubblicità per Capri». Ma la giornata era cominciata sotto tutt'altri auspici, prima che il dramma si stemperasse nella commedia un po' amara di un assalto riuscito a metà. Prima che la bolgia arroventate, del molo Beverello, cinto d'assedio da poliziotti e carabinieri, smettesse di incutere paura ai turisti, tornati ad armarsi di telecamere e macchine fotografiche per immortalare manifestanti e striscioni in partenza per Capri. La tensione è alta alle 10 del mattino, quando il manipolo dell'Udn provvisto di autorizzazione della Questura pretende di passare all'autoriduzione del biglietto, non si accontenta dello sconto comitiva e vuole lo «sconto disoccupati». Ci vogliono oltre 2 milioni per prendere l'aliscafo in 150, ma le forze deh'ordine non permettono piccole o grandi illegalità. E allora la protesta si scatena: qualcuno si lancia nell'acqua sporca del porto, dribblando poliziotti e funzionari; un solitario kamikaze afferra al volo la passerella di un aliscafo, viene agganciato dall'equipaggio, recuperato da una pilotina e riportato subito a terra; un folto gruppo, con bambini piangenti al seguito, occupa il traghetto «Naiade» diretto ad Ischia. Poi l'idea vincente, la colletta. Ecco raccolte 317 mila lire: alle 14,25, a bordo del «Fauno» della Caremar, partono in 60. Un'ora più tardi sono a Marina Grande, con lo storico striscione sempre in alto. Delegazione in Piazzetta, volantinaggio, ritorno alle 6 del pomeriggio. Questa volta il biglietto non serve: «Quelli - aveva profetizzato un leader dell'Udn - pur di mandarci via, ci mettono pure su un aereo». Tanta fatica per un obiettivo: «A Capri siamo voluti tornare per dimostrare che dopo un anno non è cambiato nulla - dicono i disoccupati - e che la questione dei lavori socialmente utili non è stata risolta». A poliziotti e carabinieri, al popolo dei «garantiti», ai turisti penalizzati da ritardi e confusione, un rimprovero pieno di rancore: «Ci avete trattato peggio degli albanesi: a loro date i soldi pure per rimandarli a casa». Mariella Cirillo In 150 volevano imbarcarsi senza biglietto Qualcuno si tuffa nell'acqua sporca, altri tentano il sequestro di un traghetto. Poi una colletta sistema tutto A sinistra, i disoccupati napoletani sul traghetto per Napoli espongono uno striscione Il sindaco di Capri Costantino Federico I ^n momento c'e"a protesta dei disoccupati ieri a Napoli

Persone citate: Costantino Federico, Costantino Federico I, Mariella Cirillo