Ferraro non svela il giallo di Marta di Daniela Daniele

11 «Rifletterò sulle accuse della Lipari, ma ribadisco la mia innocenza». L'avvocato: è sconcertato Ferrara non svelo il giallo di Marta Scena muta davanti alpm ROMA. Il mistero della morte di Marta Russo rimane tale: chi s'aspettava ima svolta dall'interrogatorio di Salvatore Ferrara è rimasto deluso. Il ricercatore si è avvalso della facoltà di non rispondere. L'interrogatorio disposto dal pm Carlo Lasperanza e incominciato a Regina Coeli verso le 18 di ieri si è concluso, dopo circa due ore, con un nulla di fatto. L'avvocato Vincenzo Siniscalchi, che difende Ferrara insieme con il collega Domenico Cartolano, ha riferito ai giornalisti l'unica dichiarazione resa dal giovane al pm: «Rifletterò anche su questi elementi nuovi (le accuse di Maria Chiara Lipari, rese durante un interrogatorio segreto all'aeroporto di Fiumicino, ndr), ribadisco la mia ferma innocenza, sono distrutto. Non capisco perché questi elementi raccolti negli ultimi giorni non esistessero quando il 14 giugno scorso sono stato tratto in arresto. Penso che tali elementi siano stati acquisiti troppo tardi o troppo presto sono stato arrestato». Siniscalchi ha aggiunto: «Con Ferrara abbiamo avuto un lungo colloquio. Presenteremo una memoria di contestazione degli elementi raccolti dalla pubblica accusa e che solo in parte riguardano la posizione del nostro assistito». Eppure nei giornalisti che attendevano l'esito dell'interrogatorio s'era insinuato un ragionevole dubbio, dopo la testimonianza resa dalla Lipari. Quel giorno vide Ferrara nell'aula 6, poco dopo aver sentito un «rumore sordo, un tonfo». In particolare, ricorda, vide «l'espressione del suo volto, che appena sono entrata era rivolto verso di me e appena mi ha visto si è voltato di scatto verso la finestra. Era pallido. Subito dopo che l'ho visto, è uscito dalla stanza». Poi vide anche Scattone, e un terzo uomo non meglio identificato al quale Scattone fece, secondo la Lipari, «un cenno d'intesa». Che cosa aveva voluto dire l'avvocato Domenico Cartolano, prima dell'incontro con il pm Lasperanza, quando ha dichiarato: «Sentiremo le contestazioni che il pm avrà da farci, poi Ferrara deciderà...»? Deciderà, che cosa? Di non rispondere per preparare una nuova memoria difensiva, oppure per riflettere prima di dare una nuova versione dei fatti che quel giorno portarono all'uccisione di Marta Russo? Per ora Salvatore Ferrara sembra aver preso tempo. «Ha saputo delle nuove dichiarazioni di Maria Chiara Lipari - ha continuato Cartolano e ne è rimasto sconcertato. Sconvolto. Non riesce a trovare alcuna spiegazione a questo circuito accusatorio che si sta montando contro di lui». Ma quale interesse avrebbero Maria Chiara Lipari, la segretaria Gabriella Alletto e quella studentessa, superteste della difesa di cui non si rivela il nome, a dire che Ferrara e Scattone erano in facoltà, quel giorno, se non fosse vero? «Bisogna vedere - ha risposto l'avvocato Cartolano - se queste testimonianze non siano pilotate. E poi, insomma, riguardo alla Lipari non è strano che quelle che a maggio erano soltanto delle "sensazioni" oggi siano delle chiare certezze? Questo è un processo dei sogni e delle rimozioni di blocchi psicologici. Da un lato abbiamo a che fare con il subconscio della Alletto e dall'altro con il travaglio interiore della Lipari». Ma c'è anche la signorina «X», la superteste che racconta di aver visto i due ricercatori, quel maledetto 9 maggio, all'Università, e di aver incontrato di nuovo Scattone, il 13 giugno. Compare poi, anche nella sua testimonianza, come in quelle di Maria Chiara Lipari e Gabriella Alletto, il terzo uomo, di alta statura. «Posso dire che tutte e due le volte che la teste dichiara di avermi visto, si sbaglia», ha detto martedì pomeriggio, nel corso del suo interrogatorio, Giovanni Scattone. Intanto avvampa la polemica tra avvocati. I legali di Gabriel- la Alletto non hanno gradito le allusioni a una «intensa amicizia» tra la loro cliente e il professor Bruno Romano, direttore di Filosofia del Diritto, fatte dal legale di Giovanni Scattone, Marcello Petrelli. «Sono parole al limite della diffamazione - ha dichiarato uno dei legali della Alletto, l'avvocato Cerasaro -. Valuteremo che cosa fare per tutelare la nostra cliente». E il legale della famiglia Russo commenta: «In questa storia c'è una parte di verità che non è ancora venuta a galla». Daniela Daniele Ed è guerra tra legali dopo le insinuazioni su «amicizie intense» tra il professor Romano e la Alletto Il pm Lasperanza, titolare della complicata inchiesta sul delitto di Marta Russo