Caccia al turista straniero in Israele di Fiamma Nirenstein

A Gerusalemme Est un guatemalteco accoltellato da arabi al mercato della Porta di Damasco A Gerusalemme Est un guatemalteco accoltellato da arabi al mercato della Porta di Damasco Caccia al turista straniero in Israele Ucciso un inglese a Eilat, ferita la sua compagna TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Brutto giorno per i turisti in Israele. Come se fossimo in Egitto, o in qualche parte del Maghreb, sembra che la spada dell'Islam, per caso o per decisione, si sia volta dai residenti israeliani ai visitatori d'Israele che in questo periodo sono moltitudini, spesso giovani e col sacco in spalla. Un episodio è stato mortale e quasi certamente terroristico: si è svolto nelle lande desolate del deserto del Negev vicino ad Eilat. L'altro ha provocato solo un ferito leggero, un ebreo del Guatemala, si è svolto a Gerusalemme e pare che abbia motivi di danaro. La prima storia è stata scoperta verso le 2 del mattino da una pattuglia militare che d'improvviso, a qualche chilometro dall'incrocio di Tzihor, ha visto avvicinarsi una ragazza barcollante, coperta di sangue. «Era completamente isterica, e urlava in inglese: mi hanno sparato mi hanno sparato» hanno raccontato i soldati. La ragazza è la ventenne Charlotte Gibb, di nazionalità britannica. Tra i singhiozzi, in stato confusionale, mentre i soldati tentavano di calmarla, la ragazza, ormai accasciata in mezzo alle dune rosse di quella parte del deserto detta Arava, ha raccontato la fine del suo compagno di viaggio, il ventiduenne Jeoffrey Hunter anche lui un inglese del Surrey. Dopo la mezzanotte i due giovani che erano diretti al Nord, al lago di Tiberiade, hanno intrapreso il loro viaggio in autostop. Li ha caricati su una piccola macchina beige un cinquantenne misterioso, che la ragazza non sa dire se fosse arabo o israeliano, ma pensa fosse un ebreo. Hanno scambiato qualche parola in ebraico, lingua che il giovane Jeoffrey masticava appena. Lungo la strada nel mezzo del deserto dopo pochi chilometri l'uomo, che può anche aver pensato di aver caricato due israeliani (questa è una delle ipotesi della polizia), si è fermato all'incro ciò ed è sceso «per fumare una siga retta» racconta la ragazza. Con lui sono scesi anche i passeggeri occa sionali. E qui è avvenuto l'impensa bile: senza preavviso, senza una pa rola, l'uomo ha tirato fuori una pi stola e ha crivellato di colpi il ragaz zo. La giovane donna, in preda al terrore, quando ha visto il compagno accasciarsi per terra si è messa a correre verso il buio del deserto. L'uomo le ha sparato dietro alcuni colpi, raggiungendola di striscio: le ferite sono leggere. «Mentre restavamo vicino alla ragazza cercando di rianimarla», racconta Gai, uno dei poliziotti, «prima di capire che a pochi chilometri c'era un morto, abbiamo vi sto sfrecciare una piccola macchina beige». Era quella che ora viene identificata come una Citroen del 1988, un'automobile che secondo informazioni per ora non confermate apparterrebbe ad un arabo israeliano residente nella Galilea Ma è solo un'ipotesi: quello che è certo è che appena capito di che co sa si trattava, i poliziotti si sono precipitati all'incrocio del delitto dove ormai Jeoffrey era spirato. Da Beersheba, da Mitzpei Ramon e da Eilat subito sono corse numerose pattuglie che hanno messo la strada in stato di assedio, mentre la ragaz za veniva trasportata in ambulanza all'ospedale di Soroka, a Beersheba. Quando i soldati hanno visto la macchina beige non avevano ancora idea di che cosa fosse accaduto, e non hanno neppure pensato di fermarla. L'assassino così ha fatto in tempo a sparire, tornando, almeno per il primo tratto di strada, nella stessa direzione da cui era venuto: verso Eilat, ovvero verso il confine con l'Egitto, a Taba, sul bordo del deserto del Sinai. E' là che in queste ore si immagina che sia andato a rifugiarsi. Ma sempre più si fa forte la sensazione che si sia trattato di un atto di terrorismo. Il secondo episodio è impressionante solo perché la coincidènza vuole che due diversi attacchi a turisti siano stati sferrati nello stesso giorno. Chi conosce Gerusalemme sa che la porta di Damasco a Gerusalemme Est è il più vivo e il più colorato di tutti gli ingressi della città vecchia: qui il turista guatemalteco, di cui ancora non si sa il nome, è passato come ogni altro diretta¬ mente nella parta araba, nel mercato di oggetti, di vetri, di cibi esotici e di vestiti ricamati. E' qui che ha litigato, per affari pare non puliti, con due arabi, di cui uno l'ha poi colpito con un coltello per fortuna in maniera beve. La ragione criminale dell'aggressione diminuisce il sospetto che si sia di fronte ad attacchi a turisti pianificati, per diventare una forma di lotta dei palestinesi. La strategia di colpire i turisti in genere è stata messa in atto nei Paesi musulmani dalle parti più integraliste dell'estremismo politico locale per condannare i costumi occidentali ritenuti devastanti per la morale islamica; o anche per sottolineare che è il mondo esterno quello che ha portato la corruzione che consente agli attuali odiati regimi di governare. Qui, non sembra questo il caso. Sia per l'episodio della porta di Damasco che per quello terribile del deserto dell'Arava, si può invece immaginare che gli assalitori abbiano scambiato forse i turisti per israeliani, e quindi abbiano colpito. Fiamma Nirenstein La ragazza del giovane assassinato fugge inseguita dagli spari L'aggressore semina una pattuglia La polizia accanto al cadavere del turista inglese assassinato e i soccorsi alla compagna ferita

Persone citate: Charlotte Gibb