Sindacati all'attacco degli stipendi d'oro

Dirigenti nel mirino, e il Garante della privacy non ha ancora deciso se pubblicare gli elenchi Dirigenti nel mirino, e il Garante della privacy non ha ancora deciso se pubblicare gli elenchi Sindacati alFatlncfo degli stipendi (Poro La Cgil denuncia: ma dov 'è la qualità? ROMA. Gli «stipendi d'oro» dello Stato entrano nel mirino di politici, sindacati e del Garante per la privacy. Dopo le polemiche sulle retribuzioni dei dirigenti Rai e delle Ferrovie, arrivano le «rivelazioni» sulle buste paga dei manager pubblici. E, in attesa che Stefano Rodotà, garante della privacy, si pronunci sulla possibilità di rendere noti gh stipendi, ecco le prime indiscrezioni sui contratti di alcuni dei top manager pubblici. Si ha allora la conferma che l'amministratore delegato delle FS, Giancarlo Cimoli, percepisce un miliardo lordo l'anno, che il suo collega dell'Enel, Franco Tato, riceve 700 milioni e che Franco Bernabò, amministratore delegato dell'Eni, si attesta sui 550 milioni. Nella classifica dei più «facoltosi», fanno capolino anche Chicco Testa, presidente dell'Enel (350 rnilioni), lo stesso Stefano Rodotà (345), il presidente dell'ente Poste, Enzo Cardi (300), il primo presidente della Cassazione, Vittorio Sgroi (278) e Gianni Billia, presidente dell'Inps (215). Senza trascurare quegli anonimi 23 dirigenti delle Ferrovie che superano la soglia dei 340 milioni annui. Alcune di queste buste paga sono già pubbliche attravero documenti ufficiali come le relazioni della Corte dei Conti e gli annunci sulla Gazzetta Ufficiale, ma all'Authority sulla privacy spetterà decidere se consentire la diffusione anche degli stipendi degli altri manager meno famosi. E proprio sulla «pratica» posta sotto la lente di Rodotà, si è accesa la polemica. Che vede in prima linea politici e sindacalisti. L'altro ieri Cesare Salvi, capogruppo della sinistra democratica al Senato, aveva proposto di avviare un'inchiesta parlamentare per rendere trasparenti le retribuzioni statali. Una proposta che ha trovato il favore di Francesco Storace, esponente di An e presidente della commissione di vigilanza Rai, che da tempo si batte per ridimensionare gh stipendi di Viale Mazzini. «Le dichiarazioni di Salvi sono estremamente responsabili - ha detto Storace - perché finalmen¬ te c'è un'ammissione, sia pure condita da ovvia ed elementare prudenza, che l'Ulivo non è una confraternita di santarellini». La pubblicizzazione degli emolumenti assegnati ai manager pubblici, del resto, mette tutti d'accordo. Nerio Nesi, ex pre¬ sidente della Bnl ed ora parlamentare di Rifondazione Comunista, spiega che «se le industrie di Stato voghono dirigenti di alto livello, devono retribuirli secondo il mercato ma anche secondo le capacità. Però, proprio perché sono stipendi pubblici, devono essere noti a tutti. Almeno per quanto riguarda i vertici delle aziende di Stato». Sulla stessa linea il Verde Alfonso Pecoraro Scanio che suggerisce di avviare la procedura con «una immediata autodichiarazione, a cominciare dai dirigenti e dai giornalisti della Rai che spesso sono strapagati pur essendo dequalificati». Trasparenza è anche la parola d'ordine di Beppe Pisanu, capogruppo di Forza Italia alla Camera: «Si fanno tante polemiche sui parlamentari, e allora perché gli stipendi dei manager dovrebbero essere secretati? Semmai bisogna pensare a premiare i capaci e punire gh incapaci. Il Presidente deUa Rai, ad esempio, perché si ostina a non dire quanto guadagna?». Pure il dipietrista Elio Veltri si schiera a favore della trasparenza anche perché, osserva, «gli stipendi dei parlamentari sono miserabili in confronto a quelli degli altri. E se i deputati hanno stipendi troppo dissimili da quelli dei manager, si deprime la rappresentanza politica che è chiamata a fare le nomine». I sindacati, diversamente dai politici, puntano l'attenzione soprattutto sulla «quantità». «Il livello salariale nelle Fs - si lamenta Walter Cerfeda, segretario confederale della Cgil - è intollerabile rispetto ad un'azienda allo sbando». Per Natale Forlani, della Cisl, impressiona «il numero dei dirigenti». «Ci deve essere soprattutto un legame stretto tra livello salariale e responsabilità del manager», tuona Adriano Musi della Uil. Intanto, proprio dalle Fs, Cimoli assicura che da oggi in poi i suoi dirigenti «renderanno conto di quello che fanno»; e dal governo arrivano le prime misure per rendere cristallini gli stipendi d'oro. «Il governo se ne sta già occupando - garantisce il sottosegretario al Tesoro, Giorgio Macciotta - e nei prossimi contratti di servizio e di programma con le ferrovie pretenderà la necessaria chiarezza». [c. t.] Storace: niente santarellini anche nelle file dell'Ulivo GLI STIPENDI DII «GRANDI»! MANAGER Di STATO [dati in milioni di lire] tu FONTE: il CIFRE SONO STATE FORNITE DAGLI ENTI INTERESSATI (IN ALCUNI CASI GLI IMPORTI POTREBBERO ESSERE VARIATI RISPETTO AL MOMENTO DELLA LORO PUBBLICIZZAZIONE) j. jqcieta' CARtCA home importo annuo 10rd0\ \ FERROVIE amu deLEGATO giancarlo cimoli lOOO f§ DISTATO 23dihgenti oltre 340 m 21dirigenti 290-340 If 31 dirigenti 240-290 :f 84 dirigenti 190-240 1 382 dirigenti 140-190 / f ENEL amm. delegato franco tato' .700/ 1 presidents chicco testa 350 I ^ • , ;,■ -■,, vice-presidewte alfonso umbruno 200 ["iniaw. delegato fi^nco BERNABg "«mT FISAMNTE privacy * ':V -■ ■:' ■' stefano rodota' 34S v j ENTE POSTE ' ' PReTpENTE ~~ enz0card1 " 300 f consIguo Dl stato preYioente mnato laschena™ 2»v 1 consiglieri 159 \ I AWOCATO Dl STATO avv. gen giorgio ZAGARi 281 1 1 CASSAZlbNE primo presidente vitt0ri0 sgroi 278 1 pres. sezione 207 1 ISVAP presidente giovanni manghetti 260 B 1 snips presidente gianni billsa 215 II INAIIi presidente pietro magno 190 If INPDAP presidente mauroseppia 185 f CONI presidente mario pescante 180 CORTI DAPPELLO mag1strati 130 MINISTERi d1rigehti general! 110 / AMBASCIATORI ^ 103+78* A sinistra Gianni Billia Qui accanto Chicco Testa

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