«Così è nata la tangente Enimont»

«Così è nata la tangente Enimont» «Così è nata la tangente Enimont» Melpignano ai giudici: una vicenda kafkiana... E' CCO alcuni brani dell'interrogatorio reso da Sergio Melpignano il 21 giugno ai pm di Perugia Carderia) Renzo, Cannevale e Della Monica. Pm: «Avvocato Melpignano, se vuole chiarire meglio i rapporti intercorsi con il dottor Savia, e in particolare la questione attinente alla proprietà di Promontorio da parte del dottor Savia». Melpignano: «Io conosco il dottor Savia dalla fine degli Anni 70, inizio dell'80, adesso non riesco a puntualizzarlo con precisione, sono passati tanti anni. Si instaurò un rapporto di amicizia tra noi e mi chiese, adesso non ricordo se l'83 o l'84... di costituire una società con cui voleva acquistare un immobile al Circeo. Si costituì questa società. Mi disse che c'erano rapporti familiari difficili con il coniuge, per cui aveva necessità di un'eventuale società. Perché si era nel frattempo risposato...». Pm: «Quindi tutto è di Savia?» M: «Sì». Pm: «Qualcuno è in grado di [confermare! le sue versioni? M: «Nel mio studio tutti sanno. Sostanzialmente si muovono sulla base di quello che dico io. Cioè, sicuramente era a conoscenza della vicenda la dottoressa Amoretti». Pm: «La dottoressa Amoretti la conosce nella sua reale portata?». M: «La conosce in tutta l'angoscia che l'ho vissuta da quando ho reso quell'interrogatorio a oggi». Pm: «Quindi sa bene anche lei che il Promontorio era di Savia e che gli immobili appartenevano a Savia?». M.: «Sicuramente sì. Ma d'altra parte un po' a studio hanno vissuto tutti questa vicenda perché ha creato angoscia... Tutti». Più avanti si passa all'analisi di alcuni conti bancari. Pm: «Le volevamo chiedere due cose in rapporto al libretto al portatore Barbarano [dove c'erano un miliardo e 340 milioni, ndr.]». M: «Sicuramemte l'ho aperto con assegno proveniente dalla Banca di Sicilia... qui ci riallacciamo all'altra vicenda Montedi[sonj... perché qui le cose sono un po' kafkiane. Si sono praticamente intrecciate, a un certo momento, cose che erano completamente estranee l'una all'altra. Non so se vuole che io riprenda la vicenda Montedison...». Pm: «Possiamo prima concludere. Se potesse fare mente locale su questa operazione, il 14.12.90 il libretto risulta materialmente ritirato da una persona che si qualifica e firma come Aldo». M.: «Aldo?». Pm: «Aldo». M.: «Non le so dire... non ricordo assolutamente nulla sulla vicen¬ da». Dopo si passa ad analizzare un altro conto, intestato a Pasqua Neglie, suocera del commercialista, e la compravendita della società Edilcomp tra Bonifaci e Melpignano, dalla quale sarebbe scaturita una parte della maxi¬ tangente Enimont Pm: «Mi era sembrato di aver capito che lei volesse aggiungere o modificare qualcosa...». M.: «La vicenda di questo conto Montedison... mi preme in qualche maniera chiarire, perché è stata colpa mia, coinvolgere an- che mia suocera in qualche maniera, i miei familiari... La società Edilcomp, che è stata ceduta a Montedison, è stata ceduta da Domenico Bonifaci, ma in precedenza Bonifaci l'aveva acquistata da me, come vedrà. L'Edilcomp nasce da mia serie di fu¬ sioni di altre società che fanno tutte quante capo a me... Bonifaci, ripeto, prima di cederla a Montedison, la compra da me pe.r 15 miliardi, con il mio obbligo di ristrutturare l'immobile. Per cui, come vedrà, sono anche io procuratore nella cessione di Edilcomp.... Quindi quando la società viene venduta, tra l'altro era di proprietà mia e di mio fratello... A seguito della cessione viene indicato a Montedison il Banco di Sicilia dove c'era il conto di Pasqua Neglie, e le disponibilità relative all'acquisto affluiscono sul Banco di Sicilia. Dal Banco di Sicilia, credo che dò circa 5 miliardi a mio fratello, poi credo che ho utilizzato anche per altri fini miei il conto. Passo in un primo tempo 5 miliardi e 100 sulla Banca popolare di Spoleto, dove avevo aperto sempre il conto di riferimento a nome di mia suocera, perché provenivano dal nome di mia suocera e perché non sarebbe altrimenti spiegabile come affluivano invece a me. E poi 5 miliardi a Bonifaci, che me l'aveva chiesto in contanti e in Cct, perché la differenza tra i 20 per la cessione e i 15 che spettavano per la mia quota. Dò a Bonifaci 3 miliardi in contanti e 2 miliardi in Cct. Dopodiché ho sempre continuato a usare questo conto...». Parte dei miliardi derivanti da Edilcomp, secondo l'accusa, sono finiti al finanziere Sergio Cusani, ma Melpignano si chiama fuori da quest'ultimo passaggio: «Io, in ordine alla creazione, diciamo, dei rapporti sostanziali dell'ammontare delle quantità di questi Cct, non so assolutamente nulla. Sono vicende che ha curato direttamente il signor Bonifaci...». Per quella compravendita sono state fatte delle perizie, entrate anch'esse nel mirino dei magistrati. Pm: «Sostanzialmente Domenico Bonifaci le indica i prezzi?». M.: «Bonifaci mi indica i prezzi, certo». Pm: «Ma lei a chi li indica?». M.: «Io li indico ai periti». Pm: «E i periti quindi che fanno?». M.: «Loro devono fare una perizia agli effetti fiscali...». [r. r.] «Ho conosciuto il giudice Savia alla fine del 70 Diventammo amici e costituimmo una società» I tre giudici del tribunale della libertà di Perugia (da sinistra) Mario Marsili (presidente) con Antonella Duchini e Gianluca Calvieri

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