Calabria ultima chance
Si dimettono Polo e pds Regione verso il voto? Calabria, ultima chance Si dimettono Polo e pds Regione verso il voto? REGGIO CALABRIA. E' a un passo dallo scioglimento il Consiglio regionale della Calabria, dopo una giornata dove i toni sono ^ati convulsi e in seno agli schieramenti si sono aperte delle ferite, che potrebbero anche non rimarginarsi. Ieri i 19 consiglieri del Polo hanno rassegnato le loro dimissioni, seguiti, a distanza di qualche ora, dai 5 del pds che non lo avevano ancora fatto. Così ora sono 29 - su 42 - i consiglieri che si sono dimessi. Tutto fatto, quindi? Andiamoci piano, perché la situazione è ancora troppo magmatica. Al punto che ancora non tutti sono convinti che infine, magari accogliendo l'invito del capogruppo di Rifondazione, il Capo dello Stato mandi tutti a casa attivando l'articolo 126 della Costituzione. Ma vediamo come, ieri, si sono svolte le cose, cominciate con due conferenze stampa del Polo e del pds, convocate a distanza di un'ora e concluse con la comunicazione che le dimissioni dei rispettivi consiglieri erano questione di minuti. Gli esponenti del Polo, presentatisi con i massimi rappresentanti regionali, hanno accusato il pds di avere voluto cavalcare una chimera e di non essere mai stato in grado di proporsi, con una giunta di centrosinistra, al Consiglio. Il presidente dimissionario, Giuseppe Nisticò (di Forza Italia), è stato addirittura feroce nei confronti dei 7 «transfughi» della vecchia maggioranza, augurandosi che qualcuno di loro si sottoponga ad un «trapianto cerebrale». Ma Nisticò ha dovuto subire anche le stilettate di Alleanza nazionale che ha parlato di un eccessivo scollamento tra esecutivo e chi, in Consiglio, lo sosteneva. Ed alla fine il presidente dimissionario ha detto di non essere disponibile a guidare un nuovo esecutivo basato solo sui numeri e non invece su un ampio consenso. In fondo, ha detto in sostanza, posso anche defilarmi perché sono, un ,uomo| di scienza e di cultura. Erase questa che* qualcuno degli alleati del Polo non ha mandato giù, ma che, in pratica, ha tolto uno scoglio lungo la strada verso una eventuale soluzione. Anche se le dimissioni ci sono (ma possono essere revocate un istante prima che il Consiglio sia chiamato alla presa d'atto) le trattative sono scattate subito e ieri sera molti consiglieri erano sparsi nelle calde sale di Palazzo San Giorgio, chi a formulare scenari e magari proposte, chi ad ascoltare, valutare, riservarsi una risposta. In cima ai «desideri» degli strateghi dei due schieramenti ci sono innanzitutto i 13 consiglieri che non si sono ancora dimessi. Con i 3 popolari, i 2 socialisti del Si e l'unico laburista, ovviamente i 7 «traditori», nei cui tentennamenti sperano gli esponenti del Polo (forse meglio dire, nei tentennamenti di 4 di loro). Magari prospettando una soluzione che possa indurli a rientrare in una maggioranza di centrodestra, con un esecutivo non più guidato da Giuseppe Nisticò. Ma ieri sera è «sbocciato» un altro progetto, che potrebbe anche non essere nato in Calabria, e che è stato sussurrato davanti alla buvette di Palazzo San Giorgio: uno schieramento che veda un centro forte, non condizionato agli estremi da Rifondazione e Alleanza nazionale e, perché no?, guidato da un altro «azzurro». Il nome che rimbalza è quello di Pino Gentile, ex socialista, cosentino, già assessore regionale. Diego Minuti
Persone citate: Diego Minuti, Giuseppe Nisticò, Nisticò, Pino Gentile
Luoghi citati: Calabria, Reggio Calabria
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