Prodi: l'asse Polo-Lega nasce morto

Il centrodestra si spacca sull'alleanza nel Veneto. Per il premier è un fallimento già visto Il centrodestra si spacca sull'alleanza nel Veneto. Per il premier è un fallimento già visto Prodi: Passe Polo-Lega nasce morto Gasparri: ma anche Fini lo vuole. Tremaglia: è falso ROMA. L'ipotetica alleanza PoloLega per il sindaco di Venezia sarà anche una boutade «ferragostana» come l'ha definita ieri l'esponente di An Mirko Tremaglia, ma intanto continua a tenere banco. Dopo le schermaglie dei giorni scorsi (quasi tutte portate avanti da personaggi di secondo piano) ieri è entrato in scena perfino il presidente del Consiglio, innescando una reazione a catena che ha mostrato soprattutto le divergenze interne al Polo. «Alla luce delle recenti dichiarazioni di Bossi - ha detto Prodi - è facile prevedere che questa è un'alleanza destinata a sfaldarsi ancora prima di nascere. Io credo che non si tratti di una cosa facile. L'accordo tra il Polo e la Lega è un rito al quale abbiamo già assistito e tutti sappiamo come è andata a finire. Io penso che chi, sino a ieri, ha giurato che con Bossi non sarebbe andato a prendere nemmeno un caffè faccia una certa fatica a spiegare agli elettori, ai suoi elettori, questo cambiamento di strategia. Penso soprattutto ad An, la cui anima nazionalista appare inconciliabile con quella della Lega». E il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, ha rincarato la dose: «Questa alleanza potrebbe portare sia il Polo sia la Lega alla disfatta». L'intervento di Prodi ha subito suscitato la reazione di Maurizio Gasparri, il «più alto in grado» di An in questo periodo di vacanze. «Fini sapeva perfettamente delle trattative con la Lega - ha detto Gasparri - e prima di partire, aveva dato il via libera, purché si trattasse di episodi circoscritti e privi di significati politici a livello nazionale. Se An non fosse andata a vedere questo gioco l'accordo ci sarebbe stato egualmente, ma tra i settori di centro del Polo e della Lega, con il nostro partito che avrebbe potuto essere estromesso. Ma nessun esponente nazionale è andato a bersi un caffè con Bossi. Sono stati i nostri esponenti veneti che al massimo avranno preso qualche tè freddo con i leghisti della Liga. A noi di Bossi interessano soprattutto i voti». L'uscita di Gasparri ha però fatto saltare la mosca al naso al suo compagno di partito Mirko Tré- maglia: «E' vero che siamo in agosto, ma si stanno superando i limiti». Tremaglia contesta le affermazioni di Gasparri sul «via libera di Fini»: «Viste le condizioni poste da Fini non si può fare alcun accordo su Venezia perché ha una valenza nazionale. Anche perché Bossi ha indicato proprio in Venezia la capitale delia futura "repubblica padana" e perché sempre Bossi ripete sprezzante che non è possibile nessuna rinuncia alla secessione e che gli accordi saranno praticabili solo dopo le elezioni della Padania». Tremaglia ricorda che, per An, resta immutata «la pregiudiziale anti-secessione», che Fini e la direzione nazionale avevano fissato e mai mutato. «Il resto - ha sottolineato - fa parte di prese di posizioni personali e ferragostane. Rimangono solo manovre di potere. Dobbiamo smetterla con gli ammiccamenti senza dignità e senza coerenza politica. Si sa bene che Bossi non è affidabile, che più lo si rincorre più lui ti manda a quel paese e ti sputa in faccia». E a Tremaglia (negando le affermazioni di Gasparri sull'accordo già fatto tra i settori di centro del Polo e la Lega) ha fatto eco 0 presidente del ccd Clemente Mastella: «La Lega è Bossi, non si può parlare con la Lega senza parlare con Bossi. E io a inseguire il Senatur davvero non ci sto». Mastella poi ha polemizzato perfino con il suo collega di partito, Francesco D'Onofrio, che nei giorni scorsi aveva proposto di far svolgere un referendum sull'indipendenza della Padania: ((Attenzione - ha detto che se il Nord vuole il referendum lo deve fare anche il Sud, non è un problema solamente del Settentrione, perché il malessere c'è anche, anzi soprattutto, nel Mezzogiorno». La polemica interna al Polo, dunque, sta prendendo una brutta piega tanto che in serata ieri il presidente dei deputati di Forza Italia Giuseppe Pisanu ha sentito il bisogno di intervenire per tranquillizzare gli animi: «In politica regali non se ne fanno a nessuno - ha detto - tantomeno a Bossi. Gli accordi si faranno solo se si individueranno delle persone altamente qualificate in grado di essere votate da tutti i moderati. Quelle che io sento nel Polo sono preoccupazioni tutte giustificate e condivisibili. Fin dall'inizio, del resto, ho detto che quelle di Bossi erano esternazioni "in canottiera", da prendere con le pinze». [r. i.l Il segretario della . Lega Nord Umberto Bossi

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