Il bottino del topo d'albergo
CURIOSITÀ' Clienti scatenati: il fenomeno della caccia al souvenir è ormai diventato razzia Il bottino del topo d'albergo Dagli hotel sparisce di tutto: molti si accontentano del posacenere, ma c'è chi smonta le prese elettriche Il bancone della hall come una dogana. Di fronte la quale sfilare, l'ultimo giorno di vacanza, con l'aria finta-indifferente di chi, in realtà, qualcosa da dichiarare avrebbe: una valigia di souvenir, frutto di una piccola razzia nella camera d'albergo. Insomma, quello che ormai, familiarmente, gli uomini del ricevimento chiamano il «bottino del topo d'hotel»: posacenere griffati, morbidi accappatoi, minithermos per la colazione, ciabattine, cavatappi, asciugamani, scendiletto e persino prese elettriche. H tutto, naturalmente, nascosto - come si trattasse di ima peccaminosa torta a strati - fra un pigiama e un maglione oppure in mezzo ai cosmetici del beauty. Il fenomeno della caccia al souvenir trafugato, l'abitudine non solo italiana di occultare in valigia i piccoli oggetti che arredano una stanza d'albergo ha il suo peso anche in una città non troppo turistica come Torino. Lo confermano i dati forniti da Franco Canazza, direttore dei tre alberghi che fanno parte della catena «Jolly Hotel»: «Ormai è una spesa che mettiamo in conto. Ogni anno ci spariscono almeno 1000 posacenere e un centinaio di accappatoi. Per non parlare dei bricchi in argento o i thermos per la prima colazione. Di fronte a quegli accessori sono davvero in pochi a resistere». L'identikit dell'Arsenio Lupin a cinque stelle? «Le donne - risponde Canazza - si fanno sicuramente più tentare degli uomini. Come facciamo a stabilirlo? Semplice: asciugamani, salviette, ciabattini, portasapone, grucce e altri accessori per la casa spariscono molto di più quando la stanza è occupata da una signora». E gli uomini, invece, in quali «furti» sono specializzati? «Fanno sparire cavatappi, penne, piccoli accessori da scrivania, telecomandi. In alcuni casi svitano pure le lampade alogene». E aggiunge: «Ma questo non è ancora il colmo: pensi che molti nostri clienti giapponesi si sono armati di cacciavite per smontare le prese della luce. Forse per copiarle...». Anche al «Turin Palace», altro cinque stelle cittadino, mecca di ogni vip che transiti da queste parti, confermano che la voce «furti subiti» alla fine dell'anno incide per almeno una decina di milioni: «E ci riferiamo all'ordinaria amministrazione - spiega Paolo Moreggio, direttore dell'hotel -, vale a dire ad accappatoi (a poco è servito il biglietto con su scritto "questo capo è in vendita nella hall") o tazzi¬ ne. Ma noi, qualche anno fa, abbiamo pure subito furti autentici». Per esempio? «Al terzo piano ci è sparito un bellissimo orologio in bronzo Luigi XV che allora valeva circa 15 milioni e, tre mesi dopo, pure una specchiera della stessa epoca. Altro che souvenir». E anche se i gestori degli hotel torinesi non sono arrivati all'eccesso di far scrivere dietro i posacene-re dell'albergo la frase «Questo l'ho rubato a...» (come i loro colleghi romani), non negano che il fenomeno sia in aumento. Ma sono più «topi d'albergo» gli americani, gli italiani, o i francesi? I direttori sono riservati: «Non c'è un popolo più interessato. Chi arriva dagli Stati Uniti, però, è abituato a domandare se è possibile acquistare l'oggetto». I francesi, invece, adorano collezionare la biancheria griffata dei grandi alberghi. «Spesso - conclude Moreggio - troviamo al posto dei nostri asciugamani altre salviette magari firmate Carlton. Come vede è proprio un divertissment». Emanuela Minucci COSA FINISCE IN VALIGIA (*) 1) POSACENERE 1000 2) ACCAPPAT0I 100 3) SALVIETTE ASCIUGAMANI 90 4) THERMOS DA PRIMA C0LAZI0NE 60 5) POSATED'ARGENTO ECAVATAPPI 40 6) CIABATTINE 40 7) TAZZINE E PIATTINI 30 8) P0RTA-SAP0NE 25 9) TELEC0MANDI 15 10) GRUCCE APPENDIABIT0 10 fin0™ FORNITI DALLA CATENA JOLLY HOTEL Un direttore «Gli ospiti che più si fanno tentare sono le donne Ce ne accorgiamo dall'inventario» Paolo Moreggio, direttore dell'hotel «Turin Palace»
Persone citate: Arsenio Lupin, Canazza, Emanuela Minucci, Franco Canazza, Luigi Xv, Moreggio, Paolo Moreggio
Luoghi citati: Stati Uniti, Torino
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