Po sei chilometri da salvare di Marco Sartorelli

Si fa un gran parlare dei Murazzi, ma la sponda destra è assalita dal degrado Si fa un gran parlare dei Murazzi, ma la sponda destra è assalita dal degrado Po, sei chilometri da salvare Sul sentiero erbacce, siringhe e giacigli improvvisati Gli amici del fiume: «Mai vistigli interventi promessi» Sei chilometri da conquistare metro dopo metro, strappando erbacce e portando via bottiglie rotte, cartacce, indumenti abbandonati, giacigli improvvisati e centinaia di siringhe. Sei chilometri da consegnare ai torinesi che vorrebbero semplicemente passeggiare o fare un giro in bicicletta sulla sponda destra del Po, e guardare in acqua senza vedere bottiglie di plastica e «isole» di alghe. Perché quando si parla delle sponde del Po si pensa soltanto alla «rive gauche», ai quattrocento metri dei Murazzi, luogo alternativo delle notti torinesi dove un mese fa un extracomunitario è annegato durante una rissa con un gruppo di italiani e alla pista ciclabile che ha avvicinato i cittadini al fiume. Ma mentre si scendono i gradini che dal ponte Isabella portano al Po, sulla riva destra, bisogna fare attenzione ad escrementi, ratti in decomposizione, le solite siringhe, ortiche cresciute a dismisura. E il sentiero (?) che nessuno osa più percorrere tra ponte Isabella e ponte Umberto I, si intravede tra l'erba alta. Ma qualcuno, nonostante lo stato di totale abbandono, sogna, e lo ammette. Emilio Soave, membro dell'associazione Parco del Po, ad esempio: «Sono decenni che si parla di interventi. E' ora di cominciare». Soave prende una copia di un ordine del giorno approvato all'unanimità dall'ottava circoscrizione. Si dichiara «preoccupazione per il sussistere e l'accentuarsi delle condizioni di degrado della sponda destra del Po, tra il ponte Isabella e il comune di Moncalieri, nelle aree destinate alla realizzazione del parco fluviale». Era il novembre del '96 e si segnalava «la crescente impercornbilità delle banchine», la progressiva difficoltà «di accessi pubblici al fiume, anche dove il nuovo piano regolatore indica che sono vincolati come percorsi pedonali», 10 «stato di abbandono dell'area di proprietà comunale destinata all'ampliamento della Piscina Lido». E ancora, 1'«occupazione, ormai permanente, nel piazzale di corso Moncalieri 424, di un'area destinata a verde pubblico e a parcheggio, di roulottes e camper di giostrai, in condizioni igieniche deplorevoli». Inoltre, si denunciavano le «modifiche di destinazioni d'uso» in contrasto col piano regolatore, e gli «incrementi edilizi, ad opera di circoli ri creativi ed esercizi commercia 11 in aree destinate a parco». Non è stato sufficiente, ovviamente, l'approvazione di un ordine del giorno di una circo¬ scrizione perché le cose si mettessero in moto. «Il comune di Moncalieri ha fatto la sua parte - commenta Soave -, Adesso aspettiamo che anche Torino si muova». L'assessore all'am¬ biente, Gianni Vernetti, un mese fa ha promesso: «Dragheremo il fiume, taglieremo le alghe». Comunque, «qualsiasi progetto di riqualificazione sottolinea Soave -, richiede uno studio preliminare. Ci vogliono tecnici e tempo». Ma bonificare le sponde per far rivivere il Po significa anche tenere sotto controllo l'inquinamento del fiume. «Non sono sufficienti interventi straordinari - commenta Silvano Ravera, esperto di risorse idriche -. Occorre rimuovere periodicamente il limo dall'alveo e, soprattutto, individuare gli scarichi delle ditte che scaricano ancora in Po. La qualità delle acque è discreta fino a monte di Torino, ma peggiora con le immissioni del Sangone, del Banna e del Tepice». Marco Sartorelli «A Londra recuperati molti chilometri del Tamigi. E da noi?» Due immagini che illustrano il degrado della riva destra del Po Qui, secondo gli ambientalisti, si è fatto ben poco per arginare maleducazione e illegalità

Persone citate: Banna, Emilio Soave, Gianni Vernetti, Piscina Lido, Silvano Ravera, Umberto I

Luoghi citati: Londra, Moncalieri, Torino