Ferrante: un Toro fortissimo
Cresce l'ottimismo dell'attaccante, che contesta gli scettici GRANATA OGGI A MONDOVI' Cresce l'ottimismo dell'attaccante, che contesta gli scettici Ferrante: un Toro fortissimo «Ma non dovremo staccare mai la spina» CARAGLIO DAL NOSTRO INVIATO Vive per il gol, come tutti i bomber di razza, ma non è un fanatico, né si preoccupa dei chiaroscuri nelle amichevoli d'agosto. Marco Ferrante, capocannoniere del Toro con 13 centri la scorsa stagione, non promette sfracelli e non annuncia di puntare a vincere la classifica cannonieri. Vuole, in primis, la serie A. A 26 anni, il suo sogno è quello di riemergere, insieme con il Toro, nel grande calcio: «Siamo una grande squadra che ha soltanto bisogno di un po' di tempo per approfondire la conoscenza dei singoli. Souness ci chiede di non staccare mai la corrente e di dare sempre il cento per cento delle nostre possibilità. Mi ricorda il Piacenza, in cui ho disputato un torneo nella massima divisione. Anche Cagni non voleva pause ed ebbe ragione. Faremo del nostro meglio per assecondare Souness». Ferrante sente di essere arrivato ad un bivio, decisivo, dopo una lunga carriera piuttosto anonima, senza grandi acuti, pur avendo giocato nel Napoli dell'ultimo Maratona, quello già pieno di problemi, e nel Parma che vinse la Coppa delle Coppe: «Ho la maturità giusta, l'età per fare benissimo o per rimanere un giocatore normale». Non è preoccupato per le difficoltà che la squadra incontra contro avversarie di categoria inferiore: «I dilettanti giocano alla morte. Ciò che conta è partire con il piede giusto nelle gare vere. Per noi e per i nostri tifosi. C'era molta euforia alla presentazione al Delle Alpi e vogliamo che ci sia anche alla fine del campionato». La serie B può essere il trampolino di lancio verso un salto di qualità per Ferrante. Cosa gli manca per raggiungere il top? Lui si sente vicino alla condizione ottimale anche se l'altra sera, ad Alessandria, non ha segnato, colpendo un palo e fallendo una buona occasione: «Il gol sarà fondamentale in Coppa Italia. Ho faticato all'inizio. Sento che la forma sta arrivando. Giorno dopo giorno». Il 4-42 che Souness intende riproporre anche a Como in Coppa Italia non rappresenta per lui un modulo penalizzante: «Siamo più coperti, rischiamo meno. In certe gare andrà benissimo, in altre si potrà cambiare». Stasera (ore 18), a Mondovì, nel triangolare con Novara e Fossanese che vedrà i granata impegnati nella seconda e nella terza frazione, Souness collauderà la formazione per domenica, con Pastine in porta (Pablo Malinarich Rodriguez, l'argentino con passaporto spagnolo che ha bene impressionato al Moccagatta, torna tra le quinte: sarà quasi certamente tesserato e girato in prestito), Martelli e Bacci terzini al posto degli acciaccati Mercuri e Pedroni, Bonomi a destra e Lentini a sinistra sulla linea dei centrocampisti. A proposito di Bonomi gli è stato cambiato numero: avrà il 10 (Mercuri il 14 e Pastine il 23) poiché oggi il Toro deve presentare la lista dei giocatori in Lega e Sandor non è ancora tesserabile: quando l'ungherese, un po' intristito dall'attesa, potrà finalmente considerarsi granata, non avrà la maglia che preferisce. Per il resto stessa squadra di Alessandria, ancora priva di Maltagliati, convalescente, e di Ficcadenti in rodaggio post infortunio muscolare. In avanti Souness riproverà le due punte, con Lentini più arretrato. Ferrante dice che si integra bene anche con Carparelli: «Con il suo movimento attira su di sé l'attenzione dei difensori e apre dei varchi». Ed avere ai fianchi Lentini e Bonomi per i due attaccanti significa ricevere più rifornimenti. Ferrante si sta affiatando con Lentini: «E' un grande giocatore. I suoi dribbling sono fantastici e dalla trequarti in su è pericolosissimo». Souness chiede a Ferrante di far gol e di essere il primo difensore. Un doppio compito, pesante, che lui accetta: «Mi era capitato anche a Piacenza. Sono le regole del pressing». Ferrante, però, non dovrà fare pressing da solo, altrimenti andrà in crisi. E il Toro ha bisogno dei suoi gol. Bruno Bernardi Ferrante: «Nessun allarme, l'Importante è partire col piede giusto nelle gare vere»
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