TOTO' Rinasce a cent'anni di Fulvia Caprara

Rinasce a Rinasce a Snlasv ROMA. Restaurate, ringiovanite, tirate a lucido. E quindi pronte per affrontare il grande schermo cinematografico e provocare nuove ondate di risate: dopo Fellini, Visconti, Rossellini, l'onore del restauro tocca a due famosissime pellicole di Totò, «Siamo uomini o caporali?» e «Totò, Peppino e la malafemmina». «Il recupero di questi due film è un fatto molto importante, dal punto di vista culturale - dice la figlia del grande interprete Liliana De Curtis -: per troppo tempo si è detto che il cinema di papà era un cinema di serie B, ora, scegliendo di riportarlo in vita come è stato già fatto con autori importanti, lo si colloca, finalmente, al posto giusto. Totò è un personaggio che attraversa le generazioni e che fa parte della storia d'Italia. Vorrà dire qualcosa se ancora oggi le sue battute sono sulla bocca di chiunque, degli anziani come dei giovani che vanno in discoteca e dei bambini piccoli». Presentati in questi giorni per la prima volta nell'ambito della «Mostra Internazionale del cinema restaurato» che si svolge a S. Marco di Castellatate, in provincia di Salerno, i due film sono jstati restaurati grazie all'impegno di Ente Cinema e Cinecittà. «Ancora una volta conferma Gerolamo Marzano, responsabile della manifestazione - si è avuta la prova dell'enorme amore che lega il pubblico a Totò: i due film restaurati sono stati accolti come se venissero proiettati per la prima volta, e questo anche se erano in tanti quelli che conoscevano le battute a memoria». Sia «Siamo uomini o caporali?» che «Totò, Peppino e la malafemmina» portano la firma di Camillo Mastrocinque che li girò a un anno di distanza, il primo nel '55, il secondo nel '56. Dai «totologi» sono considerati titoli cruciali: la distinzione nelle due categorie di «uomini» e «ca porali» è infatti un assunto ba se nella filosofia di Totò, non a caso l'artista scomparso, autore del soggetto, considerava la pellicola un po' come il suo testamento ideologico. La storia descrive l'infelice esistenza di Totò Esposito, costretto da quando è nato ad avere che fare con il «caporale» di turno che ricompare ciclicamente nelle diverse fasi della sua vita: l'odioso personaggio è affidato a Paolo Stoppa, mentre Sylva Koscina ha la parte di una giornalista e Franca Faldini quella di un'aspirante attrice. Il secondo titolo, ispirato alla canzone «Malafemmina» scritta da Totò sull'onda dell'infelice passione per Silvana Pampanini (e interpretata nel film da Teddy Reno) contiene due fra le scene più celebri dell'intera filmografia del principe della risata: innanzitutto quella della lettera scritta a quattro mani con Peppino (chi non ricorda passaggi come: «Punto! Due punti! Ma sì, fai vedere che abbondiamo. Abbondantis in abbondandum»?) poi l'esilarante sequenza dell'arrivo alla stazione di Milano dove i due sbarcano completi di lanterne, colbacchi e valigie cariche di provviste. «Mi è difficile - confessa Liliana De Curtis - dire qual è il film di mio padre che preferisco: forse da un punto di vista artistico il più completo è "Guardie e ladri" per l'umanità drammatica che lo contraddistingue, ma poi c'è "Totò truffa", per non parlare di "Miseria e nobiltà". In ogni lavoro di mio padre c'è qualcosa di valido, destinato a restare nel tempo». Impegnata in numerose attività che hanno l'obiettivo di tenere viva la memoria di Totò, Liliana De Curtis si augura di poter rivedere presto sul grande schermo una tra le pellicole meno note del padre, girata in tre dimensioni e intitolata «Il più comico spettacolo del mondo» per fare il verso al «Più grande spettacolo del mondo» di De Mille. Il film propone una carrellata dei numeri più famosi del grande attore, davanti a una platea di cui fanno parte, tra gli altri, Aldo Fabrizi, Silvana Mangano, Peppino De Filippo, Carlo Croccolo, Carlo Campanini e Anthony Quinn. «E' stato il primo film girato in tridimensionale in Italia - dice la De Curtis - sarebbe bellissimo poterlo rivedere restaurato. Ora che su Totò è stato scritto e detto quasi tutto, è importante lasciar parlare i destinatari del suo lavoro, il suo pubblico che non si esaurisce mai. E' incredibile, ma dovunque vado trovo sempre gente che lo ricorda con affetto e am- Sergio Castellino: secondo la figlia di Totò, Liliana de Curtis, l'attore dovrebbe essere protagonista del film dedicato alla vita del padre mirazione grandissimi». Il recupero del film in tre dimensioni potrebbe rientrare nella valanga di festeggiamenti in preparazione per il centenario della nascita di Totò che cade l'anno prossimo. Intanto, la «Mostra del cinema restaurato» va avanti, e nei prossimi giorni sono previste altre rinascite importanti come quella de «Lo spettro», firmato dal maestro del cinema horror italiano Riccardo Freda, di «The merry wi- dow» di Ernst Lubitsch e di «Davanti a lui tremava tutta Roma», film di Carmine Gallone, offerto dal Museo del Cinema di Torino, fresco di un «restyling» avvenuto con l'aiuto di apparecchiature particolarmente sofisticate. Protagonisti della storia, un intreccio ambientato nel clima della resistenza antinazista, Tito Gobbi e Anna Magnani. Fulvia Caprara L'onore del restauro tocca ora a due suoi film: prima volta per i capolavori di un comico Già fervono grandi preparativi per l'anniversario. La figlia: «Fa parte della storia d'Italia» ca ora a volta omico arativi figlia: Italia»

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