Manovre d'agosto sull'Olivetti di Ugo Bertone

Nuovo stop all'ente energetico Rifondazione e sindacato uniti «Le tic non sono il suo ruolo» Scoppia la guerra per il terzo gestore dei telefonini. Nel mirino c'è Omnitel Manovre d'agosto sull'Olivetti L'Enel smentisce un'Opa, Deutsche Telekom nicchia Ivrea intanto prepara il matrimonio con Infostrada MILANO. Un blitz sull'Olivetti? La regia, manco a dirlo, è di Kaiser Franz Tato, feldmaresciallo imprestato all'Enel. Le truppe d'assalto, ovvero i quattrini, li forniranno gli alleati di Deutsche Telekom. L'obiettivo, manco a dirlo, sono i telefonini di Omnitel oltre a raggiungere gli alleati di France Telecom in Infostrada, la società di Ivrea che si occupa di telefonia fissa. La strategia? Semplice: un'opa in piena regola, non si sa se ostile o no, dato che i grandi azionisti, De Benedetti in testa, sarebbero ben felici di aprire le porte all'invasore. L'opa, di cui ieri si parlava nel mondo politico e sindacale, non è stata smentita da un portavoce di Deutsche Telekom al quotidiano finanziario «Handelsblatt». «Per prassi - è stato il commento del portavoce - non prendiamo posizione». Assai più categorico l'Enel: «Smentiamo il contenuto dell'articolo». Nessuna mira di Tato su Omnitel, quindi, ma la grande partita su telefoni e informatica è davvero entrata nel vivo. Anche perché, sospettano alcuni, l'Opa, pur smentita, altro non sarebbe che l'assaggio di una grande intesa a tre come, con nota di biasimo, ha denunciato ieri, dalle colonne del «Corriere della Sera», il professor Francesco Giavazzi, già sottosegretario del governo Ciampi e fresco vicepresidente del Banco di Napo- li targato Ina. Ecco, in sintesi, l'intesa secondo Giavazzi: 1) Albacom, ovvero la cordata Mediaset, Eni e British Telecom, vincerà la gara come terzo gestore dei cellulari; 2) esordirà, intanto, nella telefonia fissa l'accoppiata Enel-Deutsche Telekom; 3) a quel punto due cordate (Telecom Italia e Albacom) disporranno di reti di telefonia fissa e di una rete di cellulari mentre Omnitel, scuderia Olivetti, sarà presente nei telefonini e l'Enel solo in telefonia fissa. L'offerta pubblica su Olivetti permetterebbe a Enel e Deut¬ sche Telekom di acquisire Omnitel e integrare le quote di Infostrada con i francesi, magari lasciando con un pugno di mosche Bell Atlantic. I risultati sarebbero notevoli: contento Berlusconi, finalmente protagonista nei telefonini, contento il sindacato, per aver trovato partner forti per l'Olivetti. Le reazioni? Tiepide, per ora. Il sindacato, indicato come possibile alleato dei tedeschi e di Kaiser Franz Tato, anzi, per bocca di Gianni Cerfeda (Cgil) fa sapere che «per il sindacato la discesa in campo dell'Enel nelle telecomunicazioni è innatura¬ le». Nerio Nesi, di Rifondazione, si dice «profondamente contrario». Eppure la quadratura del cerchio è suggestiva: certo, tra americani dell'Art (nuovi soci forti di Telecom), tedeschi e francesi (protagonisti del balletto tra Enel e Infostrada) e inglesi (British Telecom in Albacom assieme a Mediaset), un ruolo indipendente delle telecomunicazioni italiane sembra lontano. Ma il governo potrebbe risolvere, almeno all'apparenza, il nodo Olivetti. In realtà, ammonisce Giavazzi, avremmo in campo tre aziende tecnologicamen- te dipendenti da partner esteri e condizionate da soci pubblici. «Guai, per Ivrea, a puntare al superpolo che altro non sarebbe che una superbufala» ruggisce intanto Elserino Piol, già numero due per anni all'Olivetti e oggi regista dell'avventura Mediaset nella telefonia. «Olivetti - dice - contiene ancora oggi molti più valori di quanto non si creda». La ripresa, insomma, è possibile purché «l'Italia creda in Olivetti e lo dimostri». «Guardate alla Bull - dice Piol in una lettera al Sole 24 Ore -. Tre anni fa andava peggio dell'Olivetti ora è in attivo. La Francia ha indicato in Bull il proprio campione informatico e i mercati ci hanno creduto». Fin qui discussioni e congetture. L'unica certezza è che per il prossimo primo settembre è stata convocata da Marco De Benedetti, figlio dell'ingegnere, l'assemblea Infostrada per aumentare il capitale da 11 a 170 miliardi. A France Telecom, dopo l'operazione, dovrebbe andare il 49% della società contro il 51% nelle mani di Infoinvestment, società in cui Olivetti avrà il 67% e Bell Atlantic il restante 33%. Ma l'intesa prevede pure che Deutsche Telekom e Sprint, alleati internazionali di France Telecom, possono entrare nella partita. Più aperta che mai. Ugo Bertone Nuovo stop all'ente energetico Rifondazione e sindacato uniti «Le tic non sono il suo ruolo» Da sinistra Franco Tato Domenico Colaninno e Carlo De Benedetti