La vela italiana ritrova sogni di gloria di Irene Cabiati

La vela italiana ritrova sogni di gloria «Noon Madina», «Brava Q8» e «Breeze» protagoniste nel finale della regata La vela italiana ritrova sogni di gloria Testa a testa con gli Stati Uniti nell'Admiral's Cup Noon Madina ha attaccato fieramente nel duello con Flash Gordon, alla regata del Fastnet. L'Italia, per la seconda volta in due anni, all'Admiral's Cup, ha dato agli americani una lezione di tattica e creatività. Nel momento in cui scriviamo non si può dire se il prestigioso trofeo, nelle prossime 24 ore, sarà ancora nelle mani degli italiani. Ma il risultato fin qui raggiunto ci inorgoglisce. Siamo fra i più bravi al mondo. Madina di Dario Ferrari, timonata da Francesco De Angelis, ha elevato le probabilità di vittoria insieme con le prime posizioni mantenute ieri dalle altre due barche della squadra italiana, Brava Q8 e Breeze. La gara (605 miglia da Cowes al faro del Fastnet in Irlanda e indietro fino a Plymouth), chiude l'estenuante torneo di otto prove della Mumm Admiral's Cup giocato davanti all'isola di Wight. Forti penalizzazioni pos¬ sono rivoluzionare la classifica che, alla partenza del 9 agosto, vedeva al primo posto gli Usa, seguiti da Nuova Zelanda, Germania, Italia, Australia, Gran Bretagna e Scandinavia. Intorno al faro non sono andate a virare soltanto le 21 sosfisticate barche deU'Adrniral's, ma altri 260 scafi fra cui sei Wor 60 del prossimo giro del mondo a vela (ha vinto Merit Cup con gli italiani Maisto e Bassani a bordo). E' una prova per lupi di mare per il percorso tortuoso fra isole e promontori, contrastato da forti correnti, vento dispettoso o paurose burrasche. Ecco perché non è facile mantenere la prima posizione. «Purtroppo condurre una regata non garantisce il risultato assoluto fa osservare l'armatore di Breeze, Paolo Gaia -, un colpo di vento può aiutare i concorrenti indietro e tutto lo sforzo si volatilizza». Lui, come Pasquale Landolfi, armatore di Brava Q8, ha seguito nervosamente da terra le fasi della gara. Sul video del computer installato a Plymouth e collegato a Internet (www.after.it/cmac) si può assistere alla gara. Come spiega il responsabile del servizio, Andrea Filacchioni, ogni quattro ore vengono rilevate via satellite le coordinate e la velocità di ogni concorrente. La regata virtuale appare sullo schermo; ecco Brava e Breeze, sono in testa, tallonate da agguerriti avversari. Se il vento si mantiene possono vincere. Un gioco di probabilità, ma anche utile strumento di sicurezza. E mentre il satellite scatta fotografie, gli equipaggi stanno giorno e notte appesi alle draghe (cioè seduti sul bordo della barca con le gambe penzoloni), pronti a intervenire per cambiare vele o perfezionare l'assetto. Con vento e mare forte stanno sempre in umido aggrappati soltanto alla voglia di vincere e a un sogno di pastasciutta e bistecche. Gli ordini arrivano da poppa dove stanno i «cervelli» della barca: navigatore, tattico e timoniere. Il primo raccoglie informazioni (meteofax o dalle carte nautiche memorizzate nel computer di bordo), il secondo le elabora e in base all'esperienza decide la rotta dopo aver consultato il timoniere. Davanti, alle draghe, serpeggiano i commenti, talvolta si borbotta, si spera che tutto finisca in fretta, che finalmente si veda la boa di Plymouth. Segna la fine della tensione e forse l'inizio di due anni di gloria. Sulla boa è installato un giudice: starà lì fino al 15 agosto a rilevare gli arrivi. I concorrenti ritardatari segnaleranno personalmente alla giuria ora e giorno d'arrivo: parola di skipper. Irene Cabiati Da sinistra, Paolo Gaia, Pasquale Landolfi e il timoniere Francesco De Angelis con la Coppa vinta nell'95