I «falchi» epurati a Teheran

Nuovo governo Nuovo governo I «falchi» epurati a Teheran TEHERAN. Nessun incarico nel prossimo governo iraniano per Ali Fallahian e Ah Akbar Velayati, già, rispettivamente, capo dei servizi segreti (e presunto burattinaio del terrore islamico internazionale) e ministro degli Esteri del regime degli ayatollah: sono questi i cambiamenti più vistosi nella lista dei ministri del nuovo governo di Teheran, che il neoeletto presidente, Mohammed Khatami, ha presentato ieri al Parlamento, il Majlis. Questo potrà ora approvare o respingere le nomine. Sono ben 17 i nomi nuovi: tra questi, Kamal Kharazi, ex ambasciatore presso' le Nazioni Unite e già a capo dell'agenzia di stampa iraniana Ima, designato per l'incarico di ministro degli Esteri al posto di Velayati (che è stato a capo della diplomazia di Teheran per 15 anni). Kharazi è considerato un moderato, vicino all'ex presidente Akbar Hashemi Rafsanjani, e propenso a favorire una distensione nei rapporti con l'Occidente. Una scelta che non ha mancato di provocare reazioni all'interno del Paese: dure critiche a Kharazi, «colpevole» di aver completato la propria formazione negli Stati Uniti «Paese nemico dell'Iran» -, sono state mosse dal quotidiano «Jomhuri Islami» legato all'ala intransigente. Un'altra sostituzione importante è quella che vede Qorban Ali Dori Najaf Abadi prendere il posto di Ali Fallahian a capo del ministero dell'Informazione, che gestisce i servizi di «intelligence». Anche Abadi è considerato vicino a Rafsanjani. Parlamentare, esperto di economia, Abadi è anche a capo dell'organizzazione parlamentare per la pianificazione ed il bilancio. Secondo quanto riferito dalla stampa, la difficile scelta di un successore per Fallahian ha causato un rinvio dell'annuncio del nuovo governo. Originariamente infatti, secondo quanto trapelato, era stato deciso di affidare l'incarico all'ayatollah Mohammad Mussavi Khoeiniha, procuratore capo considerato ultra-radicale. Anche la nomina di Abadi è considerata come un tentativo di appianare le tensioni e risolvere la crisi diplomatica scoppiata tra l'Iran e l'Unione europea in seguito al verdetto del tribunale di Berlino. La sentenza venne pronunciata il 10 aprile scorso al termine del processo Mykonos, che chiudeva le indagini sulla strage compiuta il 17 settembre 1992 nel ristorante greco di Berlino e costata la vita a quattro esponenti curdo-iraniani. La sentenza individuava nelle massime cariche iraniane - e tra queste soprattutto Fallahian - i mandanti dell'agguato. Fra i nuovi ministri è anche l'ayatollah moderato Mohaje rani, segnalatosi nel '90 per es sersi pronunciato a favore di un dialogo diretto con gli Stati Uniti. La sua nomina è considerata la più controversa di tutte e la sua conferma da parte del Parlamento non è data per cer ta. [AdnKronos]

Luoghi citati: Berlino, Iran, Stati Uniti, Teheran