Corona inglese una lenta agonia

«Quando l'illusione dell'armonia si è sciolta i reali non hanno avuto più niente da offrire» La popolarità di casa Windsor in caduta libera sotto il peso degli scandali Corona inglese, una lenta agonia Crollo nei sondaggi, solo il 48% la difende LONDRA NOSTRO SERVIZIO Meno della metà della nazione balza ormai in piedi quando sente le note di «God Save The Queen». Soltanto il 48 per cento dei britannici crede che il Paese starebbe peggio senza casa Windsor. E' la prima volta che il sostegno alla monarchia scende sotto il 50 per cento: lo rivela un importante sondaggio commissionato all'lem dal quotidiano «The Guardian». La popolarità dei reali è davvero in caduta libera: 10 anni fa, prima degli scandali che hanno esposto le magagne familiari, la percentuale di sostenitori della Corona si aggirava sul 77%. Divorzi, alluci adulterini succhiati, fantasie di essere un Tampax hanno fatto venire alla gente seri dubbi sulla necessità di mantenere la non eletta testa della regina sui francobolli. «Quando l'illusione dell'armonia domestica si è sciolta - commenta il giornale -, i reali non hanno avuto più niente da offrire». Il sondaggio indica anche che i monarchici hard-core hanno più di 65 anni e la devozione incondizionata a Sua Maestà morirà con loro. Circa la metà degli intervistati si è detta convinta che la monarchia non compirà un altro mezzo secolo di vita. La percentuale dei sudditi che le si professano apertamente ostili si è impennata: oggi è il 30 per cento, dal 13 per cento dell'87. Il restante 21 per cento dice di «non sapere» che cosa pensare. Non è male per un Paese che ha in programma di uscire con i telegiornali listati a lutto quando morirà la regina madre. Significa che quantomeno c'è in giro molta più indifferenza di quanto l'Inghilterra supponeva. Un sicuro segnale è il fatto che il popolo appare molto più rilassato di fronte alla possibilità che Carlo sposi Camilla e ascenda al trono: il 55 per cento è favorevole, rispetto al 44 per cento di un anno fa. Soltanto il 40 per cento crede che il principe di Galles non sia adatto, benché sia salita la quota di coloro convinti che un secondo matrimonio lo squalifichi come capo della Chiesa d'Inghilterra: dal 19 al 26 per cento «Il nostro sondaggio non mette in evidenza un'aspra volontà di giù dizio sui travagli di Elisabetta e dei suoi figli, bensì una compren sione più umana - commenta un editoriale del Guardian -. Emerge una linea di tendenza: sembra che ci importi di meno di come si comportano i reali perché ci im porta di meno della monarchia stessa. Il fatto che questo sia più evidente tra i giovani dovrebbe trasmettere scosse di terremoto per i corridoi di Buckingham Pa lace. Infatti il sostegno alla mo narchia in Inghilterra sta lette ralmente morendo». Più giovani tra i 18 e i 24 anni (il 36 per cento) credono che potrebbero benissimo far senza la corona. Soltanto tre anni fa non c'era tutto questo giacobinismo, o scetticismo, o apatia: la ditta Windsor mieteva ancora il 70 per cento dei suffragi. Il campione scelto dall'Icm è stato di 1211 adulti su tutto il territorio nazionale. E' segno che i britannici cominciano a sentirsi molto più «cittadini» che «sudditi». Il «Guardian», che ha forti simpatie repubblicane, dice che è ora di scoprire le carte e di aprire un dibattito serio e necessariamente agguerrito sulla monarchia. I laboristi dovrebbero darsi una mossa: «Fino ad ora i laboristi hanno ignorato questi sommovi¬ menti nel paesaggio politico. Hanno fatto finta che la monarchia non sia una questione politica, ma un passatempo nazionale, come il giardinaggio o il golf. Benché i cambiamenti costituzio¬ nali siano una componente radicale del programma laborista, il primo ministro sembra non vedere uno degli arcaismi più abbaglianti: abbiamo un Capo di Stato che non è scelto, ma ordinato in base alla nascita». Il penultimo sondaggio commissionato dal giornale nel '95 indicava chiaramente che le ragioni principali di ostilità alla monarchia erano: «preserva il si- stema di classe in Gran Bretagna»; «dà il cattivo esempio» e «non merita i soldi che riceve dai contribuenti». I laboristi hanno in programma di abolire l'ingresso ereditario alla Camera dei Lord, uno dei pilastri del sistema di classe. Ma il «Guardian» li incita ad andare oltre: «Non basta un dibattito sulla monarchia. Bisogna che le due posizioni escano a combattere». Restare con la testa nella sabbia vorrebbe dire «rimanere fedeli a una lunga, ignobile tradizione laborista». L'unica volta che un congresso laborista ha dibattuto la questione della repubblica risale al 1923. Maria Chiara Bonazzi «Quando l'illusione dell'armonia si è sciolta i reali non hanno avuto più niente da offrire» LE COLPE DEI WINDSOR CU SCANDAL!. Il primo duro colpo l'immagine della Famiglia Reale lo riceve nel '92: l'uscita del libro di Andrew Mortori sulla principessa Diana è una bomba che affossa la popolarità di Carlo. E' l'inizio di un susseguirsi di «terremoti», che assieme alla presenza dell'amante Camilla porteranno i due alla separazione. Quanto agli scandali non sono stati da meno il principe Andrea e l'irrequieta ex moglie Sarah Ferguson. I COSTI. Gli inglesi non riconoscono più alcun motivo valido per mantenere con i loro contributi la Famiglia Reale. La regina in questi ultimi anni ha deciso di pagare le tasse, ha rinunciato all'aereo privato accontentandosi dei voli di linea, è pronta a vendere lo yacht Britannia, ma questo non è servito a placare lo scontento generale. IA POLITICA. L'avvento dei laburisti al governo dopo due decenni all'opposizione è stato l'ultimo tassello che ha contribuito a minare la monarchia. Una parte di loro chiede apertamente che venga abolita. della o di mba susenza one. nci. otivo iglia patenacht condopo sello te di Nuove preoccupazioni per la regina Elisabetta; in alto a destra il principe Carlo d'Inghilterra fotografato ieri con i figli William e Harry in vacanza

Persone citate: Andrew Mortori, Carlo D'inghilterra, Elisabetta, Maria Chiara Bonazzi, Sarah Ferguson, Windsor

Luoghi citati: Galles, Gran Bretagna, Inghilterra, Londra