«La Lega non rinuncia alla secessione»

Il leader a chi gli chiede l'abiura: la Padania sarà eversiva e conflittuale con il governo Il leader a chi gli chiede l'abiura: la Padania sarà eversiva e conflittuale con il governo «La Lega non rinuncia alla secessione» Bossi al Polo: attaccatevi al tram. Ma a Vicenza è intesa MELANO. Per un accordo con il Polo la Lega Nord potrebbe rinunciare alla via secessionista? L'altra sera, quando il giornalista del GrRai l'ha chiamato a Ponte di Legno, Umberto Bossi aveva due telefonini che lo informavano da Vicenza: «Tutto bene, anche il Polo firma le dimissioni e a novembre si tornerà alle urne per il Consiglio provinciale». Primo obiettivo raggiunto. Il secondo dovrebbe essere il Comune di Venezia. Ma, appunto, se il Polo dovesse chiedere l'abiura della secessione? «Possono attaccarsi al tram! - è la risposta di Bossi questo non è neppure in discussione». Quando Bossi parla con il GrRai la trattativa per la Provincia di Vicenza non si è ancora conclusa e tra i leghisti c'è chi vorrebbe l'accordo con il Polo fin dal primo turno. Bossi, dal castello di Ponte di Legno, fa partire il secondo «s'attacchino al tram» della nottata: «Quelli lì vogliono le poltrone, ma Vicenza è nostra. Vedrete che botto, lì possiamo vincere già al primo turno, ci avviciniamo sempre più al 50 per cento dei voti». Per Venezia, invece.. «Per Venezia si può discutere, si potrà valutare se magari c'è un candidato comune, non so, vedremo...». L'importante, per Bossi, è aver incassato le elezioni anticipate per la Provincia di Vicenza. Per Venezia, che può sempre «valere una messa», un accordo, uno strappo alla sua strategia padana, si vedrà. Dalla Valcamonica, Bossi continua a divertirsi ascoltando e leggendo le dichiarazioni di che vorrebbe, a suo dire, dividere la Lega dalla Liga, i lombardi dai veneti. I veneti sono più federalisti dei lombardi, sono più moderati e meno eversivi come sussurrano An e Forza Italia, Ccd e Cdu? Bossi risponde che «sono tutti fratelli padani», ma come tutti i dirigenti della Lega sa bene che mai nessun lombardo è salito sulla Ma¬ donnina del Duomo e che la protesta fiscale si è diffusa solo nel Nord-Est, con il «Life» dell'ex deputato trevigiano Fabio Padovan. E sa bene che i comizi più applauditi, le piazze più calde, sono quelli del Vicentino, della Bassa Veronese, del Padovano, del Trevigiano, delle valli del Bellunese su fino ai confini con la Carnia. «Sono i soliti tentativi di chi,, da Roma, vuole dividerci», chiude l'argomento Bossi. «Sono anni che ci provano e ci riprovano, ma ormai è tardi, non ce la faranno più». Nel giorno del primo compleanno di Sirio Eridano Bossi, il padre ha occupato il tempo con un'intervista alla radio, due alle tv e quattro ai giornali. Per dire che «sarà un anno caldo». Che «il Polo è morto». Che la differenza tra il 1994 e oggi è «che allora Berlusconi era forte e io ero debole, oggi noi siamo fortissimi e lui è il debole», Un Polo, dice, «che per sopravvivere ha una sola strada da seguire: cambiare la Costituzione, appoggiare gli emendamenti della Lega in Bicamerale e togliere con noi i pilastri del Partito Stato dell'Ulivo». E' dun¬ que il Polo «che deve passare da me». E se passa, bene; se non passa, pazienza. «La Lega va avanti, sempre disponibile a mediare, ma la Padania nascerà il 14 settembre e il 26 ottobre avrà il suo Parlamento...». Sistemata la pratica vicentina, rassicurati i leghisti che avrebbero voluto l'apparentamento fin dal primo turno («prendiamoci i nostri voti, prima»), Bossi ha da definire gli ultimi ritocchi per il suo autunno e per «l'anno caldo» che verrà. «Sarà uno scontro duro, forza contro forza, con la Repubblica Federale di Padania che dovrà essere eversiva, conflittuale con Roma. La Lega avrà il compito di trattare con il Parlamento di Roma per un eventuale assetto confederale, sempre che a Roma interessi. Altrimenti ognuno per la sua strada, padani di qua e italianos di là». E su questa strada, medita Bossi, alle prossime elezioni politiche la Lega potrebbe decidere di non partecipare, «così il Nord non avrebbe rappresentanza in un'Italia che non riconosce». Ma il Bossi di Ponte di Legno, sempre con i suoi bioritmi stravaganti, a sera decide che s'è scritto e parlato troppo di trattative tra Lega e Polo. «L'unica trattativa era quella per far saltare il Consiglio provinciale di Vicenza, punto e basta. In Veneto non si tratta, eventualmente ci potrebbe essere Venezia, ma prima ci saranno le elezioni padane del 26 ottobre...». Come dire che la trattativa veneziana, ammesso che possa esistere, dovrà necessariamente avere le caratteristiche del blitz. Tra il 26 ottobre e la scadenza per la presentazione di candidati sindaci e liste passa appena una manciata di giorni. La Provincia di Vicenza, intanto, la sente sua, e questo forse gli basta. Per Venezia, male che vada, è sempre pronto un «attaccatevi al tram». Giovanni Cerniti TUTTI I TRAM DEL SENATUR 18-4-1996 Tribuna elettorale in vista del voto del 21 aprile, ospiti Berlusconi, Bossi e Prodi. Il Cavaliere prevede per il Carroccio «un'esigua rappresentanza parlamentare». Replica Bossi: «Attaccati al tram». 7-5-1996 Dibattito con De Mita a «Porta a porta». Bossi: «La Padania sarebbe un paese felice». De Mita: «Ti sbagli, stareste peggio». Il senatur, in dialetto: «Si... taches al tram, De Mita! Pensa che bel paese, senza insegnanti né giudici meridionali». lombad, sono più moderati e meno eversivi come sussurrano An e Forza Italia, Ccd e Cdu? Bossi risponde che «sono tutti fratelli padani», ma come tutti i dirigenti della Lega sa bene che mai nessun lombardo è salito sulla Ma¬ Veronese, del Padovao, del Trevigiano, delle valli del Bellunese su fino ai confini con la Carnia. «Sono i soliti tentativi di chi,, da Roma, vuole dividerci», chiude l'argomento Bossi. «Sono anni che ci provano e ci riprovano, ma da seguire: cambiare la Costituzione, appoggiare gli emendamenti della Lega in Bicamerale e togliere con noi i pilastri del Partito Stato dell'Ulivo». E' dun¬ Sistrassicro vodal prinostridefinisuo auTDTribvotoscoliere«unpar«AttDiba psarMitgio«SiPeninsnal