Ore 1 coprifuoco in spiaggia
Ore 1/ coprifuoco in spiaggia ÉÉtlW MÉÉÉMÉK JUk. MÉÉaV« Ore 1/ coprifuoco in spiaggia Ma il popolo della notte scaccia la paura SULLE STRADE DELLA RIVIERA RIMINI DAL NOSTRO INVIATO E' l'una. Nella Riviera romagnola, la notte entra nella sua fase più trasgressiva e spensierata, piacevolmente, pericolosamente anarchica. L'ultima ronda dei carabinieri ha solcato con le larghe ruote dei fuoristrada le spiagge di Rimini, di Riccione, di Cattolica, di tutti i luoghi considerati a rischio. Dall'I e un minuto l'arenile è off-limits: divieto d'accesso scritto su decine di cartelli, qualche vigilante «armato» di torce elettriche grandi (e pesanti) come manganelli a farlo rispettare nei pochi stabilimenti balneari presidiati. Si va quasi ovunque senza che nessuno dica nulla. Le luci, novità anticrimine «suggerita» dalla Capitaneria di porto, non ce la fanno a bucare venti e più file di ombrelloni e lettini. La situazione, comunque, sembra tranquilla in questa seconda notte dopo le violenze. Il massimo dell'illegalità è uno spinello che gira in un gruppo di ragazzi sulla spiagga libera. Sul lungomare e nelle vie centrali di Rimini si sta pianificando quella che una volta si chiamava la serata. Oggi sarebbe meglio definirla l'alba: finisce alle 7, di solito con una brioche appena sfornata e un cappuccino. Poi a dormire, in casa o - meglio - sulla spiaggia, per cancellare quella brutta, pallida cera metropolitana. Lo struscio, quello che prelude alla lunga notte, s'inizia dopo cena e si consuma tra i mille locali della costa e i viali del passeggio. O, forse, non comincia mai, perché neppure finisce. I nottambuli lasciano spazio alle famiglie, che al mattino si alzano per fare due compere e raggiungere il mare. Le due categorie si lasciano tra mezzanotte e l'una e si incontrano di nuovo tra le 7 e le 8 del mattino. L'I, appunto. Anche in un tranquillo lunedì negozi aperti, folla a spasso, luci al neon. Ci sono pure i bambini, perché la trasgressione è di tutti. E' una grande festa, con una sfilata di corpi statuari, di gambe abbronzate, di spalle scolpite in palestra, di scollature vertiginose. Forse è vero che la prima molla che fa scattare la violenza è il sentimento dell'esclusione, del non essere invitati. All'ora X la città comincia a cambiare volto: famiglie a letto, giovani in discoteca o in altri locali, purché ci si sposti. Li vedi in coda alla fermata degli autobus navetta, in auto o in motorino. Sul lungomare compaiono prostitute e travestiti. Uno si spoglia e il traffico si blocca. A poche decine di metri stazionano tre ucraine: nei giorni scorsi sono state picchiate e violentate da alcuni connazionali, ma non sono finite in prima pagina. Sulle panchine, alcuni ragazzi hanno rinunciato in partenza all'«after hour». Sono vicini alla zona in cui, pochi giorni fa, furono stuprate due ragazze svizzere. Non avete paura? «I brutti incontri capitano ovunque, l'importante è non commettere imprudenze», rispondono Monica ed Erica, diciassettenni di Cuneo. Le scortano alcuni amici romagnoli. E i vostri genitori? Vi lasciano uscire senza preoccuparsi? Le luci faticano a filtrare tra le file di ombrelloni ma pattuglie di vigilantes girano armati di torce Si arriva all'alba passando dai pub alle discoteche Due ragazzine: «I pericoli? Basta essere prudenti»
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