Depresso si butta nel vuoto e trascina con sé il figlio di F. Mil.

Tragedia da un cavalcavia di Avellino Tragedia da un cavalcavia di Avellino Depresso, si butta nel vuoto e trascina con sé il figlio II ragazzo ha tentato senza fortuna di dissuadere l'uomo dal folle gesto AVELLINO DAL NOSTRO INVIATO Chi li ha visti nel loro ultimo istante di vita racconta di un uomo che si è lasciato cadere oltre il guardrail, trascinando con sé il ragazzo che tentava di trattenerlo. Poi, un volo di 50 metri verso la morte che non ha risparmiato nessuno dei due: i corpi di padre e figlio si sono schiantati sul selciato, in un estremo abbraccio. La polizia non ha dubbi: la follia fa da sfondo al gesto compiuto da Luigi Iannone, un pensionato di 65 anni che ieri s'è lanciato da un cavalcavia della circonvallazione di Avellino. Un suicidio costato la vita a un ragazzo di 12 anni, Massimiliano, l'ultimo figlio dell'uomo che era affetto da una grave forma di depressione. E' difficile se non impossibile stabilire quale molla sia scattata nella mente di Luigi Iannone: non ha lasciato un messaggio ai familiari, né il suo comportamento negli ultimi giorni ha dato adito a sospetti. Solo Massimiliano ha capito quello che stava accadendo: ha tentato di dissuadere il padre, alcuni passanti lo hanno visto sul cavalcavia mentre parlava in modo concitato con Luigi trattenendolo per un braccio. «Tutto è accaduto in una manciata di secondi - ha raccontato un testimone -. Ho visto l'uomo scavalcare il guardrail e precipitare nel vuoto, e quel povero bambino è caduto con lui». I corpi erano avvinghiati l'uno all'altro, a pochi metri da una vecchia fabbrica. Dopo l'identificazione delle vittime, la polizia ha tentato di ricostruire nelle poche righe di un rapporto inviato alla magistratura la vita del pensionato. Rimasto vedovo 15 anni fa, Iannone si era sposato di nuovo con l'assenso del figlio Davide, proprietario di un negozio di frutta e verdura. Dalla seconda moglie, Maria Berardi, aveva avuto Massimiliano, a cui era molto legato. I primi sintomi della depressione si sono manifestati un anno fa. Stanco di una vita che credeva non potesse dargli più nulla, il pensionato aveva tentato di tagliarsi le vene. Da allora la malattia non gli ha dato tregua. Si sono rivelati inutili anche i tentativi disperati del primo figlio, Davide, di dare un senso all'esistenza di un uomo che non mostrava più interessi. «Gli ho chiesto di darmi una mano nel negozio - ha detto in questura -. In realtà volevo solo distoglierlo dalle sue ossessioni». Ogni sforzo, però, si è dimostrato vano. Iannone ha trascorso i suoi ultimi giorni alternando lunghi e cupi silenzi a improvvise crisi di pianto. Ieri ha salutato per l'ultima volta la moglie ed è uscito «per fare una passeggiata». Il figlio più piccolo, Massimiliano, ha voluto seguirlo. Nessuno saprà mai se ha intuito i propositi del pensionato. Nei racconti dei testimoni restano le immagini dei gesti concitati, di un grido soffocato e infine del salto nel vuoto. [f. mil.]

Persone citate: Iannone, Luigi Iannone, Maria Berardi

Luoghi citati: Avellino