Via gli italiani ed è subito guerra di Foto Ansa

La sparatoria presso Valona dopo l'imbarco della forza multinazionale MISSIONE ALBA La sparatoria presso Valona dopo l'imbarco della forza multinazionale Via gli italiani ed è subito guerra Albania, la banda di Zani attacca la polizia TIRANA. La reazione è stata immediata: ieri mattina gli ultimi uomini della Forza multinazionale di protezione (Fmp), al comando del generale Luciano Forlani hanno lasciato l'Albania e nella stessa mattinata i poliziotti delle forze speciali inviati a Valona dal ministero degli Interni albanese hanno avuto il primo scontro con le bande criminali che controllano la città. Durante lo scontro sono stati arrestati tre uomini, uno dei quali era rimasto in terra ferito. Nel pomeriggio poi la banda di Zani Caushi ha attaccato con mitragliatrici pesanti la base in cui si erano stabiliti gli agenti, situata in una località conosciuta come il «campo dei pionieri» nei pressi del porto di Valona, sperando di liberare i loro tre complici, ma la risposta di fuoco delle forze speciali ha costretto i banditi ad una rapida fuga ed a lasciare sul posto armi e auto con le quali erano arrivati. Tra gli arrestati vi era anche Afrim Romi, 26 anni, evaso da una prigione greca, dove stava scontando una condanna a 101 anni di carcere. Le forze speciali, con l'ausilio di autoblindo, hanno poi pattugliato sia le strade della città portuale, sia un bosco alle porte di Valona, uno dei luoghi preferiti per gli agguati delle bande contro veicoli civili. Nonostante la drammaticità dell'episodio, il segnale fa pensare che gli «anticorpi» del Paese siano già in azione e che la lunga malattia che nei mesi scorsi ha devastato il Paese si avvii ad essere superata. «La missione Alba - ha di¬ chiarato prima di partire il generale Forlani - ha adempiuto il suo compito garantendo la sicurezza per la distribuzione di aiuti e lo svolgimento delle elezioni del 29 giugno. Per risolvere il problema dell'ordine pubblico ci sono altri modi, ed il governo albanese se ne sta occupando». Il nuovo governo, concordano tutti, sarà credibile se ridarà garanzie di sicurezza al Paese e farà riavviare l'economia dopo il fallimento delle «piramidi». Se l'azione di ieri manifesta una volontà decisa di affrontare la questione della sicurezza il commissariato di Scutari ha annunciato che oggi comincerà la raccolta delle armi saccheggiate nei depositi in marzo (il totale di kalashnikov in circolazione sarebbe di oltre un milione) - i problemi economici non saranno altrettanto facili da superare, se non con gli aiuti che gli albanesi attendono dalla Comunità internazionale, soprattutto l'Europa, ed in particolare l'Italia. «La missione Alba si è svolta nei termini necessari e giusti ha detto ancora Forlani - ed ha dato credibilità a chi ha pensato l'intervento Fmp, perché non sarebbe stato un buon segnale se la presenza militare fosse stata prorogata oltre i limiti decisi all'inizio e fosse stato modificato il mandato». Sostanziale condivisione di questo punto di vista viene anche da ambienti albanesi. «Toc¬ ca a noi rimboccarci le maniche ora - osserva lo scrittore Prec Zogaj, consigliere politico del nuovo presidente albanese Rexhep Meidani -, finora l'Albania ha vissuto una serie di contraddizioni legate al suo passato. Adesso abbiamo una nuova classe politica nella quale non sono più presenti i vecchi intellettuali "della propaganda", cresciuti nel regime di Hoxha, ma "gli intellettuali della cultura", formatisi con idee più aperte. Vedremo se oltre che colti saranno anche bravi. Dobbiamo dare loro una chance». L'analisi dello scrittore si spinge a valutare le cause degli avvenimenti albanesi degli ultimi cinque anni chiarendo che l'ex presidente Sali Berisha (col quale ha lavorato a lungo) aveva tentato di creare una sintesi «tra propaganda e cultura, ma non ci era riuscito ed aveva allontanato progressivamente tutti i suoi alleati iniziali, riprendendo negli ultimi tempi alcuni atteggiamenti dittatoriali del periodo di Hoxha. «E' questa la ragione per cui gli al- banesi - osserva Zogaj - hanno votato quasi unanimemente contro Berisha e per i socialisti e per nuovi dirigenti». Per passare dal piano delle speranze e dei desideri serve quindi il salto di qualità che le forze speciali sembrano aver appena avviato. E' probabile che ieri notte i proiettili traccianti che avevano illuminato le notti di Valona quando i militari italiani erano lì, durante scontri tra bande rivali che spesso si risolvevano solo con qualche ferito, si intensifichino con un confronto molto pesante tra banditi e polizia. Un risultato che porti al contenimento del fenomeno criminale, soddisfacendo le richieste di tranquillità di una popolazione ormai stanca, unito all'annunciato rientro in Parlamento delle forze di opposizione che fino ad oggi hanno boicottato il Parlamento, confermerà l'impressione del generale Forlani, secondo il quale «il mandato ricevuto dalla Forza multinazionale di protezione è stato veramente equilibrato». [Ansa] L'assalto dopo tre arresti Ma le forze speciali hanno costretto i banditi alla fuga Il generale Forlani saluta alcuni ragazzi albanesi prima della partenza all'aeroporto di Tirana [FOTO ANSA]

Luoghi citati: Albania, Europa, Italia, Scutari, Tirana