Re Sihanouk: rinuncio al trono

Dopo l'estromissione politica del figlio Ranariddh, il sovrano vuole mettere in difficoltà il premier Hun Sen Dopo l'estromissione politica del figlio Ranariddh, il sovrano vuole mettere in difficoltà il premier Hun Sen Re Sihanouk: rinuncio al trono «Sono pronto a tornare in patria per abdicare» PECHINO. Dopo l'estromissione del figlio Ranariddh dalla scena politica cambogiana re Norodom Sihanouk ha annunciato ieri di essere pronto a gesti clamorosi: nonostante l'età e le malattie è pronto a tornare in patria e ad abdicare, mettendo così in serie difficoltà politiche il premier Hun Sen, il leader filovietnamita erettosi di fatto a unico arbitro dei destini del Paese. Da Pechino, dove si trova per un periodo di cura, il sovrano ha formulato il suo avvertimento in una lettera indirizzata al suo biografo, il cui testo è stato comunicato alla stampa. Un tentativo di risolvere la crisi sarà compiuto nelle prossime ore, con un incontro nella capitale cinese fra lo stesso Sihanouk e due esponenti cambogiani vicini a Hun Sen: il capo dello Stato ad interim Chea Sim e il ministro degli Esteri Ung Huot, recentemente nominato copremier al posto di Norodom Ranariddh. Secondo il sovrano l'abboccamento, a carattere «privato e non politico», è stato chiesto dai suoi interlocutori. Per il resto la citata lettera è alquanto complessa e, in certi passi, contraddittoria: da un lato il re ribadisce che la destituzione del principe Ranariddh da comprimo ministro è illegittima, dall'altro sembra lasciare Chea Sim libe¬ ro di firmare il decreto di nomina di Ung Huot: imprecisa-' ti restano anche i termini di un'eventuale successione. Sihanouk - monarca che «regna ma non governa», come egli stesso fa notare - afferma che una lettera di rinuncia al trono è pronta da oltre una settimana. Tuttavia, in una chiara manifestazione di disponibilità al dialogo, aggiunge «aspetto che Hun Sen, il nostro "uomo forte", mi faccia capire indirettamente, con parole o gesti appropriati, che potrei abdicare senza rischio di essere criticato da lui ed accusato di creare ulteriori difficoltà al Paese e al popolo». Queste parole sembrano indicare che Sihanouk - 74 anni, da tempo affetto da tumore, per il quale è stato operato e sottoposto a ripetute terapie a Pechino - sarebbe disposto a negoziare una sua uscita di scena. Quello che è meno chiaro è quali vantaggi immediati potrebbe trarre Hun Sen da un ritiro del re, a parte quello di vedere scongiurato lo «scandalo» di un'abdicazione e di un'eventuale successione dello stesso Ranariddh. Il monarca infatti ha ancora ascendente sul popolo cambogiano, anche se nel Paese lo si è visto ben poco. D'altronde, nella sua lettera, Sihanouk non fa alcun cenno alla sua successione. La mossa del re sembra in ogni caso destinata ad attira¬ re l'attenzione internazionale sulla perdurante crisi cambogiana, come invece il figlio non era riuscito a fare dal suo esilio francese. In un'intervista televisiva trasmessa ieri nei Paesi dell'Asean (comprendente nove nazioni dell'Asia sudorientale), Ranariddh ha rinnovato la richiesta che «i Paesi amanti della giustizia e della pace» non riconoscano il governo diretto da Hun Sen e Ung Huot. A Singapore si è svolta ieri una riunione speciale dei ministri degli Esteri dell'Asean sulla crisi khmer: è stato deciso di proseguire le consultazioni a tutti i livelli per promuovere pace e stabilità in Cambogia. Secondo fonti informate, però, la questione di Ung Huot non ha potuto essere affrontata dato che «l'Asean riconosce gli Stati e non i governi», né si è parlato dell'ammissione da Phnom Penh nell'associazione, ma è stato auspicato che entro il prossimo maggio sia possibile indire in Cambogia elezioni libere ed eque. Da parte loro fonti thailandesi che seguono l'evolversi della crisi khmer sul terreno hanno indicato che le forze di Hun Sen potrebbero conquistare nelle prossime ore l'ultima delle roccaforti dei seguaci di Ranariddh. [Ansa] Re Norodom Sihanouk ha annunciato la volontà di abdicare da Pechino dove si trova per un periodo di cura

Luoghi citati: Asia, Cambogia, Pechino, Phnom Penh, Singapore