Andava di moda il «quadrilatero» di B. B.
Andava di moda il «quadrilatero» AMARCORD Andava di moda il «quadrilatero» c j ALESSANDRIA ERA una volta un Piemonte calcisticamente all'avanguardia, con ben dieci squadre iscritte al campionato di serie A del 1915, e disseminate nei tre gironi dell'Italia settentrionale: Alessandria, Acqui, Torino, Juventus, Valenzana, Piemonte, Veloce Biella, Pro Vercelli, Novara e Casale. E agli albori della prima guerra mondiale era di gran moda il «quadrilatero»: Pro Vercelli, Novara, Casale e Alessandria. A quell'epoca la regione piemontese conobbe un periodo felicissimo anche se la Juventus, che vantava un titolo dei 24 che avrebbe poi conquistato, e il Torino, a secco di successi, non andavano ancora perla maggiore. Il quadrilatero, tra alti e bassi, resistette sino sulla soglia degli Anni 30 (che videro il dominio della Juventus del leggendario quinquennio), quando il Toro, dopo essersi visto revocato uno scudetto, lo vinse poi nel 1927-28. Era il Torino di Baloncieri, Libonatti, Rossetti. In quel torneo, l'Alessandria si classificò terza a pari merito con la Juve, il Casale ottavo e la Pro Vercelli eliminata dal girone finale. Sono passati più di ottant'anni e nella massima divisione è sopravvissuta solo la Juventus, l'unica società, insieme con l'Inter, che non ha mai conosciuto la retrocessione. Le altre squadre che hanno fatto la storia del pianeta calcio, in epoca pionieristica, sfornando grandi campioni, hanno invece sofferto vicissitudini di ogni tipo: il Torino (7 scudetti più uno revocato) è sceso per la terza volta in B, la Pro Vercelli (sette scudetti) è tra i dilettanti, come il Casale (1 scudetto) e la Novese (1 scudetto Figc vinto nel '21-22 quando, nel campionato Cci, venne proclamata campione la Pro Vercelli). Il sodalizio nerostellato, dopo aver navigato con alterna fortuna tra i semiprofessionisti, era fallito nel '93 ma aveva mantenuto il titolo sportivo pur ricominciando dall'Eccellenza. E' poi risalito nel campionato nazionale dilettanti. E conta di arrivare più in alto, magari in quella Serie C che ha frequentato a lungo in passato. Anche l'Alessandria ha rischiato di fallire. L'ha salvata, tre stagioni fa, l'attuale presidente Amisano. Il suo sogno, neanche troppo segreto, è di risalire in B prima del Duemila, magari fra un anno. L'Alessandria non ha scudetti o Coppe Italia in bacheca, ma ha sfornato fuoriclasse come Baloncieri, Ferrari e Rivera. Dalla scuola casalese sono usciti Caligaris e Monzeglio, due campioni del mondo, come i vercellesi Rosetta (primo calciatore italiano professionista) e Piola, bomber dei bomber. La Novese mandò in Nazionale Santamaria e da molto tempo è fra dilettanti. La Pro Vercelli, oggi in C2, qualche campioncino lo sforna ancora: l'ultimo è l'attaccante Artico (classe 1973) passato all'Empoli, in A. Ieri sera, al Moccagatta, c'è stato un revival della nostalgia, con un triangolare che ha visto un pezzo di quadrilatero, Alessandria e Casale, confrontarsi col Toro. La Juve, campione d'Italia e del mondo, è in auge, ma anche il resto del vej Piemónt vuole rialzare la testa. [b. b.]
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